Per quanto all'apparenza semplice, non è facile classificare 47 Ronin in un genere cinematografico specifico. La vicenda è liberamente ispirata alla Storia e per ammissione stessa della produzione alcuni eventi sono stati rivisitati e romanzati. Non mancano gli elementi fantastici, tra cui streghe e demoni pescati dal folklore giapponese.
Eppure a predominare è il senso dell'avventura, che fa di 47 Ronin un perfetto esempio di cinema d'azione e intrattenimento in un contesto che non può non ricordare il cinema di cappa e spada orientale, il wu xia.
Protagonista del film è il mezzosangue Kai (Keanu Reeves), che fugge da bambino dai demoni che lo hanno allevato e trova rifugio nella provincia di Ako, sotto la protezione di Lord Asano (Min Tanaka) e del samurai al suo servizio, Oishi (Hiroyuki Sanada). Il suo status di mezzosangue gli ha sempre impedito di integrarsi ad Ako e di vivere alla luce del sole il suo amore per Mika (Ko Shibasaki), figlia di Lord Asano. La situazione precipita a causa dei piani di conquista di Lord Kira (Tadanobu Asano), che con l'aiuto della strega kitsune interpretata da Rinko Kikuchi (Pacific Rim) ordisce un piano per costringere Lord Asano al seppuku (il suicidio rituale che permetteva ai samurai di riguadagnare l'onore perduto) e sposare Mika, ottenendo dall'imperatore Tokugawa il controllo della provincia di Ako. Ma gli ex samurai guidati da Oishi, ora Ronin perché privi di un Lord da seguire e dell'onore, non ci stanno e si impegneranno per vendicare Lord Asano e sconfiggere Lord Kira e la sua strega.
47 Ronin non pretende di innalzarsi al rango di film storico e allo stesso tempo non è un film "tutto effetti speciali". A colpire di più è il suo equilibrio nelle parti, il presentare una sceneggiatura buona ma non eccezionale, dei personaggi che non si amano ma si apprezzano e il raccontare una storia che tutto sommato fila ed è godibile sul grande schermo. Non è nemmeno un film sulle arti marziali o sul bushido, ma i combattimenti dei samurai sono ben ricostruiti e si apprezza la resa dei demoni. Personalmente l'unica critica che muoverei al film è rivolta al personaggio di Mika, la figlia di Lord Asano, che sta lì solo per farsi salvare da Keanu Reeves e soci. Mi rendo conto che la realtà storica del periodo rappresentato è quella che è e che il potere delle donne era limitato. E' interessante notare come l'unica donna "di potere", che è soggetto attivo e non oggetto passivo dell'azione sia la strega al servizio di Lord Kira, quasi che una donna con del potere debba per forza diventare un'antagonista. La strega di Rinko Kikuchi avrebbe a mio parere meritato un approfondimento: ci viene infatti lasciato intuire che Kai - il personaggio di Reeves - era fuggito dai demoni che gli hanno insegnato la magia. Si può dunque ipotizzare che anche la strega - di cui non conosciamo il nome - sia stata allevata dai demoni, ma al contrario di Kai abbia scelto di non vivere da umana, diventando una sorta di specchio in negativo del protagonista. Ipotesi rafforzata dal fatto che nello scontro finale Kai affronta la strega, mentre Lord Kira - che "dovrebbe" essere avversario di Kai con cui è in lotta per la mano e l'amore di Mika - ingaggia l'ultima lotta con Oishi. Interessante osservare che il film riesce a presentare il Kai di Keanu Reeves come protagonista ma non come voce narrante: la vicenda in effetti è raccontata attraverso gli occhi di Oishi, che inizialmente non si fida di Kai e lo accusa velatamente di essere un demone e poi finisce per salvarlo dalla schiavitù e affidargli la sua stessa vita.
In conclusione, 47 Ronin è un film apprezzabile, che consigliamo a chi ama il cinema d'azione e di intrattenimento e non solo a chi ama le storie orientali.
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