Hollywood l’ha reso famoso a 26 anni, quando il suo volto è diventato quello di Superman, il supereroe per eccellenza della finzione. Dopo altri 26 anni Christopher Reeve ci ha lasciato, ma il suo volto è rimasto quello del supereroe per eccellenza della realtà. Oggi tutto il mondo lo piange e la moglie Diana ringrazia “i milioni di fan che hanno sostenuto e amato mio marito in tutti questi anni.”
Nel 1995, vicino a Charlottesville, in Virginia, l’episodio che stravolge la sua vita. Una tragica caduta da cavallo e le conseguenti e gravissime lesioni alla colonna vertebrale ne comportano la paralisi quasi totale, dal collo in giù. È il momento in cui Reeve sveste i panni a stelle e strisce per mettere in gioco se stesso e impiegare una vita ormai compromessa in strenue lotte nell’ambito del sociale, attraverso una fondazione che porta il suo nome, per i diritti dei disabili e la ricerca per le lesioni del midollo spinale. Contemporaneamente stringe i denti e si sottopone a ripetuti interventi chirurgici con l’obiettivo di tornare, quanto meno, a respirare senza l’ausilio di un respiratore artificiale. Una tempra incredibile e un coraggio pari solo a quello del supereroe che l’ha reso famoso gli consentono di tenere duro e superare i momenti peggiori fino a quando, nel 1998, torna addirittura davanti a una macchina da presa, coronando un successo personale incredibile, interpretando per la TV un remake di Una finestra sul cortile, nel ruolo di protagonista che fu di James Stewart.
Una condizione, dunque, che l’attore ha ribaltato: anziché uscire dalle scena e chiudersi in se stesso, ha messo la sua faccia e le sue forze residue al servizio dei più deboli, costantemente appoggiato dalla moglie. Tutto questo fino a due giorni fa, quando nel Northern Wetchester Hospital, nei pressi di New York, il suo cuore ha cessato di battere. Reeve era stato ricoverato in seguito all’aggravarsi delle condizioni circolatorie di un corpo ormai da troppo tempo costretto all’immobilità.
La carriera di Christopher Reeve, dopo gli studi alla prestigiosa Juillard school of Performing Arts era iniziata nel 1978 con il film Salvate il Gray Lady, film prodotto dalla Universal e passato per lo più inosservato. Ma nello stesso anno Reeve diventa Superman (ruolo che interpreterà quattro volte) e da allora il suo volto è rimasto incollato indelebilmente all’icona dell’eroe, nonostante altre (poco fortunate) interpretazioni: ricordiamo Ovunque nel tempo, tratto dal romanzo omonimo di Richard Matheson e il contestatissimo Il villaggio dei dannati di John Carpenter, ultima prova prima dell’incidente. Recentemente avevamo appreso la notizia delle intenzioni dell’attore di co-produrre, insieme a Richard Donner, il nuovo Superman a cui Bryan Singer sta lavorando. Un progetto che, se si fosse concretizzato, sarebbe stato l'ennesino traguardo per Reeve, come se alla fine di un incubo fosse tornato a indossare la tuta da cui tutto ha avuto inizio. Il destino non ha voluto, il nuovo Superman dovrà volare da solo, e forse non sarà la stessa cosa.
7 commenti
Aggiungi un commentoBellissima la quarta vignetta della SupermanHomePage, Filippo. Mi ha commosso e per una attimo ho fortemente desiderato che sia finita così.
1. Ah, se fosse...
2. Translate, please?
decisamente carine le vignette...è bello ricordarlo così!
A chiusura, va detto che, nelle celebrazioni e nei coccodrilli, non sono mancate le bestialità Maurizio Porro, sul CdS di ieri, ha attribuito al compianto Reeve l'interpretazione di Gli Insospettabili a fianco di Laurence Olivier, nel 1972. Si è sbagliato, ha confuso i coccodrilli e ne ha uno già pronto per Michael Caine, o è soltanto una delle sue topiche? Scusate il luogo, ma anche l'incompetenza va segnalata. E, se potete trovarlo, vi consiglio Ovunque nel Tempo, da Richard Matheson.
Ogni volta che pensavo e penserò a SUPS avrò davanti il volto di Reeve..
Grazie per aver dato figura al SUPS cinematografico..
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