Ricordate l’annuncio del mese scorso, con il quale scienziati australiani dichiaravano la scoperta di una nuova specie umana a seguito del ritrovamento nell’isola Indonesiana di Flores di alcuni resti di ominidi?

La creatura era stata prontamente soprannominata l’hobbit, e proclamata come una delle maggiori scoperte dal ritrovamento dell’uomo di Neanderthal.

Il cosidetto Homo floresiensis, o “hobbit”, era alto circa un metro e aveva un cervello più piccolo di quello di uno scimpanzè.

Ora uno dei paleoantropologi più accreditati dell’Indonesia, il Professor Teuku Jacob, ha dichiarato che lo scheletro non appartiene a una specie sconosciuta, bensì che i resti appartengono a umani di piccola taglia appartenenti a una locale popolazione pigmea.

Per rendere la disputa ancora più accesa, ha anche avanzato dubbi sull’attribuzione del “sesso” dell’ominide.

Scienziati Australiani e Inglesi vorrebbero avere la possibilità di eseguire analisi del DNA sullo scheletro, per supportare le loro tesi, ma il Professor Jacob ha dato disposizioni per una sicura custodia dello scheletro sotto la sua supervisione, comunicando che il mondo occidentale dovrà attendere ancora un po’ prima di poter completare i propri test.

Sia la dentatura superiore che quella inferiore sono inequivocabilmente “sapiens”, dice il Professor Jacob e afferma che lo scheletro è quello di un individuo affetto da nanismo sofferente di microcefalia, un disordine congenito che determina lo sviluppo di un cervello di dimensione molto piccola.

Jacob ha anche messo in dubbio il sesso dello scheletro – inizialmente identificato come femmina. "Penso che il sesso sia maschile, e che questo individuo, il primo individuo rinvenuto, sia quello di una popolazione locale di Flores di statura molto piccola, ossia di dimensione pigmea”, dice il Professor Jacob.

Comunque, gli scienziati Australiani continuano a ribadire le loro dichiarazioni secondo cui l’uomo hobbit è una nuova specie.

Il Professor Richard Roberts dell’Università di Wollongong crede che sia probabile che il Professor Jacob cambi il suo punto di vista una volta che avrà la possibilità di esaminare i resti.

"Hanno braccia più lunghe delle nostre, un bacino più largo del nostro e assenza di mento, e nessuna di queste caratteristiche ha qualcosa a che fare con una qualsiasi malattia congenita specifica che causi anche microcefalia, sicché la tesi avanzata dal Professor Jacob non sta in piedi e ora che egli dispone dello scheletro per studiarlo più da vicino sono sicuro che realizzerà egli stesso l'esistenza di punti critici nella sua tesi.

Per mettere fine alla disputa sull’uomo hobbit, il Professor Alan Cooper della Oxford University è giunto alla decisione di eseguire analisi del DNA su peluria e limo rinvenuti nel sito di scavo.

"La possibilità di prelevare del DNA da resti ominidi così remoti è qualcosa che non ho mai osato sognare. Abbiamo discusso la possibilità di prelevare DNA da un homo erectus, ma immaginiamo che bisognerebbe ritrovarne uno conservato in condizioni di congelamento ininterrotto, in siti come alcuni in Russia o Cina, e pensiamo le possibilità di un tale ritrovamento siano estremamente esigue" dice il Professor Cooper.

Prelevare dei campioni di DNA dallo scheletro, estraendoli dai frammenti dalla dentatura dell’ hobbit, potrebbe essere il solo modo di provare definitivamente se l’uomo hobbit appartiene o meno a una nuova specie.

I ricercatori in tutto il mondo hanno protestato contro la decisione del professor Jacob di consentire solo fugaci occhiate agli scheletri, senza dare il tempo per esami dettagliati.