Già da tempo era nell'aria che Joseph Gordon-Levitt, classe 1981, fosse coinvolto in qualche modo nell'idea della Warner Bros. e dello sceneggiatore David S. Goyer di riuscire finalmente a realizzare l'irrealizzabile: una trasposizione cinematografica di Sandman, celebre creazione della mente di Neil Gaiman. Ora, però, se ne ha la certezza.
L'attore originario di Los Angeles sarà infatti co-produttore del film insieme a Goyer, il cui nome è legato al successo della Trilogia del Cavaliere Oscuro di Chistopher Nolan e in misura più diretta a quello del recente reboot di Superman, L'Uomo d'Acciaio. Ma anche a serie televisive, fumetti e videogiochi, a testimonianza della versatilità e della crescente considerazione, non ultimo in termini di potenzialità commerciali, delle sue capacità creative. La vera novità è che Gordon-Levitt, famoso per aver partecipato a film come Inception, Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno e Lincoln sarà anche regista del film: Sandman costituirà quindi la sua seconda prova dall'altra parte della telecamera dopo il recente Don Jon, di cui è stato anche sceneggiatore.
Certo è che si tratterà di una prova decisamente diversa per Gordon-Levitt. In primo luogo perchè dovrà rispondere del suo operato davanti ai molti appassionati dell'originaria versione fumettistica di Sandman. E soprattutto perchè un film sul Signore dei Sogni avrà toni decisamente differenti da quelli della commedia romantica che lo ha visto esordire alla regia.
La gestione di Sandman da parte di Neil Gaiman, iniziata nel gennaio 1989 e durata fino al marzo del 1996, è una delle più amate e premiate da pubblico e critica nella storia del fumetto. Iniziò quando un giovane Gaiman, ancora lontano dal suo attuale successo planetario come romanziere, venne chiamato dai vertici della DC Comics per riscrivere da capo un eroe secondario della casa editrice, e che aveva avuto già due incarnazioni (una tra la fine degli anni Trenta e i primi anni Quaranta, l'altra intorno alla metà degli anni Settanta). Fu l'editor Karen Berger, che di lì a pochi anni sarebbe stata posta a capo della nascente collana Vertigo della DC Comics (di cui Sandman avrebbe costituito la testata di punta), a convocare Gaiman per affidargli una ridefinizione totale del personaggio, senza porre limiti alla sua immaginazione. L'unico vincolo che lo scrittore britannico avrebbe dovuto rispettare era proprio il nome del personaggio.
Da quel momento, la fervida immaginazione del talentuoso Gaiman portò alla luce ben settantacinque numeri della testata (suddivisi in dieci sottocicli narrativi inframezzati da alcuni episodi autoconclusivi) riuscendo anche a vincere un premio letterario, il World Fantasy Award, con la storia A Midsummer Night's Dream (The Sandman #19, settembre 1990) illustrata da Charles Vess e in cui il Signore dei Sogni in persona commissiona a William Shakespeare una rappresentazione teatrale (a destra, una tavola).
Le storie di Sandman scritte da Gaiman possiedono una forte carica di rottura degli schemi tradizionali del fumetto, a partire dai protagonisti. Spesso, questi non sono Morfeo (o Sogno, nomi con i quali il personaggio che dà il nome alla testata è ugualmente chiamato) nè gli Eterni, suoi fratelli e sorelle, come lui immortali personificazioni di costanti e immutabili forze dell'universo (Destino, Morte, Distruzione, Disperazione, Desiderio e Delirio). Non di rado a salire sul palco sono esseri umani, nobili e meschini, fragili e dotati di forza interiore fuori dal comune, ambiziosi e sognatori. Le loro vite si intrecciano spesso con quelle di Sandman, costituiscono per lui la chiave per ricostruire e rendere più solido il suo regno, il Sogno, per proteggerlo da minacce esterne e interne. Ma possono anche rappresentare gravi pericoli per l'esistenza stessa di quest'ultimo.
L'evoluzione del personaggio di Morfeo e dei legami tra lui e i suoi fratelli e sorelle si intreccia alle vicende mortali, e sono i mortali a dare vita agli stessi Eterni, credendo in loro e nella loro importanza nelle vicende umane.
Chi non abbia mai letto Sandman può forse capire a questo punto la complessità dell'opera di Gaiman, anche se qui si è impietosamente cercato di riassumerla. I toni del fumetto riflettono l'eclettismo del suo autore, sfumando tra il fantasy, la mitologia, l'horror, l'esistenzialismo, il surreale. E non è casuale che, a differenza di quanto spesso accade nelle gestioni delle testate di comics più in linea con le tematiche tradizionali, Sandman sia stato illustrato durante il periodo gaimaniano da più artisti (Sam Kieth, Mike Dringenberg, Kelley Jones, tra gli altri) pur recando in ogni sua copertina la firma dello stile onirico e sperimentale di Dave McKean.
Saranno in grado Goyer e Gordon-Levitt di rendere in maniera convincente questa ricchezza di tematiche e la straordinaria profondità di uno dei fumetti più acclamati di tutti i tempi? Ancora non si conosce il parere di Neil Gaiman in merito. Ma di seguito vi proponiamo alcune sue interessanti dichiarazioni durante un'intervista a Mtv, che risale alla fine dello scorso novembre, in cui lo scrittore ha rivelato i retroscena di precedenti tentativi di realizzare un film sulla sua creazione, e ha espresso le sue speranze su cosa potrà succedere in futuro a riguardo. L'intervista è stata rilasciata in occasione del prossimo e atteso ritorno dell'autore inglese al Signore dei Sogni con un nuovo ciclo narrativo a fumetti.
The Sandman: Overture, news sul ritardo della seconda parte
Neil Gaiman spiega il perché del ritardo dell'uscita della seconda parte di The Sandman: Overture, miniserie ispirata a Sandman.
LeggiGaiman ha lamentato la scarsa conoscenza della sua opera mostrata nei primi anni Novanta dai vertici della Warner Bros. che intendevano realizzare una trasposizione cinematografica di Sandman. Tanto da far maturare in lui la tenace opposizione a un adattamento che potesse realizzarsi con simili presupposti.
Risale invece al 1996 una bozza di sceneggiatura di Ted Elliot e Terry Rossio, autori degli script di ciascuno dei capitoli della saga cinematografica de I Pirati dei Caraibi, accompagnata dal nome di Roger Avary (Killing Zoe, Le regole dell'attrazione) per la regia. Ma quando quest'ultimo dichiarò alla produzione che la sua versione del Sogno (il reame di Morfeo) sarebbe stata ispirata al film Alice del cinaeasta surrealista ceco Jan Svankmajer, "è stato detto ad Avary di sgombrare la sua scrivania e andarsene", ha dichiarato un sarcastico e soddisfatto Gaiman.
Non andò affatto meglio quando Jon Peters, tra i produttori dei due film su Batman di Tim Burton e di Superman Returns del 2006, propose una nuova bozza per Sandman, commentata dal creatore del personaggio in modo ancora più acido: "Era tanto brutta che avrei dovuto buttarmi sotto un autobus e distruggerla."
Ma i tempi, forse, sono ora maturi. "Arriverà qualcuno per il quale Sandman ha la stessa importanza di quanto Spider-Man l'abbia avuta per Sam Raimi o Il Signore degli Anelli per Peter Jackson," ha affermato Gaiman, "persone la cui convinzione è quella di essere nati per realizzare questo progetto, e che questo progetto porteranno a termine."
Ma chi, secondo il padre di Morfeo, potrebbe interpretarlo al meglio? I nomi fatti dal diretto interessato non hanno certo bisogno di presentazioni. Sono quelli di Benedict Cumberbatch (i due capitoli de Lo Hobbit, Into Darkness – Star Trek) e di Tom Hiddleston (Loki nei due film su Thor e in The Avengers). "Qualcuno con degli bei zigomi", ha aggiunto Gaiman.
Forse ora si dovrà chiedergli se, a suo parere, quelli di Gordon-Levitt lo siano abbastanza.
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