Il personaggio di Haviland Tuf, l’eccentrico viaggiatore delle stelle vegetariano e amante dei gatti, è stato creato da George R.R. Martin verso gli inizi della sua carriera, quasi quarant’anni fa. Il primo racconto che lo vede protagonista, Una bestia per Norn, risale infatti al 1976, anche se una versione più lunga e ampiamente modificata è stata pubblicata nel 1986.
Da lettore Martin amava leggere serie di storie dedicate a uno stesso personaggio. Fra i suoi personaggi preferiti ci sono l’Elric di Melniboné di Michael Moorcock, il Solomon Kane di Robert E. Howard o Fafhrd e il Grey Mouser di Fritz R. Leiber nella fantasy e il Dominic Flandry e il Nicholas van Rijn di Poul Adnerson, gli Elijah Baley e R. Daneel Olivaw di Isaac Asimov o il Magnus Ridolph di Jack Vance nella fantascienza. E, da scrittore, è sempre stato ben consapevole che avere un personaggio amato consente di vendere facilmente ogni successiva storia dedicata a quel personaggio. Ma, come ha ricordato lo stesso George nell’antologia Dreamsongs, tutte le serie da lui immaginate si sono interrotte dopo al massimo tre racconti. Con Tuf le cose sono andate meglio, ma per scrivere i sette racconti che alla fine sono confluiti nel Viaggio di Tuf gli sono serviti ben nove anni.
Nel 1975 la parola ecologia era estremamente popolare, perciò il giovane scrittore si è ritrovato a riflettere sulle possibilità narrative offerte dalla creazione di una specie di ingegnere genetico che si spostava di mondo in mondo per risolvere – o, in qualche caso, creare – problemi ecologici. Lo spazio di manovra per lui sarebbe stato estremamente vasto, e per quanto ne sapeva nessuno aveva mai realizzato nulla di simile. Perché i racconti funzionassero l’elemento fondamentale era il protagonista che doveva essere, per usare le parole di Martin, larger than life. Per non sparire fra le pagine diveva essere al di fuori della norma, e assolutamente eccezionale nella sua specializzazione.
Da queste considerazioni è nato Haviland Tuf, mercante, amante dei gatti, vegetariano con una passione per i funghi, alto, sovrappeso, pallido e pelato, pignolo e formale fino all’esasperazione.
Una bestia per Norn è del 1976, il secondo racconto, Chiamatelo Mosè, del 1978. Il tempo per scrivere però era poco visto che all’epoca George insegnava al Clark College di Dubuque e che anche altre storie chiedevano di essere narrate. Quando, nel 1979, si è trasferito a Santa Fe, la sua attenzione si è spostata sui romanzi con Il battello del delirio pubblicato nel 1982, Armageddon Rag nel 1983 e il 1984 dedicato a Black and White and Red All Over. Quest’ultima opera, che nella mente di Martin rimarrà sempre il suo quinto romanzo dopo In fondo il buio (1977), Il pianeta dei venti (1981) e i già citati Il battello del delirio e Armageddon Rag, non sarebbe stata pubblicata che molti anni più tardi e in versione incompiuta.
Armageddon Rag si sarebbe rivelato un tale fiasco da un punto di vista commerciale da spingere tutti gli editori a rifiutare il suo successivo romanzo. Black and White and Red All Over, o almeno la parte scritta da Martin prima dei molteplici rifiuti, sarebbe arrivato in libreria solo nel 2001 all’interno dell’antologia Quartet, pubblicata sull’onda del successo delle Cronache del ghiaccio e del fuoco.
Chiusa temporaneamente, suo malgrado, l’attività di romanziere, Martin ha dovuto capire come fare a pagare i conti. In suo aiuto sono venuti i racconti.
Chiamatelo Mosè, così come il successivo Guardiani (1981) erano stati pubblicati su Analog, rivista che avrebbe sempre acquistato ogni nuovo capitolo della saga. Ad Analog, sotto la direzione di Ben Bova prima e Stanley Schmidt poi, ha lavorato Betsy Mitchell, prima di passare alla Baen Books. E, come editor della Baen, la Mitchell avrebbe voluto pubblicare un’antologia dei racconti di Tuf, solo che Martin non ne aveva scritti abbastanza. Nel 1984 però George non era nelle condizioni di poter ignorare un’opportunità di questo tipo, così si è nuovamente concentrato sul suo vecchio personaggio.
La stella del morbo, un lungo racconto che di fatto è diventato l’inizio della storia di Tuf, è stato pubblicato su Analog in due puntate fra il gennaio e il febbraio del 1985. Nel corso dell’anno sono usciti altri tre racconti, Pani e pesci, Fare il bis e Manna dal cielo. A quel punto George ha ripreso in mano Una bestia per Norn, vecchio di dieci anni, lo ha parzialmente riscritto espandendolo in alcuni punti e rendendolo più in linea con la successiva evoluzione del personaggio e ha riunito i testi nell’antologia Tuf Voyaging, pubblicata nel 1986.
A questa prima raccolta avrebbe dovuto far seguito una seconda intitolata Twice as Tuf, ma subito dopo aver firmato un contratto relativo a quel libro lo scrittore entrava a far parte della produzione di Ai confini della Realtà e le nuove storie di Tuf non avrebbero mai visto la luce.
In realtà a Martin piacerebbe poter scrivere nuove storie, e le idee in proposito non gli mancano. Quello che non ha è il tempo, visto che il suo principale impegno come scrittore in questo momento si chiama The Winds of Winter.
Ha anche provato a suggerire la realizzazione di una serie televisiva. Le difficoltà che ostacolano un progetto di questo tipo però sono molte, dai costi enormi alla predilezione delle televisioni per capitani affascinanti, ben diversi da quello narrato da lui. A suo giudizio Conleth Hill, che nel Trono di spade ricopre il ruolo di Varys, potrebbe essere un eccellente Tuf, ma in realtà queste sono solo speculazioni che difficilmente troveranno un riscontro nella realtà.
Anche se si tratta di racconti piuttosto datati solo due, Manna dal cielo e Fare il bis (all’epoca però il titolo originale Second Helpings in traduzione era diventato Il collezionista) erano già stati tradotti in italiano rispettivamente nei volumi da edicola Millemondinverno 1986 e Millemondiestate 1988. Si tratta perciò della prima occasione per poter leggere nella nostra lingua una serie di racconti di fantascienza scritti dall’autore delle Cronache del ghiaccio e del fuoco ben prima della nascita della famosa saga.
La quarta di copertina
Haviland Tuf, ovvero il viaggiatore delle stelle. Ma non aspettatevi un baldanzoso astronauta il cui fisico aitante viene messo in risalto da un'attillata tutina spaziale. No, il signor Tuf è proprio come non te l'aspetteresti. Altissimo, pelato, pallido, decisamente sovrappeso, e soprattutto molto, molto flemmatico. Vegetariano convinto, amante dei gatti, ecologista militante, per uno scherzo del destino si trova a comandare un enorme vascello, l'Arca, l'ultima nave inseminante dello svanito Corpo Genieri Ecologici. Be', non proprio a comandare, visto che ne è anche l'unico occupante non felino... A bordo dell'Arca, trenta chilometri di lunghezza, Tuf vaga per la galassia alla ricerca di mondi in pericolo cui offrire i propri servigi. E si trova ad affrontare alcuni dei più terribili "cattivi" che l'universo abbia mai conosciuto... Dalla geniale penna di George R. R. Martin, una profetica raccolta di storie che affrontano temi "importanti", come la minaccia ambientale e i pericoli del potere assoluto, animata da un umorismo nero e irresistibile.
L’autore
George R.R. Martin (Bayonne, New Jersey, 1948) è stato sceneggiatore per il cinema e la televisione.
Ha pubblicato racconti e romanzi di fantascienza, tra cui Fevre Dreams e The Armageddon Rag, vincendo, tra gli altri, i premi Hugo, Nebula, Bram Stoker e Locus.
Mondadori ha pubblicato tutti i libri di "Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco", le raccolte di racconti Le torri di cenere (2007) e I re di sabbia (2008) e il romanzo Il Pianeta dei Venti (2012, con Lisa Tuttle).
George R.R. Martin, Il viaggio di Tuf (Tuf Voyaging, 1986)
traduzione di Sergio Altieri e G.L. Staffilano
Mondadori, Oscar, Pag. 390, 14,00 €
ISBN 9788804635598
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