Nell'antica Roma, ai tempi dell'imperatore Adriano (Masachika Ichimura), l'architetto Lucius Modestus (Abe Hiroshi), esperto di terme, è in crisi creativa e critica aspramente le consuetudini dei propri concittadini, che non considerano minimamente la sacralità dei luoghi che frequentano, in particolare le terme stesse, sfruttandole senza il minimo rispetto.
In più la frustrazione sul lavoro si riversa appieno nella vita privata tanto che la moglie, che si sente trascurata, dopo averlo minacciato più volte di andarsene, lo tradirà col suo migliore amico Marcus (Katsuya).
Un giorno, mentre cerca di rilassarsi proprio alle terme viene magicamente risucchiato dai tubi delle vasche, per poi ritrovarsi nei bagni del Giappone contemporaneo. Gli capiterà più volte di tornarci e finendo in tipi di bagni diversi osserverà prima spiazzato, poi commosso, ma sempre estremamente curioso, una serie di elementi che scuoteranno il proprio stallo creativo e, quando si risveglierà da quello che i suoi contemporanei percepiscono come uno svenimento, si metterà all'opera e sconvolgerà la propria carriera, attingendo dai ricordi di quanto osservato in quella strana epoca in cui esistono le docce, la carta igienica e i pesci vivono in acquari.
Durante questi “viaggi” nel Giappone contemporaneo c'è sempre una ragazza, la giovane Mami (Aya Ueto) che rimane profondamente affascinata dal giovane architetto in crisi, essendo lei stessa in un periodo di decisioni importanti: il sogno di fare l'illustratrice di manga viene messo a dura prova dagli editori a cui propone il proprio lavoro, e quel che è peggio dalla madre Yumi (Midoriko Kimura), che non lo crede un lavoro in grado di garantirle un futuro sicuro. Per fortuna nella famiglia Mami trova conforto e sostegno, grazie al padre Shuzo (Takashi Sasano) e il suo gruppo di amici bonaccioni, nonno compreso.
Come ogni architetto che si rispetti, Lucius ha un rapporto particolare col proprio lavoro e il fatto di aver preso spunto da quell'epoca così lontana lo mette comunque in crisi, perché non si sente a posto con la coscienza. Tuttavia il lavoro lo porterà a entrare nelle grazie dell'imperatore Adriano, che gli chiederà di lavorare per lui e gli affiderà numerosi incarichi, che diventeranno il nodo centrale della storia, in cui ovviamente lui, ma anche Mami, sono i protagonisti incontrastati.
Non vi riveliamo oltre, perché Thermae Romae è una commedia storico-fantasy che merita di essere vista, ma dimenticatevi una storia romana “canonica”. Qui è il Giappone a raccontare Roma, col proprio stile e la propria visione delle cose, non senza un certo “rispetto” per la storia dell'Impero romano e tutto il suo fascino, ma in un modo decisamente non occidentale, e anche se vi ritroverete a girare per l'Impero non vi sentirete del tutto a Roma.
Il motivo di incontro, però, c'è ed è semplice, oltre che proposto in modo efficace e divertente. I giapponesi, come i Romani, amano le terme! Ed evidentemente hanno più cose in comune di quante uno spettatore occidentale tipo non sappia o non ricordi (nonostante le mangiate fin dalla tenera età di anime, che vi riaffioreranno alla mente, sicuro).
Tratto dall'omonimo manga di Mari Yamazaki, Therme Romae, diretto da Takeuchi Ideki è un film leggero, di una comicità orientale garbata, che racconta una storia carina, ben costruita, mai sopra le righe, con tanti piccoli dettagli e una cura tipicamente giapponese. Non ci sono buchi narrativi e questa storia nella storia è piuttosto riuscita: c'è un modo diverso di celebrare la grandezza di Roma, e una forte volontà di inserire un angolo di Giappone in un contesto che a un occidentale può sembrare lontano, ma tutto ciò avviene con molto garbo e simpatia, quasi a ricordarci che “mele e arance sono comunque frutta”. In fondo, per celebrare questo sodalizio tra Roma e il Giappone, galeotta fu una … vasca da bagno.
Abe Hiroshi ha tutto il fascino intrinseco dell'architetto, e riesce a rendere Lucius credibile nei propri drammi interiori, nell'entusiasmo, nella voglia di sporcarsi le mani, di lavorare duramente, nell'essere servitore di Roma, dei cittadini e del suo imperatore di cui ha profonda stima e che non vuole deludere. Sa rendere quel suo essere estremamente critico e mai soddisfatto del tutto, ma anche l'amore incondizionato per il proprio lavoro ed è la testardaggine e la risolutezza. Decisamente un architetto a 360 gradi, e quindi un attore molto in parte. Le spettatrici (ma anche gli spettatori) non potranno fare a meno di ammirarlo.
I personaggi che ruotano intorno a Lucius ricordano molto quelli degli anime. Oltre a figure storiche come Adriano, Antonino e i vari romani, ci sono i giapponesi contemporanei, in particolare la famiglia di Mami, che richiama molti stereotipi della cultura nipponica che molti spettatori, come precedentemente detto, hanno già scoperto in altri contesti.
Mami è in tutto e per tutto una ragazza del proprio tempo, nell'abbigliamento come nelle pose, e Aya Ueto sembra essere molto a proprio agio in questo ruolo, anche se forse emula troppo un pupazzetto manga che vicino all'aura romana di Hiroshi diventa uno strano mix.
La fotografia richiama molto l'atmosfera degli anime, sia nelle riprese sui personaggi che per quanto riguarda i luoghi, le inquadrature panoramiche.
La musica, infine, è un aspetto estremamente particolare di questo film. Viene scelto di inframezzare le scene con brani tratti dalle opere di Giacomo Puccini e Giuseppe Verdi. Potrà suonarvi molto bizzarro, ma il modo in cui vengono proposte, attraverso degli “inframezzi esterni all'intera storia" sono a modo loro divertenti, come un'ulteriore voce fuori dal campo che a qualcuno ricorderà una certa scena di Porco Rosso di Hayao Miyazaki, solo per rimanere in tema nipponico.
Sembra comunque un omaggio, alla nostra cultura, alla nostra tradizione culturale, ed è significativo che siano sempre più spesso gli “stranieri” a celebrarla, quasi più che noi italiani.
Se ne vorrete di più come è verosimile che sarà, sappiate che in Giappone è già uscito il sequel, Thermae Romae II, quindi non ci sarà molto da attendere.
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