da tutti i festeggiamenti dei mondani, quindi oggi diversi istituti organizzano una festa anche a Natale. Quella di londra è famosa. — si strinse nelle spalle. — solo che secondo me noi non ne la faremo… quest’anno.
— oh. — Clary si sentì una stupida. ovvio che non volessero festeggiare il Natale, dopo aver perso Max. —
d’accordo, però almeno accettate i regali. Non deve esserci per forza una festa o qualcosa del genere.
— esatto. — Simon alzò le braccia al cielo. — io devo comprare i regali di Hanukkah. Lo impone la legge ebraica.
Il dio degli ebrei è un dio collerico. E molto orientato ai regali.
Clary gli sorrise. ormai per Simon era sempre più facile pronunciare la parola “dio”.
Jace sospirò e diede a Clary un bacio — un rapido sfregamento di labbra sulla tempia, che però le diede i brividi. il fatto di non poter toccare Jace né baciarlo come avrebbe voluto cominciava a farle ribollire il sangue. Gli aveva promesso che la sua condizione non avrebbe mai avuto importanza, che lei lo avrebbe amato anche se non avessero mai più potuto toccarsi, ma odiava dover sentire la mancanza della sintonia che c’era sempre stata fra i
loro corpi. — A dopo — la salutò lui. — io torno all’istituto con Alec e izzy.
— No, invece — lo interruppe inaspettatamente Isabelle. — Hai rotto il telefono di Alec. Certo, è quello che tutti volevamo fare da settimane, ma…
— ISABELLE — la rimproverò il fratello.
— Ma il fatto è che tu sei il suo parabatai, e sei anche l’unico che non ha ancora visto Magnus. Vai a parlargli.
— Per dirgli cosa? Non puoi convincere la gente a restare per forza con qualcuno… o forse sì — aggiunse appena vide la faccia di Alec. — Non si sa mai. farò un tentativo.
— Grazie. — Alec gli diede una stretta alla spalla. —
Ho sentito dire che, quando vuoi, sai essere adorabile.
— l’ho sentito dire anch’io — ribatté l’altro, mettendosi a correre all’indietro. Clary pensò, sconsolata, che fosse aggraziato anche in quello. e sexy. decisamente sexy.
Alzò la mano per fargli un saluto poco entusiasta.
— A più tardi! — gli gridò. Se non sarò morta prima di frustrazione.
I Fray non erano mai stati una famiglia particolarmente osservante, ma Clary adorava la fifth Avenue nel periodo natalizio. l’aria profumava di caldarroste e le vetrine dei negozi luccicavano d’argento, blu, verde e rosso. Quell’anno, a ogni lampione erano stati appesi grossi fiocchi di neve in cristallo, che riflettevano la luce del sole invernale in tanti dardi dorati. Per non parlare dell’enorme albero addobbato al Rockfeller Center; lei e Simon erano
sotto la sua ombra quando si appoggiarono alla transenna della pista di pattinaggio per guardare i turisti che cadevano mentre cercavano di scivolare sul ghiaccio.
Clary stringeva fra le mani un bicchiere di cioccolata calda che le irradiava calore in tutto il corpo. si sentiva quasi normale: andare sulla fifth a vedere le vetrine e l’albero di Natale era una tradizione che lei e Simon rispettavano da sempre.
— sembra di essere tornati ai vecchi tempi, eh? — le disse lui, facendo eco ai suoi pensieri mentre posava il mento sulle braccia conserte.
Clary provò a guardarlo senza farsi notare. Simon indossava un soprabito e una sciarpa neri che facevano risaltare il suo pallore; le occhiaie erano il segno che non si era nutrito di recente. Aveva l’aspetto di quello che era:
un vampiro stanco e affamato.
Be’, pensò, quasi come ai vecchi tempi. — C’è più gente a cui bisogna comprare un regalo. — oltre all’eterno dilemma: «Cosa compro per il primo Natale in cui stiamo assieme?»
— Cosa si regala a uno shadowhunter che ha già tutto? — disse Simon con un sorriso.
— A Jace piacciono più che altro le armi. Ama anche i libri, ma all’istituto c’è una biblioteca fornitissima. Adora la musica classica… — Clary si illuminò. Simon era un musicista: anche se il suo gruppo faceva pena e cambiava nome di continuo (in quel momento erano i lethal
soufflé), conosceva bene la materia.
— Che cosa regaleresti a uno che suona il pianoforte?
— un pianoforte.
— Simon!
— un grande, gigantesco metronomo da poter usare anche come arma?
Clary sbuffò, esasperata.
— spartiti. Rachmaninoff è tosto, e a Jace piacciono le sfide.
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