Confessiamolo: molti di noi, come lettori, hanno uno scheletro nell'armadio, un libro che non confesserebbero mai di aver apprezzato. E se lo stesso accadesse a uno scrittore? Secondo quanto riporta Blastr Stephenie Meyer rinnegherebbe addirittura la serie di romanzi che ha dato avvio alla sua carriera di scrittrice, cambiandole la vita: la Twilight Saga. Nel corso di un'intervista l'autrice di Twilight, New Moon, Eclipse, Breaking Dawn e dello spin off La breve seconda vita di Bree Tanner ha dichiarato di essere passata oltre Twilight da un pezzo e che la saga non è più un argomento a cui pensa volentieri.
La scrittrice preferirebbe di gran lunga dedicarsi ad altri mondi immaginari, tra cui avrebbe citato la Terra di Mezzo. Non sappiamo se i fan del Signore degli Anelli debbano iniziare a tremare o meno. Ricordiamo che la Meyer ha all'attivo un altro romanzo pubblicato di genere fantascientifico, L'ospite, da cui è stato tratto il film The Host, uscito quest'inverno. Un suo excursus nel fantasy classico dopo aver esplorato horror e fantascienza sarebbe dunque possibile, ma di sicuro non auspicabile per i detrattori della Meyer.
L'autrice non sarebbe la prima scrittrice a dare una svolta alla carriera esplorando generi diversi, come ha recentemente fatto la sua collega J.K. Rowling che dopo l'eptalogia di Harry Potter e i libri a essa connessi ha pubblicato un romanzo per adulti di nessuna attinenza con il fantastico, Il seggio vacante e di recente The cuckoo's calling, giallo pubblicato sotto pseudonimo. Non dimentichiamo che anche la Meyer potrebbe decidere di pubblicare qualcosa utilizzando un nome d'arte, un espediente che potrebbe aiutarla a non attirare le polemiche che una sua nuova opera sicuramente scatenerebbe in rete. E voi che ne pensate?
26 commenti
Aggiungi un commentoe per forza, non aveva mai scritto nulla in vita sua e di punto in bianco ha messo giù lo spunto di un sogno inventandosi poi un inizio e una fine che si congiungessero!
no, qui ha ragione Anima: non c'era (ancora) nessuna corrente vampirica di moda. E di copioni (editoriali) la Meyer non sapeva nulla. La riprova che è andata a livello spannometrico (l'esempio riportato da Palin mi sembra calzante :mrgreen è la non-struttura del primo romanzo: si vede molto bene che scriveva a braccio, è la non-tecnica istintiva che usa qualsiasi principiante. Ci passano tutti.
Mirco, tu dai per scontato che quando ha iniziato avesse un progetto, ma non è così, la Meyer è il classico caso di autrice per caso.
mah, io credo che se ai fan paice, non gliene possa fregar di meno se ora lei la rinnega. Quanti musicisti hanno rinnegato album che avete amato e che continuate ad amare?
No, non sto parlando di corrente vampirica: sto parlando del copione che vede adolescenti protagonisti dove il fantastico viene bistrattato e ridicolizzato.
Non do per scontato che avesse un progetto, ma almeno speravo che un minimo di attenzione su come fare il lavoro ci fosse. D'accordo, lo so, forse è sperare troppo in certi casi; poi non ci si deve meravigliare del motivo per cui il livello del mercato editoriale s'è abbassato tanto.
Visto quello che poi la saga ha dato, la Meyer non dovrebbe rinnegare, ma solamente ringraziare per la fortuna che ha avuto: con poca fatica e impegno ha ottenuto tanto, più di quello che meritasse.
Ma non mi sembra proprio che il fantastico in Twilight sia "ridicolizzato".
Uno dei principali tormentoni anti-twilight riguarda il fatto che i vampiri 'brillino alla luce del sole', ma questo deriva dall'impostazione 'realistica' che nella saga si tenta di dare all'esistenza dei vampiri, in cui in seguito alla trasformazione i tessuti assumono una struttura organico-cristallina (che dunque rifrange i raggi solari), con conseguente modifica del DNA; lo stesso vale per la capacità dei 'licantropi' di mutare il loro aspetto fisico.
Un impostazione più seria ed approfondita di buona parte dei romanzi del genere, in cui i vampiri e licantropi esistono ed hanno i loro poteri "perchè si"...
Come sopra, non trovo che la Meyer abbia "rinnegato la sua opera", ma che dopo quasi 10 anni passati a scrivere, intervenire e venire intervistata sui personaggi di Twilight abbia legittimamente il desiderio di passare ad altro.
Che poi per una madre di famiglia autodidatta mettersi a scrivere una saga di quattro corposi romanzi sia un lavoro "senza fatica", mi pare decisamente opinabile...
Il fantastico è stato trattato in questo modo. Ed è stato solo un pretesto per scrivere una storia d'amore.
C'è altro modo per dire di passare oltre: come l'ha fatto lei dà una connotazione negativa di quanto ha realizzato.
Per fatica s'intende andare oltre la scrittura di getto, rendere lo stile e l'intreccio migliore: cosa che in queste opere non è stato fatto.
Ha pubblicato cinque romanzi che (al di là della discutibilità della storia - e lo dice uno che li ha letti tutti e quattro ma anni prima è cresciuto guardando Buffy perciò non posso fare a meno di notare certi "paralleli" e qui chiudo parentesi) nel bene o nel male sono stati letti da centinaia di persone, sono stati amati e disprezzati. Potessi avercela io la sua fortuna di sentirmi vincolato da una mia stessa creatura letteraria che è diventata un fenomeno mediatico.
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