Wolverine l'immortale arriverà a fine luglio, ennesimo film supereroistico sul mercato. Come differenziarsi da un'offerta che in questi anni ha visto grosse produzioni affrontarsi al botteghino e altre ne ancora ne vedrà nei prossimi anni?
Il regista James Mangold in una intervista a Collider ha spiegato perché ritiene che il suo film sia diverso da tutti i film di supereroi precedenti.
Difesa d'ufficio? Secondo quanto dichiarato da Mangold gli elementi più interessanti del personaggio sono la sua "immortalità" e il rapporto con il potere di guarigione.
Il suo Wolverine è stanco di avere vissuto per tanti anni, e tale sentimento lo ha espresso da subito, sin dalla prima stesura della sceneggiatura sulla quarta di copertina della quale ha scritto la significativa frase: "Tutti quelli che amo moriranno."
Quella che vuole raccontare il film è la storia di un uomo ritenuto maledetto che, nonostante abbia tanto lottato, ha perso molti dei suoi cari, come i suoi compagni X-Men o sua moglie.
Mangold confronta la parabola di Wolverine con quella di un altro celebre personaggi molto longevo, NDR-114 ossia Andrew, il protagonista di L'Uomo Bicentenario di Isaac Asimov che per il regista tratta lo stesso tema in modo "splendidamente diverso". Ma in comune con questa storia per il regista c'è il racconto di una esistenza che porta il protagonista a vivere da un lato come un dio, ma dall'altro vive la sua longevità come una maledizione, un purgatorio infinito, anzi un vero e proprio inferno sulla Terra.
Nel film un Logan che ha perso tutto vola in Giappone alla caccia dell'uomo che ha ucciso suo moglie, ma è anche alla ricerca di nuovi stimoli per se stesso.
Mangold ha dichiarato di avere amato molto il fumetto, sin da ragazzino e pertanto di aver raccolto la sfida del film cercando di incentrarlo sui personaggi anziché sull'ennesimo scontro campale per salvare la Terra.
Insomma promette che non sarà un film dove vedremo i soliti scontri campali, in cui ci saranno distruzioni di massa o invasioni aliene.
L'idea di Mangold di film di supereroi è l'esplorazione del "mondo degli dei", di ciò i supereroi sono davvero, e rifugge la corsa all'esplosione sempre più grande, all'effetto sempre più travolgente che, di questo ne è convinto, stancherà presto gli spettatori.
Inoltre Hugh Jackman ha dichiarato senza mezzi termini che non mollerà il personaggio finché gli verranno proposte storie interessanti.
Sempre a Collider l'attore ha raccontato che uno dei motivi per cui ha confermato la partecipazione al film è l'idea forte su cui si basa, che anche per l'attore è qualcosa di completamente diverso da quanto visto prima.
Anche per questo motivo si è trovato d'accordo con la decisione di chiamare il film The Wolverine e non, banalmente, Wolverine 2.
Per Jackman si tratta di un film autonomo non di un normale sequel.
Uno dei motivi per il quale il primo film non era particolarmente riuscito è stato, secondo il parere dell'attore australiano, la sua mancanza di autonomia rispetto alla trilogia prodotta da Bryan Singer. La scelta del titolo marca proprio il distacco da quell'approccio.
Molte saranno le analogie con la miniserie di Chris Claremont e Frank Miller, ma tante anche le differenze.
L'idea è quella di realizzare, e in questo senso sia Mangold che Jackman hanno dichiarato più volte che il loro scopo era quello di realizzare "il film definitivo su Wolverine.", che potrebbe anche avere un seguito però.
Sull'eventualità di un nuovo film su Wolverine è il produttore Hutch Parker ad aver dichiarato che le idee già ci sono.
Intanto però attendiamo il 25 luglio 2013, quando Wolverine l'Immortale arriverà nelle sale, per scoprire se le intenzioni di regista e attore principale sono state rispettate.
Wolverine: L'immortale
Immagini dal film tratto dalla miniserie di Chris Claremont e Frank Miller.
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