Come ben sanno gli appassionati non c’è inizio né fine al girare della Ruota del Tempo. Ma se la monumentale saga di Robert Jordan ha avuto comunque un inizio nel 1992, ora ha finalmente una fine. Con Memoria di luce si chiude un’Epoca, la Terza in Randland, ma si chiude anche una lunga vicenda editoriale ed emotiva che ha attraversato la vita di milioni di persone.
Quanti inizi può avere una storia? Il primo risale a metà anni ’80, quando a uno scrittore ancora semisconosciuto veniva in mente una semplice idea. Cosa sarebbe accaduto se una persona si fosse sentita dire di essere destinata a diventare il Salvatore del Mondo?
Uno spunto tutto sommato poco originale, la fantasy è piena di eroi predestinati che da un’infanzia ingenua si scoprono l’unico baluardo contro la crescita altrimenti inarrestabile delle forze del Male. Jordan però ha sviluppato la sua storia in modo tutt’altro che prevedibile. Ha messo l’accento sul cambiamento enorme vissuto – spesso subìto – dal suo protagonista a causa di questa consapevolezza. Ha ribaltato gli stereotipi sui generi donando una posizione dominante alle donne e impedendo l’accesso alla magia agli uomini semplicemente a causa del loro sesso. Ha creato un mondo estremamente ricco e complesso, con una gran quantità di culture diverse ben riconoscibili fra loro e perfettamente coerenti. Ha messo un scena un cast di personaggi vastissimo rimanendo sempre fedele alla personalità di ciascuno e caratterizzandolo in modo tale da renderlo memorabile. Ha rivoluzionato il genere creando una saga lunghissima capace di mantenere alta l’attenzione dei lettori e di ottenere un successo di vendita in precedenza inimmaginabile. Ha parlato di temi importanti rimanendo però sempre fedele alla sua vocazione di narratore di storie.
Il secondo inizio è datato 1990, quando The Eye of the World, primo romanzo della saga, giungeva sugli scaffali delle librerie americane.
Per i lettori italiani c’è stato un terzo inizio nel 1992 con la traduzione dell’Occhio del Mondo da parte di Mondadori. Dopo soli tre romanzi però la pubblicazione della saga veniva sospesa e iniziava nuovamente, sempre con L’Occhio del Mondo, solo nel 2002 sotto il marchio Fanucci. Nel 2004 un nuovo inizio per chi si era fermato nella lettura ben nove anni prima: L’ascesa dell’Ombra proponeva finalmente un inedito anche per i lettori della prima edizione.
L’inizio successivo nasceva da una fine, la morte di Jordan avvenuta il 16 settembre del 2007. Meno di tre mesi più tardi la casa editrice Tor faceva sapere che la saga sarebbe stata ultimata da Brandon Sanderson. Presagi di tempesta, uscito negli Stati Uniti nel 2009 e in Italia nel 2011, segnava l’inizio di una trilogia di libri scritti a quattro mani, con Sanderson impegnato a portare a compimento l’enorme mole di appunti lasciata dallo scrittore scomparso. L’ultimo inizio, quello dell’ultimo volume, lo scorso mese di gennaio in lingua originale e ora nella traduzione italiana.
Inizi, su inizi, su inizi. Come all’interno dei romanzi stessi. Ci aveva ammonito fin da subito Jordan dicendoci che non c’è inizio né fine perché con il girare della Ruota i ricordi divengono leggenda, poi mito prima di sparire dalla memoria e infine tornare in vita. Il prologo del primo romanzo proiettava il lettore tremila anni nel passato, a una guerra combattuta con armi in seguito dimenticate e a episodi nei quali era difficile distinguere la realtà dalla leggenda. E poi c’era stato l’inizio reale, quello con il vento che si levava dalle Montagne di Nebbia e un giovane pastore che camminava su un sentiero deserto.
Una storia circolare, perché le vicende del pastore si sarebbero ovviamente intrecciate con quelle del protagonista del prologo e avrebbero mostrato ramificazioni, a volte sorprendenti, anche nel passato e nel futuro.
Ora è arrivata una fine, non la fine. La fine per i romanzi, anche se un racconto dedicato a un personaggio per ora visto pochissimo ma molto importante in Memoria di luce, River of Souls, compare nell’antologia Unfettered curata da Shawn Speakman. Non per Randland, che continua a vivere in quel racconto che potrebbe non essere mai tradotto in italiano, e che potrebbe rivelare nuove sorprese in un’enciclopedia che sembra voglia realizzare Harriet McDougal, vedova di Jordan, basandosi sui numerosissimi file di appunti del marito. Non per i fan, che su questa storia hanno creato intere comunità e che in lingua inglese stanno continuando a discutere su un’infinità di dettagli relativi ai romanzi. Come spiega Frodo nell’unica opera che Jordan ha dichiarato di avere usato come modello, Il signore degli anelli, “non terminano mai i racconti”, e anche se con il quattordicesimo romanzo il percorso “ufficiale” di Rand e compagni è terminato, la loro influenza sul mercato editoriale, sul genere fantasy e nella vita di coloro che hanno seguito l’intero giro della Ruota del Tempo rimane enorme. Sono solo storie, per quanto lunghe, fantasia, racconti di fatti inventati. Ma, per riprendere le parole usate nel 362 d.C da Sallustio Neoplatonico nel trattato Degli Dei e del mondo, “queste cose non avvennero mai, ma sono sempre”.
Gli autori
Robert Jordan è nato nel 1948 in Virginia. Nel 1990, con L’occhio del mondo, inizia il ciclo de La Ruota del Tempo, considerato il suo capolavoro. La serie è un best seller mondiale. Robert Jordan è scomparso nel settembre del 2007.
Brandon Sanderson, basandosi sugli appunti dello scrittore, ha lavorato agli ultimi tre volumi che completano la saga. Sanderson, nato nel 1975, è autore del romanzo Elantris, che lo ha rivelato a critica e pubblico come una delle maggiori promesse della letteratura fantasy contemporanea. Con Fanucci Editore ha già pubblicato la trilogia dei Mistborn, La legge delle Lande, La Via dei Re e Il Conciliatore.
La quarta di copertina
Gli eserciti della Luce sono schierati al Campo di Merrilor, in attesa che Rand, il Drago Rinato, li incontri per stabilire come combattere l’Ultima Battaglia. Ma l’Ombra ha già fatto la sua mossa: mentre Trolloc e Fade si stanno riversando al Passo di Tarwin, strenuamente difeso da Lan e dagli uomini delle Marche di Confine, un altro esercito si è intrufolato dentro Caemlyn, mettendo a ferro e fuoco la capitale del più grande dei regni umani. A Ebou Dar, l’imperatrice Fortuona attende l’esito degli eventi, nel superiore interesse del suo Impero Seanchan. I Reietti rimasti, invece, si preparano a utilizzare tutti i loro stratagemmi. Rand dovrà forgiare un’alleanza tra tutte le forze in campo, e solo allora potrà andare a Shayol Ghul ad affrontare il Tenebroso in persona. Ma ognuno avrà il suo ruolo nell’Ultima Battaglia. Perrin, Mat, Egwene, Elayne, Aviendha, Min, Gawyn, Galad e tutti gli altri: chi di loro sopravvivrà e chi invece troverà una morte eroica? I loro sforzi riusciranno a far prevalere la Luce sull’Ombra? E a quale prezzo?
Robert Jordan e Brandon Sanderson, Memoria di luce (A Memory of Light, 2013)
traduzione di Gabriele Giorgi
Fanucci - Collezione immaginario fantasy - pag. 912 - 25,00 €
ISBN 9788834722442
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