Comunque, lo stesso spirito con cui ho affrontato il mondo dello sport, mi ha accompagnato allora come oggi nel vivere la scrittura; come un divertimento, senza aspettative eccessive, come qualcosa da fare senza obbligo di farlo (non è un caso probabilmente, che il progressivo diradamento dei miei impegni sportivi – e dei capelli – sia inversamente proporzionale alla quantità di storie che ho scritto). Per “divertimento” ovviamente non intendo dire che per cimentarmi nella stesura di una storia io lo faccia con superficialità, anzi; l’impegno deve sempre volgere al massimo delle capacità del momento in cui scrivo. Quel che intendo dire non è riferito alla storia o all’impegno profuso nel pensarla, studiarla e realizzarla; mi riferisco soprattutto allo spirito con cui affronto la prova, un po’ come quando giocavo a tennis o a calcio da ragazzo: ce la mettevo tutta per vincere, ma se perdevo dopo i primi cinque minuti di “rodimento” inevitabile pensavo ad altro, e senza troppe aspettative dalla prossima partita, che comunque avrei affrontato col massimo impegno. Facevo tesoro degli errori commessi in precedenza, e accoglievo i consigli di quelli che avevano giocato con me o semplicemente avevano assistito alla partita.
In merito invece a The Tube, seguo da diversi anni (e ho avuto occasione e fortuna di contribuire spesso) le iniziative di Franco Forte e della Writers Magazine, e quando trovo qualcosa che ritengo stimolante o un’ idea che mi soddisfa, provo sempre a metterla nero su bianco, tempi permettendo. Inoltre il genere horror l'ho bazzicato spesso e volentieri nella scrittura e nella lettura, e il primo racconto di cui parlavo prima lo scrissi proprio per partecipare a un concorso nel genere horror.
Puoi descriverci l’esperienza del contest di The Tube?
Dopo aver letto i primi due episodi della serie mi è venuta in mente una possibile trama. Premetto di essere un po’ pigro e prima di decidermi a scrivere una storia perdo un sacco di tempo, mi aiutano i tempi stretti, le scadenze dei concorsi letterari che mi interessano oppure iniziative come The Tube, le quali pur non avendo vere scadenze, introducono in un ambiente di forte competitività, per cui i tempi sono da considerare. Così, verso la fine di ottobre mentre ero in treno diretto a Pavia per la premiazione di un concorso letterario ho iniziato a scrivere il racconto ‘’Il lupo’’, ovvero il primo racconto della collana The Tube – Exposed. È stata una bella soddisfazione, pochissimi giorni dopo l'invio alla redazione, ricevere la risposta di Franco Forte che, pur non potendo inserire il racconto nella collana, avrebbe creato appositamente una nuova e a essa collegata, e poi partire con il mio racconto. Con il secondo racconto, uscito pochi giorni fa, Il ritorno del Lupo, è stata una cosa un po' diversa. Un giorno, un paio di settimane dopo l'uscita del primo racconto, mi è venuta l'idea per una storia con lo stesso protagonista, e ho iniziato subito a scrivere qualche pagina poi mi è venuto un dubbio un po' ingenuo: se avesse avuto senso continuare a scriverne e così ho chiesto a Franco; la risposta, ovvia, la si può immaginare… Però in questo caso, a differenza del primo racconto, pubblicato così come l'ho mandato, ho dovuto "discutere" un po' con Franco su un paio di aspetti della trama che a suo avviso andavano modificati e quindi lavorarci ancora sopra.
Ti piacerebbe scrivere in coppia?
In realtà si tratta di un'esperienza che ho già provato spesso in passato, un paio d'anni prima di cimentami nel solito primo racconto (cioè il mio decimo paperoniano) di cui sopra avevo partecipato a un paio di iniziative sul web, una su fantascienza.com e una sul forum fantasy dedicato allo scrittore Terry Brooks. In tali iniziative si scrivevano delle storie a più mani (tantissime mani) ed è stato proprio in quelle occasioni che ho pensato fosse il momento giusto, il giorno uno, per iniziare a proporre le mie storie sul web e nei concorsi. In seguito ho scritto diversi racconti a quattro o a sei mani, in primis con Andrea Franco con il quale, molti anni or sono, in tempi non sospetti, ho subito trovato un feeling tecnico-stilistico che ci permetteva di bilanciarci con estrema naturalezza. Non a caso il primo racconto scritto con Andrea, dal titolo L'ultimo spettacolo, che inviai a sua insaputa a un premio letterario, ci ha fruttato una bella soddisfazione con tanto di premiazione al Campidoglio in presenza di giurati dal nome pesante.
Quali consigli daresti a coloro che partecipano alla selezione?
Di pensare prima di tutto a scrivere una storia interessante, di quelle che loro per primi giudicherebbero interessanti se si trovassero a leggere invece che a scrivere. Naturalmente dopo aver letto con attenzione quelle già pubblicate. È sempre importante, che si tratti di un concorso o di una selezione editoriale, conoscere cosa interessa al destinatario di una storia ed è anche un modo per mostrare rispettosamente di non aver bussato a quella porta tanto per rompere le scatole…
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