Lo avevamo già annunciato mesi fa, ed eccoci alla tre giorni dedicata a uno dei film più intensi e profondi della produzione di Hayao Miyazaki, padre fondatore dello Studio Ghibli, indiscusso maestro del cinema di animazione contemporaneo, La città incantata.
Uscito in Giappone nel 2001, dopo l'Oscar come miglior film d'animazione nel 2003 e l'Orso d'oro al Festival di Berlino l'anno precedente, arrivò in Italia nel 2003, grazie alla Universal.
Stavolta, dal 25 al 27 giugno, torna nelle sale cinematografiche italiane con un nuovo adattamento prodotto, stavolta, dalla Lucky Red, il cui doppiaggio, come negli ultimi anni, è a cura dell'instancabile Gualtiero Shito Cannarsi.
Lo Studio Ghibli torna nei cinema italiani con tre capolavori di Hayao Miyazaki
In arrivo, tra maggio e settembre di quest'anno, tre importanti film d'animazione che hanno segnato in modo significativo la storia dello Studio Ghibli: La principessa Mononoke, La città Incantata e Si alza il vento. Per l'occasione saranno presentati con un nuovo doppiaggio.
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Chihiro è una ragazzina di dieci anni, capricciosa e testarda, convinta che l'intero universo debba sottostare ai suoi capricci. Quando i suoi genitori, Akio e Yugo, le dicono che devono cambiare casa, la bambina va su tutte le furie e non fa nulla per nascondere la sua rabbia.
Abbandonando per sempre la vecchia casa, Chihiro si aggrappa al ricordo dei suoi amici e di un mazzo di fiori, ultime tracce della sua vecchia vita. Arrivati in fondo ad una misteriosa strada senza uscita, Chihiro ed i suoi genitori si trovano davanti ad un immenso edificio rosso sulla cui facciata si apre una galleria senza fine che somiglia ad una gigantesca bocca. Con una certa riluttanza, Chihiro segue i genitori nel tunnel.
Il tunnel li conduce ad una città fantasma, dove li aspetta un sontuoso banchetto. Akio e Yugo si gettano famelici sul cibo e vengono trasformati in maiali sotto gli occhi della figlia. Sono scivolati in un mondo abitato da antiche divinità e esseri magici, governato da una strega malvagia, l'arpia Yubaba.
Yubaba spiega a Chihiro che i nuovi arrivati vengono trasformati in animali prima di essere uccisi e mangiati. Coloro che riescono a sfuggire a questo tragico destino saranno condannati all'annientamento, quando verrà dimostrato che non servono a nulla.
Per sua fortuna, Chihiro trova un alleato nell'enigmatico Haku. Per ritardare il più possibile il terribile giorno della resa dei conti e sopravvivere in un mondo strano e pericoloso, Chichiro dovrà rendersi utile e quindi lavorare. E così la ragazzina rinuncerà alla sua pigrizia, alla sua umanità, alla sua ragione, ai suoi ricordi e addirittura al suo nome…
Uscito dopo Principessa Mononoke e, soprattutto, dopo i seri problemi di salute che Miyazaki aveva avuto al punto da fargli pensare a un ritiro dalla scena cinematografica a fine anni novanta, La città incantata è uno dei più emblematici esempi della produzione del maestro del cinema giapponese ma anche internazionale. Perché? Se ancora non l'avete fatto, concedetegli una occasione. Guardatelo senza preconcetti, senza pensare che è più bello il cinema della Disney perché non sono paragonabili. Non c'è una “bellezza” assoluta, ci sono solo storie che è bello vedere rappresentate, e questa della crescita della piccola Chichiro è una di quelle. Guardare per credere.
2 commenti
Aggiungi un commentoL'ho visto di recente in DVD, ma pur essendo suggestivo, ben animato e un mix di storia di formazione e amicizia, non e' certo il miglior film anime di Miyazaki_! ... L'ambientazione, e soprattutto i suoi strani personaggi (spiriti, ombre, streghe ecc.) sono forse troppo legati alla mitologia animista dell'antico Giappone, per piacere a noi occidentali.
Io l'ho visto qualche anno fa, ormai, e devo dire che mi è sembrato un film davvero notevole, inquietante al limite dell'inverosimile e crudelmente evocativo. I confini tra bene e male, giusto o ingiusto raramente mi sono sembrati più labili. La rievocazione del "paese dei balocchi" non può fra l'altro essere estranea alla cultura italiana.
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