A giudicare dalla trama di Immortel - ad vitam, il film di Enki Bial, da oggi nei cinema, sembra avere tutte le potenzialità per ridare alla Francia una nuova linfa vitale nel genere fantascientifico. Tratto liberamente dalle opere La Foire aux Immortel e La femme piège, dello stesso regista, è la storia (ambientata nel ventitreesimo secolo) di tre personaggi, il cui destino si incrocia in modo misterioso e affascinante, spiccando per l'originalità dell'idea. Una donna misteriosa dai capelli blu, che piange lacrime blu è l'oggetto del desiderio di Horus, un Dio dalla testa di falco che ha attraversato mezzo universo pur di trovarla e sedurla, per evitare la condanna a morte che verrà eseguita entro sette giorni. Horus, però, ha bisogno di un corpo e lo troverà in quello di un sovversivo criminale, congelato da trent'anni nella cella di un penitenziario. In uno scenario in cui tutto è truccato e si fa fatica a distinguere il falso dal vero, l'intreccio si propaga tra complotti, pericoli, azione. Una storia d'amore perfettamente amalgamata a una storia di fantapolitica, interpretata da attori in carne e ossa e esseri completamente digitali. Tutto lascia presupporre un ottimo film, poi, come al solito, sarà il risultato che vedremo nelle sale a decretarne il successo o meno.
Oggi a Trieste, nell'ambito della quinta edizione del Scienceplusfiction, il nostro Franco Clun presenterà il making of del film, grazie alla presenza del direttore degli effetti visivi Jacquemin Piel. Un incontro che si preannuncia molto interessante, considerate le notizie circa la lavorazione del film. Soltanto cinque settimane di riprese vere e proprie, a cui sono seguite sette settimane in green screen (a causa del colore blu dei capelli della protagonista) e altre tre totalmente in motion capture per realizzare le figure in digitale. Grandissima attenzione al trucco e ai costumi.
Il film in Italia è distribuito da Medusa.
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