Hugh ha una montagna di problemi. Non tanto perché lavori in un supermercato, anzi, il lavoro è una via di fuga, una garanzia di stabilità data anche dall'affettuosa amicizia della collega più anziana, Donna.
In realtà i veri problemi di Hugh sono a casa. La convivenza con la madre sta diventando sempre più impossibile. Le ferite della vita hanno inferto colpi irreparabili nell'animo della donna e sarebbe tempo per Hugh di trovarsi un posto dove stare.
Quando non lavora Hugh girovaga per le zone intorno alla piccola cittadina in cui vive, rifugiandosi nella quiete di un bosco limitrofo, scoperto quasi per caso.
Ma c'è qualcosa che non va, qualcosa che rende i luoghi che visita alieni alla sua esperienza. La luce del sole, lo scorrere del tempo in primis. Perché il sole non sembra sorgere e tramontare mai quando si trova in quei boschi? E perché le ore passate all'interno diventano minuti quando torna indietro?
Hugh si promette di esplorare sempre di più quei luoghi quando, all'improvviso, gli si para davanti una ragazza arrabbiata per la sua presenza.
Irene non ha meno problemi di Hugh nel rapporto con la famiglia. Con un patrigno troppo "affettuoso", con una madre ignara e succube.
Anche Irene vorrebbe trovare un posto migliore dove stare.
Lei però del luogo che Hugh sta cominciando a frequentare sa qualcosa di più.
È da parecchio tempo che lo visita con frequenza, intrattenendo rapporti di amicizia con i suoi abitanti e apprendendo la loro lingua.
Cosa vuole quel ragazzo? Quello è il suo posto!
In realtà per tutti c'è un posto. Per tutti c'è un motivo per il quale ci si ritrova in un dato luogo, in un dato momento.
Irene e Hugh scopriranno subito che dal loro primo incontro qualcosa nel rapporto con il "luogo" è cambiato. Non sempre lui riuscirà a uscire, non sempre lei riuscirà a entrare.
Insieme però, potranno tutto. Sarà la prima lezione, quella della complementarietà delle cose e delle persone nella vita. Da soli non sempre si può riuscire in quello che si vuole.
Ma dopo il Richiamo. Dopo la Scoperta. Arriva il momento della Prova.
Il luogo in cui i due hanno trovato rifugio è in rovina. Una maledizione lo sta distruggendo. E loro sono i predestinati che possono aiutarlo.
Il viaggio che intraprenderanno sarà denso di pericoli e non li lascerà per come li ha trovati, ma quello che troveranno alla fine li ripagherà del sacrificio, nonostante tutto.
La soglia è un romanzo di adulti giovani in crescita. Attenzione, non fraintendetemi. Non sto parlando della banalità dell'etichetta commerciale "Young Adult". In realtà il termine l'accostamento di "adulti" e "giovani" mi è venuto in mente leggendo il romanzo, rendendomi conto che sta parlando di una fascia di età che dall'epoca in cui è stato scritto, è mutata molto. Nel 1980 un ventenne era giovane, ma nella convenzione sociale la sua maggiore età lo rendeva anche un adulto; doveva essere in grado di assumersi le proprie responsabilità e trovare un modo per mantenersi. E forse c'erano anche le possibilità per farlo. In ogni caso l'adolescenza non era prolungata fino ai trent'anni. Il distacco dal nucleo familiare era un'esigenza primaria.
Un passaggio non indolore, che necessita comunque di un luogo e momenti di crescita e confronto, con gli altri e con se stessi. Momenti come il servizio militare, l'università, un viaggio, un'esperienza immersiva di lavoro. In tal senso la sorta di non luogo scoperto dai giovani e il viaggio per salvare la città di Tambreabrezi sono una vera e propria allegoria di queste esperienze formative.
Se il fronte allegorico del romanzo è chiaro e ben delineato, va detto che strutturalmente il romanzo non è all'altezza di altre prove narrative della scrittrice. Non manca di una sua godibilità al di fuori di ogni tentativo di trovarne messaggi o significati, ma talvolta è la stessa intrusione dell'autore che tende a distrarre il lettore dalla distrazione. Scusando il gioco di parole.
La storia è però breve e scorrevole, le singole scene scritte con maestria e talvolta una infinita delicatezza. La stessa descrizione del sentimento dell'amore, anche nella sua carnalità, è di rara delicatezza ed equilibrio.
Se cercate una trama che risolva tutti i misteri, non è questo il caso. L'autrice si concentra su quello che vuole dire su Hugh e Irene, il resto lo lascia alla vostra immaginazione. Dimenticatevi gli autori così innamorati del world building da infarcirne i loro romanzi con centinaia di pagine.
Si tratta in ogni caso di un libro scritto con mestiere, che non delude chi si aspetta una soglia minima di qualità. Se le opere "minori" di tutti gli scrittori fossero di questa fattura saremmo comunque lieti di leggerle.
1 commenti
Aggiungi un commento"Se le opere "minori" di tutti gli scrittori fossero di questa fattura saremmo comunque lieti di leggerle."
Se fosse così, saremmo in una situazione diversa da quella attuale. Ho letto il libro diversi mesi fa quando è uscito per Gargoyle e l'ho trovato ben fatto specialmente la parte che mette a conoscenza con il mondo che è al di là della soglia e nel mostrare la realtà in cui vivono i due personaggi; più debole la parte finale, il punto clou della vicenda.
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