Come cambiano i personaggi in questo secondo volume rispetto al primo?
Ho sempre definito il primo libro di Muses “Alice-centrico”, proprio perché per lo più si incentra sulla protagonista. Nel secondo volume ho dato spazio alle altre Muse, per lo più a Patricia e Lourdes, ma con un occhio di riguardo per Ian Moore. Conosceremo anche due nuove Muse: quella della danza, Daphne Petridis, e quella della scultura, Leila Paakkari. Entrambe avranno talenti particolari, come sempre le arti si saranno adattati ai tempi.
A quali fonti mitologiche hai attinto stavolta?
Oltre al concetto delle Muse, che riprende quello enunciato nel primo volume, troveremo il “padre spirituale” delle Muse. La loro guida, cioè il Dio Apollo. Apollo ha un grande potere, è capace di soggiogare la volontà di tutte le Muse. Una qualità decisamente pericolosa. In Muses – La Decima Musa assisteremo alla sua resurrezione.
Qual è il personaggio che ti piace di più? E quello che ti assomiglia di più?
Difficile dire quale sia il personaggio che mi piace di più, o al quale mi sono più affezionato. Senza dubbio Alice continua a essere la protagonista che prediligo, anche se in questo sequel mi sono divertito a smontare pezzo per pezzo il personaggio-diva di Patricia Gautier, cliché che avevo scelto volutamente per il primo libro.
Ogni personaggio ha una parte di me. Basti pensare a Lourdes, che mi rispecchia per la sua inclinazione verso la tecnologia e i social network.
Qual è stata la parte più difficile dello scrivere questo romanzo?
Ancora una volta i flashback dei protagonisti, in tal caso di Patricia Gautier. Volevo rendere il suo dramma adolescenziale credibile. E poi l’escamotage della prima sezione del romanzo, durante la quale Alice riesce a vedere attraverso gli occhi delle sorelle Muse. Temevo che creasse confusione nel lettore, ho cercato di dosare le parole e trovare degli espedienti che fungessero da collante. Visti i primi commenti al libro credo di esserci riuscito.
Secondo te, perché il personaggio di Alice è piaciuto così tanto ai tuoi lettori?
Difficile dirlo, ogni lettore ha la sua sensibilità. Forse l’immedesimazione è stata più semplice perché non ho avuto fretta. Mi spiego meglio: nella prima parte di Muses non c’è quasi nulla di fantastico. Vediamo Alice, il suo presente che si intreccia con il passato, i suoi momenti di arroganza e fragilità. La scoperta del dono di essere la Musa della Musica, così come la storia d’amore con Ray Hunt, avviene tutto in modo graduale. Alice è una ragazza qualsiasi, questo forse l’ha resa più umana e vicina ai lettori.
Muses – La decima Musa chiude effettivamente la saga, oppure stai pensando di scrivere una terza storia?
Come è successo per le mie precedenti saghe, preferisco scrivere un romanzo più un sequel. Niente trilogie preconfezionate o saghe infinite. Ragionando però in termini di sequel, non escludo nulla. Attualmente Muses 3 non è nei miei progetti, ma… never say never (anche se lo dissi per Prodigium e Nemesis e poi ho preferito seguire altre storie).
Quali sono i tuoi progetti letterari per il futuro?
Attualmente sono impegnato anche come co-sceneggiatore per la trasposizione cinematografica di Muses, di cui anche FantasyMagazine ha parlato (/notizie/18791/).
A fine anno, forse, dovrebbe uscire il mio primo romanzo di genere mainstream, quindi senza alcun riferimento fantastico. Era un obiettivo che mi ero posto da tempo, ma questo romanzo non va considerato come la fine della mia “era fantasy” di scrittore, ma la necessità di mettermi alla prova con altri generi. Dovrebbe uscire in prima battuta solo come ebook, un esperimento che desidero provare con la mia agente. Ancora è presto, dopo l’estate magari saprò darvi maggiori dettagli in merito.
Ovvio, nel frattempo sto ragionando su altre storie, ma è tutto top secret.
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