La notizia ha già fatto il giro del mondo, e di fantasy ha ben poco, ma tutti hanno accostato il nostro lontano antenato al popolo degli Hobbit.
Si tratta del ritrovamento effettuato da archeologi australiani mentre scavavano in un sito archeologico denominato Liang Bua, una delle numerosissime grotte calcaree presenti sull’isola di Flores.
I resti di parte di uno scheletro sono stati rinvenuti a una profondità di 5,9 metri. Inizialmente i ricercatori hanno pensato si trattasse del corpo di un bambino. Ma analisi più approfondite hanno rivelato un'evidenza ben diversa. Si tratta di una nuova e minuscola (un metro) specie di umano con lunghe braccia e cranio della dimensione pari a quella di un grosso pompelmo, vissuta in Indonesia all’epoca in cui i nostri antenati stavano colonizzando il mondo (18,000 anni fa), nota come “Liang Bua 1” o “LB1”, è stata classificata come “Homo floresiensis”, ma immediatamente soprannominata "the Hobbit”.
Un tempo forse sarebbe stato più facile evocare nani, folletti o pigmei da accostare all'immagine. Lo stesso co-scopritore Peter Brown, professore associato di archeologia alla New England dice: "Sono sempre esistiti miti riguardanti il “piccolo popolo” – l’irlanda ha i suoi gnomi e folletti e l’australia ha gli Yowies. Presumo che si possa aver qualche sospetto che queste storie, tramandate oralmente da generazione a generazione, abbiano avuto la loro origine in tempi abbastanza recenti, risalenti cioè a epoche in cui esistevano ancora in vita gli ultimi sopravvissuti di questo piccolo popolo".
Non sappiamo se sia così, quello che appare certo è che oggi gli Hobbit hanno conquistato l'immaginario collettivo, e si sono guadagnati un posto di tutto rispetto fra le creature fantastiche e mitologiche.
Potremmo vedere la cosa come la realizzazione del sogno di un professore di Oxford: dare una mitologia alla Gran Bretagna.
A proposito del “piccolo popolo” si sa che condivideva la sua isola con una specie di ratto della dimensione di un “golden retriever” (una razza di “Cani da riporto” dal pelo lungo e dorato), con tartarughe giganti ed enormi lucertole – inclusi draghi di Komodo – e un elefante nano della dimensione di un pony denominato Stegodon e che probabilmente era la preda di caccia degli "Hobbit”. Sorprendente il fatto che gli abitanti dell’isola di Flores abbiano leggende incredibilmente dettagliate riguardo l’esistenza di un “piccolo popolo” che gli isolani chiamano Ebu Gogo.
Gli isolani descrivono gli Ebu Gogo come esseri alti un metro, pelosi e proni gli uni sugli altri a “mormorare fra loro” in una qualche forma di linguaggio. Essi sarebbero anche stati capaci di ripetere – in una sorta di imitazione vocale simile a quella dei pappagalli - ciò che veniva loro pronunciato dagli isolani.
Chris Stringer, direttore degli Studi sulle Origini Umane al Museo di Storia Naturale di Londra dice che le lunghe braccia rappresentano una caratteristica particolarmente interessante e potrebbero persino suggerire che l’Homo floresiensis passasse molto del suo tempo sugli alberi.
La sofisticazione degli utensili in pietra scoperti assieme agli "Hobbit" ha sorpreso alcuni scienziati dato che la dimensione cerebrale è di gran lunga inferiore a quella degli attuali umani (380 centimetri cubici, circa la stessa dello scimpanzé).
"L'intera idea che sia necessaria una dimensione cerebrale minima per far qualcosa di intelligente viene completamente spazzata via da questa scoperta", commenta il Dottor Gee, senior editor di Nature.
Esistono indizi del fatto che l’Homo floresiensis potrebbe essere sopravissuto ancora fino a tempi di molto successivi a questo evento. I miti dicono che gli “Ebu Gogo” erano vivi quando gli esploratori olandesi arrivarono sull’isola appena poche centinaia di anni fa e le leggende più recenti sembrano indicare che tali creature sono sopravvissute fino a 100 anni fa.
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