Siamo a Chester's Mill, cittadina del Maine tipicamente kinghiana, dove la vita scorre apparentemente normale fra case con veranda, attività commerciali, stazione di polizia e ristoranti a cucina casalinga.
Va tutto bene, poi - lo schema di quasi tutti i romanzi di Stephen King è questo - un giorno arriva il Male, sottoforma di un’immensa cupola invisibile ma assolutamente corposa, che cala come una ghigliottina sopra la città, isolandola dal resto del mondo.
Il fenomeno provoca conseguenze cruente: tutto ciò che si trova sull’ampio perimetro viene mozzato di netto, alcune macchine e un aereo si schiantano ed esplodono nell’impatto.
Ormai, niente e nessuno può entrare o uscire. Turisti casuali, viaggiatori misteriosi e abitanti locali si ritrovano ad affrontare una convivenza forzata in un crescendo di problemi.
Infatti, fra qualche uccello morto, brandelli di corpi e animali sezionati, i vari personaggi escono fuori dal loro anonimato come lumache dopo la pioggia e iniziano a mostrare il lato “in ombra” della città.
Come spesso capita, il Fedele Lettore si trova spiazzato davanti alla trasposizione del libro: l’episodio pilota di Under the Dome, prodotto da CBS e tratto dal romanzo The Dome di Stephen King non è proprio quello che avrebbe desiderato.
Il Fedele Lettore conosce bene il libro, gli è piaciuto perché è in puro stile kinghiano doc, sa benissimo cosa succederà (o meglio crede di saperlo) e non vede l’ora di vedere realizzato in immagine ciò che si è raffigurato nella mente.
Premesso che questo è l’approccio peggiore verso qualsiasi adattamento, perché libro e film molto difficilmente si rispettano a vicenda, diciamo che la prima reazione è:
“Uh, bello, siamo nella cittadina di Chester’s Mill e sta per cascare la Cupola!”
Poi… le analogie col libro si interrompono, parte tutt’altra storia e dei protagonisti resta solo il nome.
Il problema di questo pilot non è però la differenza con il romanzo, ma il fatto che, a parte l’impatto spettacolare-fantascientifico iniziale, non succede niente di... significativo. Niente pathos. Niente sapore. Niente.
L’angoscia perfettamente trasparibile nel romanzo, derivante dal cambio repentino di situazione, si è persa. L’orrore che precipita nel quotidiano è sostituito dalle solite vicende di una banale soap opera, rispetto a cui anche Peyton Place era più trasgressiva.
Detto con un’espressione molto di moda, si racconta senza (di)mostrare più di tanto.
Il Fedele Lettore e il Semplice Spettatore sono nella stessa identica situazione: assistono a una serie di quadretti velocissimi che galoppano da un personaggio all’altro in un tempo molto ristretto: cinquanta minuti (mal) interrotti dalla pubblicità e oplà, finito, peggio di un’eiaculazione precoce.
La cupola è un grosso preservativo? sghignazza la vocina grossolana del primo istinto, ma viene subito messa a tacere perché il Lettore/Spettatore cerca comunque di dare un senso a ciò che ha visto.
1) C’è la Cupola. Il Male è arrivato, di chi sarà colpa? Ancora non si sa.
2) Una povera mucca viene tagliata a metà: la Cupola probabilmente è sponsorizzata dal Doctor House perché oltre a una precisione chirurgica possiede potere cauterizzante: il mezzo bovino sembra l’interno di una scatoletta di Montana, solo carne e gelatina nostrana. Schizzi di sangue? Interiora di fuori? No, che volgarità!
3) Compare il Ringo della situazione, avvolto in un misterioso mistero. Siccome è belloccio sarà sicuramente anche Il Buono.
4) Chi sono i cattivi? Uhm… quello pelato non me la racconta giusta, e neppure suo figlio.
5) Lo sceriffo muore sulla frase “devo confidarti un segreto, questa città è…..AAAARGH!”. Originale.
6) Una coppietta fa sesso (Game of Thrones rulez), lui è uno psicopatico assassino e lei un po’ mignotta: normale situazione di paese.
7) La giornalista che ha appena scoperto di avere un paio di corna degne della succursale di Monte Cervo, si porta in casa Ringo - Barbie (sconosciuto mai visto prima) perché “Oh, mio eroe, hai salvato una vita!”
(ovvero: lui, poco prima, ha detto “togliti di lì!” a un ragazzino).
8) Dopo l’Apocalisse, senza energia elettrica e similari, la gente ha una reazione tipica e coerente: non si barrica in casa dopo aver assaltato il supermercato, ma è tutta al ristorante per una cenetta romantica a lume di candela.
9) C’è qualcosa che fa sbavare e blaterare di stelle rosa.
La prima puntata si conclude con l’immagine della Cupola illuminata dai riflettori di tutto il mondo, con militari in tuta anticontaminazione che corrono in qua e in là ed elicotteri minacciosi che girano intorno.
Ok, la tragedy è iniziata. Dopo tre secondi e qualche scritta, si vede una scena piena di poliziotti e lo Spettatore/Lettore pensa: Ah! Questa è la Polizia di Chester's Mill che si organizza!
Ma no, pirla! E’ iniziato un altro telefilm!
7 commenti
Aggiungi un commentoAlla fine le serie TV made in USA finiscono sempre lì... drammi in famiglia, atmosfere alla Mulino Bianco e misteri riciclati da Beautiful.
Che tristezza...
Ma che pessimismo. Dai non sono proprio tuuutte tuuute così.
Questa sì però.
A me le "trame familiari" in Walking Dead (pervenuto a fine seconda stagione) non spiacciono affatto!
Mi auguro veramente anche io che la serie abbia una bella impennata!
Per quanto riguarda il libro: ci sarebbe molto da dire... sintetizzando, piacerà, imho, a chi apprezza King. Ci vorrebbe una rece.... magari prima che finisca la serie, la farò.
Un dettaglio, uno fra tanti: nel libro, il perimetro della Cupola è invisibile, segnato soltanto, all'inizio, da centinaia di uccelli morti. Nella serie, questo dettaglio tanto "Hitchcock al contrario" si è perso del tutto.
Si, ci vorrebbe proprio
Figura nella mia lista d`acquisti da un po'.
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