Come già si era percepito da qualche anno a questa parte il vento Ghibli soffia verso l'Italia a vele spiegate, e anche il 2014 sarà all'insegna delle grandi emozionanti avventure nate dalla fervida mente di Hayao Miyazaki, pietra miliare nonché fondatore dello Studio che porta il nome del vento caldo che soffia sul deserto, nonché di un aereo di qui il Maestro è tanto appassionato.
Da maggio a settembre di quest'anno, infatti, ci saranno tre interessanti appuntamenti al cinema, in cui saranno proposti tre importanti tappe della produzione cinematografica di Miyazaki: si tratta di due capolavori del passato, Principessa Mononoke e La Città incantata, in versione completamente restaurata e, finalmente, per la prima volta digitalizzata, il nuovo attesissimo Si alza il vento, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia lo scorso anno, candidato poi all'Oscar come miglior film d'animazione.
Dall'8 al 15 maggio 2014, contemporaneamente alla Festa del Cinema, sarà proiettato Principessa Mononoke, del 1997. Una storia complessa, fuori dal tempo ma comunque estremamente attuale, in cui sono racchiusi tutti i temi cari al regista giapponese, dall’ambientalismo al rapporto tra uomo e progresso.
Come per tutti gli altri film distribuiti da Lucky Red negli ultimi anni, anche Principessa Mononoke è stato sottoposto a una revisione e a un nuovo doppiaggio, realizzato con la supervisione di Studio Ghibli.
Il 25, 26 e 27 giugno 2014 saranno tre giornate dedicate a La Città Incantata, Orso d’Oro al festival di Berlino nel 2002 e Oscar per il miglior film di animazione nel 2003. Anche l'avventura di Chihiro verrà presentata con un nuovo doppiaggio, a cura di Gualtiero Cannarsi, ormai portabandiera della Lucky Red che ha comprato i diritti dei film dello Studio Ghibli.
Alla fine dell'estate, nei giorni 13, 14, 15 e 16 settembre 2014 sarà la volta dell’attesissimo Si alza il vento, uscito lo scorso anno, con cui Miyazaki sembrerebbe aver scelto di chiudere la propria attività artistica.
Tre impedibili appuntamenti per gli appassionati di animazione giapponese, dunque, in cui speriamo che i nuovi doppiaggi non distolgano dall'apprezzamento delle intramontabili storie realizzate dalla fervida fantasia di Miyazaki. È un artista che può non arrivare subito allo spettatore, ma quando lo si comincia ad amare è per sempre, anche non apprezzando tutti i suoi film allo stesso modo.
Potrebbe essere l'occasione, per chi ancora non si fosse affacciato su quell'intenso ed evocativo mondo di storie senza tempo, per provare a superare perplessità e riserve che, nonostante i numerosi premi e il grande parlare del suo lavoro, la produzione del fondatore dello Studio Ghibli continua tuttavia ad avere.
10 commenti
Aggiungi un commentoVeramente il doppiaggio degli anni 80 era pieno di scelte rivedibili tipo gli "ohmu" che diventano "mostri tarli" e cose del genere :winkbisogna anche dire che in quel periodo la censura colpiva forte anche i doppiaggi). Il doppiaggio migliore è sempre quello che adatta ma non cambia il contesto e il significato
L'assassino ha scritto: "Veramente il doppiaggio degli anni 80 era pieno di scelte rivedibili tipo gli ohmu che diventano mostri tarli e cose del genere...". Okay, ma in qualche caso l'adattamento italiano ha migliorato l'originale, penso ad es. ai personaggi del mitico Gundam: Peter Rei invece di Amuro Rei, Flammett invece di Mirai Yashima, Mirka invece di Frau Bow ecc.. sono piu' consoni ad un pubblico occidentale (ma forse li preferisco cosi' solo perche' ho visto gundam all'inizio degli anni '80) )
Capisco il discorso(soprattutto per quanto riguarda gundam, Peter Rei sarà sempre Peter Rei ) ma la verità è che spesso sono stati cambiati non solo i nomi ma il concetto della frase. Molte volte col vecchio adattamento non si capisce perchè i personaggi dicano una cosa e ne facciano un'altra
Ecco bravo.
Scusate se mi autocito, ma rivedetevi Kiki consegne a domicilio. Se non avete modo leggete almeno la mia recensione, non mi sono inventata nulla.
POI ne riparliamo.
Se quello è ciò che dovrei intendere con "nuovo doppiaggio", preferisco quello vecchio.
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