Emmet è un omino LEGO qualunque. Ma proprio qualunque. Senza una particolare personalità o peculiarità. Tutto quello che vuole è integrarsi, fare il suo lavoro, cantare a squarciagola “È meraviglioso”, la canzoncina che scandisce i momenti clou della giornata nella Città in cui vive, come fosse la sigletta di un villaggio turistico, o un jingle aziendale.
Che si tratti di una città azienda lo comprendiamo dal nome del suo sindaco Mr. Business. Il sindaco però non si limita ad amministrare la città, dove diligenti schiere di operai costruiscono gli edifici e le infrastrutture seguendo rigorosamente le istruzioni. In realtà ha un piano più complesso per portare ordine dove c'è il caos. Un piano che riguarda anche la fine del Mondo come i personaggi LEGO conoscono.
Ma dove c'è un cattivo con un grande piano, potrebbe mancare una profezia sul “predestinato” che lo sconfiggerà salvando il Mondo? Nel nostro caso si chiama “quello speciale” e sono in tanti che aspirano al ruolo. L'avventuriera Wildstyle per esempio, nella quale s'imbatte il nostro Emmet, assumendosi suo malgrado il ruolo di “quello speciale” per un classico equivoco.
Da qui comincia l'avventura di Emmet, Wildstyle e l'eterogeneo gruppo di personaggi, Batman, l'astronauta anni '70, la gattina unicorno e tanti altri, pescati a piene mani da tutti i marchi con cui sono prodotte scatole LEGO.
Come finirà è facile dirlo, ma in questi casi l'importante è come la storia viene raccontata.
Senza mezzi termini, The LEGO® Movie è una produzione che assolve a tanti scopi. Il primo è di riuscire a rappresentare in modo non interattivo il concetto alla base del gioco LEGO, ossia che i pezzi possono essere combinati in modi infiniti e creativi, andando fuori dalla rigide istruzioni delle scatole. L'altro scopo è di riuscire a rappresentare tutti gli infiniti mondi LEGO senza che il tutto diventi un grosso spot pubblicitario, ma con una vicenda che li sfrutti per le sue peculiarità, divertendo e appassionando il pubblico di tutte le età.
I bambini rideranno delle gag e delle pose buffe degli omini, trepidando per il loro destino. Gli adulti, facendo finta di essere andati al cinema per i figli (la stessa scusa per cui comprano le scatole LEGO alla fine) coglieranno le strizzatine d'occhio e i riferimenti nerd-cinefili (la scritta Middle Zealand da sola vale metà del film).
Realizzato con pupazzetti e costruzioni LEGO misti a GCI, The LEGO® Movie è un film con finale, di cui non vi anticipo nulla, che farà parlare ad alcuni di scavalcamento della quarta parete. A me è sembrata una trovata già vista dal risultato enfatico e prevedibile. Un eccesso di buonismo che contraddice un po' lo spirito parodistico e dissacratorio degli adattamenti LEGO dei vari franchise (Signore Degli Anelli, Harry Potter, DC Comics, Star Wars etc. etc.), ma in fondo The LEGO® Movie è un film per famiglie, che vuole trasmettere il messaggio che figli e genitori possono e devono giocare insieme, senza steccati tra il collezionismo statico e il gioco dinamico.
La verità è che una caratteristica dei kit LEGO, anche dei più complessi e articolati, è quella di rimanere un giocattolo. Se si pensa che una delle direttive con cui è stato costruito, pardon, realizzato il film è che tutti i pezzi rappresentati dovevano essere in commercio, così che chiunque potesse sentirsi in grado di replicarne a casa le ambientazioni, e che anche la trama risolve molte situazioni con il paradigma “smonta e rimonta”, si può capire che la spinta a giocare è il motore principale.
Buon divertimento a tutti.
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