“È vero per tutti i vecchi, che il passato recente è avvolto nella nebbia, mentre le scene più lontane nel ricordo sono chiare e hanno colori vividi.”
E di Mary Stewart, morta lo scorso 9 maggio all’età di 97 anni, il ricordo più chiaro e vivido risale a un tempo ormai lontano, a quella Trilogia di Merlino pubblicata oltre trent’anni fa che ha trasformato il ciclo arturiano in un mondo da bestsellers.
Nata il 17 settembre del 1916 a Sunderland, nel nord dell’Inghilterra, Mary Florence Elinor Rainbow si era laureata nel 1938 alla Durham University, dove sarebbe rimasta come docente di lingua e letteratura inglese fino al suo matrimonio con sir Frederick Stewart nel 1945.
Il suo esordio nella narrativa risale al 1954 con il giallo Madam, Will You Talk?. Nel corso degli anni avrebbe scritto anche romanzi per bambini e poesie.
Risale al 1970 quel La grotta di cristallo che, insieme ai successivi Le grotte nelle montagne (1973) e L’ultimo incantesimo (1979) costituisce la sua opera più importante. Il primo romanzo ha vinto il Mytopoeic Award, il secondo e il terzo hanno raggiunto il primo posto nella classifica dei bestsellers del New York Times. La storia, una rivisitazione del ciclo arturiano dal punto di vista di Merlino – la frase iniziale di quest’articolo deriva dalla prima pagina della Grotta di cristallo – univa elementi storici a un’atmosfera lievemente fantastica e si concentrava soprattutto sulle motivazioni e sull’interiorità di Merlino, un personaggio in precedenza molto stereotipato.
Per i suoi libri, nati dal desiderio di scrivere un romanzo storico e dalla lettura della Storia dei Re di Britannia di Goffredo di Monmouth, Mary aveva ampia libertà perché, per quanto gli avvenimenti principali della leggenda di Artù fossero noti, la figura di colui che lo aveva posto sul trono era rimasta misteriosa.
A questi volumi ne sono seguiti altri due dalla medesima ambientazione ma forzatamente incentrati su personaggi diversi, Il giorno fatale (1983), il cui protagonista è Mordred, e Il principe e il pellegrino (1995), dedicato a una vicenda marginale del ciclo arturiano.
L’ultimo romanzo della Stewart, Rose Cottage, risale al 1997. Nel 2001 era morto suo marito e la scrittrice aveva deciso di condurre una vita molto ritirata. La notizia della morte della Stewart è stata diffusa dal suo editore qualche giorno dopo la scomparsa della scrittrice.
3 commenti
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è una valutazione strettamenmte personale ma la sua rivisitazione dei miti arturiani è la più bella che abbia mai avuto modo di leggere.
Con tutto il rispetto per altri grandi autori e autrici (Marion Zimmer Bradley su tutti) nessun'altro ha saputo descrivere quel mondo in maniera così vivida e lirica.
La trilogia di Merlino non può e non deve mancare su nessuno scaffale di chiunque dica di amare il genere e spero che venga ristampata a breve, perchè lo meriterebbe davvero.
Il giorno fatale e il principe ed il pellegrino sono bei romanzi ma non si avvicinano all'apice raggiunto con la trilogia di merlino
Il mio grande cruccio è di non aver letto altri suoi romanzi
Se non fossi incappato ne Le Grotte nelle Montagne a soli 12 anni non avrei mai letto fantasy. Mi sento un po' più vecchio e un po' più solo.
Anch'io sono stata colpita dalla morte della Stewart, la sua Trilogia di Merlino è una delle poche versioni del ciclo arturiano che amo.
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