— Davvero il Mausoleo di Altea è il più famoso di Dikaria?
Il ragazzo fissò il nonno con occhi curiosi, in attesa della risposta.
— Certo — borbottò il vecchio, con la pipa tra i denti.
— E Andor lo costruì in soli dieci anni, come dicono a scuola?
— In soli dieci anni, sì.
— Per questo il Re è ricordato come Il Costruttore?
L’anziano lo carezzò sulla testa, affettuoso. — Già. Ma la sua è una storia molto triste.
"Il Costruttore". Un nomignolo stupido, lui lo detestava. Preferiva di gran lunga l’altro nome: il giorno del matrimonio con la principessa Altea il popolo lo aveva battezzato Andor, "il Giovane Sposo".
Al termine della festa di nozze, un’intera settimana di banchetti e danze senza fine, nessun uomo era stato più felice di lui.
Purtroppo la sua gioia era durata un solo anno.
Le grida di dolore non cessavano mai. Andor si avvicinò alla porta della camera, disperato. Da troppi giorni lo tenevano lontano.
— Fatemi entrare. E’ un ordine!
I due medici di guardia scossero la testa, imbarazzati. — Maestà. Non c’è nulla che voi possiate fare.
— Voglio vederla — esclamò con rabbia. Si fece largo e spalancò la porta. L’interno della stanza era in penombra, appena rischiarato da poche candele. L’aria puzzava di chiuso e di escrementi. Una donna, secca e rugosa, si agitava urlando fra le lenzuola scomposte, circondata da ancelle e guaritori.
Andor impallidì.
— Altea? — disse con voce strozzata.
Il medico di corte gli mise una mano sulla spalla.
— Maestà. Non possiamo fare più nulla per lei. La malattia l’ha consumata. La morte verrà a reclamarla tra poche ore. Chinò il capo — Ci dispiace.
La regina morì durante la notte.
Gli storici registrarono l’evento negli Annali: l Giorno dell’Equilibrio Spezzato, così lo chiamarono.
Il giovane sovrano pianse di dolore, urlò di rabbia e maledisse gli Dei. Proibì feste, sagre e mercati, chiuse le osterie e impedì persino di suonare campane e strumenti musicali.
Infine emanò l'Editto Del Ricordo. Illustrava il suo grandioso progetto: costruire il più imponente mausoleo della storia, in memoria della defunta consorte.
Fece arrivare esperti da ogni angolo della Terra Verde. Robusti carpentieri di Kirel, capaci di erigere una torre merlata in una sola settimana, maestri muratori di Betan, la città delle cattedrali a arco, cesellatori di Numer, dove persino le strade erano scolpite con complicati disegni. E architetti, ingegneri, disegnatori, esperti scavatori, falegnami.
Centinaia di operai tagliarono foreste millenarie, livellarono colline e canalizzarono corsi d’acqua per preparare la base del mausoleo e allestire il cantiere.
Andor esaminò numerosi progetti e scelse un edificio formato da tre grandi cupole di marmo, disposte ai vertici di un triangolo equilatero, con al centro una torre, sorretta da archi, alta sino al cielo. La punta d'oro, sede di un fuoco perenne, avrebbe ricordato ai quattro angoli del pianeta la bellezza senza tempo di Altea.
I consiglieri reali capirono subito che l'impresa era superiore alle capacità del Regno.
— Il terreno scelto è molle e infido — dissero, ancor prima di approntare il cantiere — non sopporterà il peso dell’edificio.
— Cosa si può fare? — ribatté il Re, infastidito.
— Per consolidarlo sarà necessario infilare, come chiodi nel legno, almeno mille alberi di quercia dorata. L’unica con il tronco dritto e resistente a sufficienza.
— Dunque?
— La pianta è rara e preziosa. Cresce solo in foreste lontane, in una terra a noi sconosciuta.
Il giorno successivo partì una spedizione di tremila uomini.
Il loro capo era Decanor, architetto. Ma tutti sapevano bene di quali progetti si occupasse. Alto e secco come un ramo spoglio, aveva il viso affilato e gli occhi di chi vive di fretta. Il Sovrano lo incaricava di missioni sempre più difficili, e lui vi si dedicava anima e corpo, in cambio di un lauto stipendio, una casa lussuosa e la libertà di trafficare nelle compravendite del Cantiere, con soprusi, tangenti e estorsioni.
Dopo undici mesi tornarono in cento, malridotti e ammalati ma con i carri pieni dei preziosi tronchi.
Il secondo anno iniziarono i problemi per i materiali.
— Maestà, pietra e marmo scarseggiano. Non ne abbiamo a sufficienza per l’edificio!
il Re portò l’esercito a Ferenol. I due regni erano alleati, ma il governatore Gerildo rifiutò di vendere le sue cave.
Andor lo uccise e occupò il paese. Il marmo iniziò a defluire, in blocchi e lastre, verso il cantiere.
Il terzo anno i lavori rallentarono di nuovo.
— Dobbiamo avere più manodopera — fu il lamento degli architetti.
3 commenti
Aggiungi un commentoLa morte di chi ami, la sua agonia, possono trasformarti, completamente.
Gran bel racconto, pregno di un significato da non sottovalutare. In alcuni punti avrei apprezzato particolari maggiori. Ma nel complesso un altra perla di una collana che vorrei più lunga (già detto, ma lo ripeto!).
L`ho preferito al secondo posto. Questione di gusti personali.
Bravo autore! Ben selezionato! Gustato molto!
Più che un racconto fantasy, l'ho trovato un racconto allegorico.
Come significato mi è parso molto interessante.
Le ambientazioni mi hanno incuriosito, ma i miei gusti in merito, essendo sia architetto che ingegnere, sono molto difficili, quindi non riesco a esprimere un apprezzamento a tutto tondo.
Come sviluppo, mi ha ricordato un po' un episodio delle Cronache di Narnia (Il Viaggio del Veliero), quindi non mi ha sorpreso più di tanto, se non nel condivisibile finale.
E' un racconto molto raccontato (scusate il gioco di parole), forse mi avrebbe catturato di più se fosse stato un po' più "mostrato".
In conclusione, a mio giudizio, un racconto in chiaroscuro, anche se con più punti di luce che di buio se non altro per il significato profondo.
Ben scritto, con una forma piana, limpida e funzionale. Ho apprezzato l'atmosfera fiabesca che lo pervade.
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