Spesso la maggioranza delle persone ritiene che alla letteratura fantastica (fantascienza, fantasy e tutto ciò che è inventato e che non ha elementi inerenti la realtà) appartengono letture di serie b; una convinzione diffusa in tutto il mondo, ma che se si sta attenti ci si accorge essere ben radicata nell’orticello di casa nostra più che in altri posti. In Italia buona parte della critica sottovaluta e disprezza tali generi, molti lettori li ritengono una semplice lettura d’evasione e una bella fetta di scrittori si adegua a tale sistema, adattandosi alle regole del mercato, al massimo scimmiottando e realizzando brutte copie di opere famose del passato. Eppure ci sarebbe poco da disprezzare generi capaci dimostrare con grande lucidità la realtà, specialmente quella che appartiene al nostro paese.
Basti pensare a George Orwell che nel 1949 con l’opera 1984 racconta di una società dove gli individui sono totalmente controllati da un sistema governato da un onnipotente partito unico con a capo il Grande Fratello, un personaggio che nessuno ha mai visto di persona, che li monitora in continuazione attraverso teleschermi (televisori forniti di telecamera, installati per legge in ogni abitazione). Li sorveglia e li condiziona, uniformandoli alla stessa linea di pensiero decisa da chi è al potere: libero arbitrio, obiettività, criticità, sono elementi che vengono perseguiti e condannati.
A decine d’anni dalla realizzazione del romanzo, la realtà descritta da Orwell non è tanto un’invenzione: senza andare a parlare di governi dove la libertà personale è fortemente ridotta (basta pensare alla Cina o ai paesi dove sono al comando dei regimi), non si può non notare quanto la tecnologia abbia avuto influenza nella vita delle persone e quanto essa sia un sistema di controllo, atto a indurre le persone a seguire certe vie. Attraverso la manipolazione delle notizie (pochi giornali e telegiornali fanno vera informazione raccontando la verità, il reale stato dei fatti) si cerca di manipolare la massa: generare la paura e l’insicurezza è solo uno dei mezzi usati per attuare tutto ciò. Un altro mezzo è la pubblicità con il suo continuo bombardamento, che cerca di generare nelle persone bisogni, desideri che non sono i suoi, inducendo in loro la necessità di acquistare determinati prodotti per alimentare il mercato e spingerli a spendere, a far arricchire chi sta dietro tutto questo, dando linfa a una macchina più grande di quel che sembra perché tante sono le persone che vi gravitano attorno e che vanno mantenute. E non vanno dimenticati i reality e tutte quelle trasmissioni che cercano d’indurre mentalità, atteggiamenti, modi di vivere che sono costruiti ad arte per dare il via a mode che in un modo o nell’altro portano sempre a spendere dei soldi.
Non bastasse questo, negli anni Internet ha preso sempre più piede, diventando parte integrante della vita degli individui. Una vera e propria rete e non solo per i suoi tanti nodi che si collegano l’uno all’altro e portano sempre a nuove connessioni, ma perché accalappia, imbriglia le persone e non le fa più scappare, rendendole prigioniere (non sono pochi i casi in cui si è creata una vera e propria dipendenza tale da richiedere veri e propri ricoveri in cliniche specializzate), proprio come succede nella pesca dei tonni. Sì, le persone vengono proprie pescate, divenendo cibo e alimento per questo gigantesco mezzo che è la tecnologia, che potrebbe essere un aiuto e un supporto, ma nella maggior parte dei casi è una trappola, un costrutto per risucchiare informazioni e dare una conoscenza a gruppi di persone per attuare condizionamento e sfruttamento.
La gente prende sottogamba questo stato delle cose, ritenendo che i social network, i siti dove occorre registrarsi siano qualcosa d’innocuo, ma non si rende conto di quanto nascondono. I dati personali di ognuno, con tutte le preferenze delle proprie navigazioni e le informazioni che vengono date con commenti, acquisti e click su “mi piace” sono monitorate e analizzate per fare studi di mercato, per capire cosa la gente vuole e quali prodotti può voler acquistare; a seguito di ciò non ci si deve meravigliare se si viene bersagliati continuamente da pubblicità, da spam di ogni sorta. Senza contare l’elevato numero di truffe in cui ci si rischia di trovare se non si ha un minimo di attenzione.
A tutto ciò va aggiunto il tentativo e la spinta dei governi di far effettuare pagamenti di ogni sorta attraverso carte di credito o bancomat, così monitorare tutti i movimenti economici dell’individuo: una questione di trasparenza e sicurezza, viene asserito, ma la verità va molto più a fondo e va a toccare gli interessi di chi è al potere, così da poterne accumulare ancora di più.
3 commenti
Aggiungi un commentoBell’articolo Mirco, spazia dalla fantascienza sociale, ai fumetti e al fantasy, a cui però avrei dato un pelo più di spazio.
All’interno di quella che viene definita letteratura di genere si tende più a pensare che sia la fantascienza quella meglio in grado di rappresentare il mondo, a questo proposito è cosa recente un’intervista a Ian McDonald (uno dei miei autori preferiti tra l’altro).
Ma anche il fantasy a suo modo lo racconta, Maree di Mezzanotte di Erikson è un esempio e lo è ancor di più Iron Council di Miéville, per non parlare dei suoi racconti come ‘this the season. Sicuramente ci sono altri autori FY ma al momento la memoria non mi assiste
Non so se rientra negli scopi di questa sezione ma inserire una sorta di “Consigli di lettura” potrebbe essere una cosa utile per approfondire l’argomento trattato.
Complimenti, bell'articolo. Mi piace segnalare un romanzo fantasy italiano che è stato in grado di parlare della realtà economica che ci ha portati alla crisi: Wunderkind di G.L. d'Andrea, l'unico caso nel nostro paese che sia stato in grado di presentare un simile approfondimento della realtà contemporanea. Non a caso e così poco considerato, anche dai critici del nostro settore.
La letteratura fantasy e (forse ancora di più) quella fantascientifica, sono stati in grado di predire cose, di prospettare tecnologie che poi sono state effettivamente sperimentate e realizzate. Non in egual modo ma in maniera simile se non peggiore di quella narrata.
In momenti in cui lo sviluppo tecnologico è grande ancora di più lo è la fantasia dello scrittore che ha una visione differente più globale e futurista...
Come scrivi nell'articolo, i social, le carte di credito ecc.. sono mezzi per "controllarci". Infatti sono nati dei veri e propri casi, sopratutto contro grandi siti (di cui non faccio il nome, ma molto famosi) i quali creano un vero e proprio profilo psicologico degli utenti in base alle loro visite e ai loro acquisti. (un mini esempio di quello che fanno sono le mail informative che riceviamo in cui scrivono.. in base agli ultime tue visite ti suggeriamo anche... )
In america hanno già innestato un chip nelle persone che funge sia da "tessera sanitaria" che da "bancomat" ecc. Praticamente con quello sei individuabile ovunque e seguito ovunque.
Scienza, tecnologia e fantasia non sono molto distanti tra loro
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