Abbiamo scritto “grande” perché non solo il volume è di oltre 900 pagine ma anche perché presenta quanto di meglio è stato scritto in questo ultimo secolo dai migliori scrittori del genere e come giustamente e’ stato scritto nella presentazione molto, per motivi di spazio, non è stato inserito e forse in futuro avremo una seconda “grande” antologia.
Dei moltissimi scrittori presenti ne citiamo solo alcuni: Algernon Blackwood, Nathaniel Hawthorne, Henry James, J. Sheridan Le Fanu, E.A. Poe (non poteva mancare), Charles Nodier e Arrigo Boito.
Dalla “quarta” di copertina:
La critica letteraria per lungo tempo ha sottovalutato il genere della letteratura del terrore, a malapena salvando il suo rappresentate più illustre, Edgar Allan Poe, qui presente e unico con quattro racconti, a indicarne le variazioni. Eppure il genere, gotico o fantastico che sia, ha ascendenze lontanissime e cultori nobilissimi. Secondo Bachtin, il grande studioso russo, nasce con la satira menippea (da Petronio ad Apuleio a Luciano), la quale era concettualmente legata alla nozione di carnevale. E il carnevale, sappiamo, è una vita fuori della consuetudine, una vita a rovescio. Ma a partire dal Settecento, dal fantastico nasce il “gotico” che sviluppa il terrificante-soprannaturale, dapprima ambientato in luoghi arcaici, con personaggi più o meno stereotipati. Sarà il Romanticismo e poi il Decadentismo a connotare la narrativa del terrore di più ampie risonanze e suggestioni. Esotismo, metamorfosi, follia, bare, specchi, pulsioni inconsce, doppi perturbanti, fantasmi reali e apparenti, un’infinita congerie di temi e strumenti eccitano ataviche paure e risvegliano ansie mai sopite, che la lettura magicamente trasforma in piacere. Ecco perché ha vita lunga il genere, a cui hanno contribuito, accanto a bravi artigiani, grandissimi scrittori, Come attesta questa antologia, che documenta nella scelta amplissima le tante espressioni di una letteratura che, tra l’immaginario e il simbolico, cerca di interpretare fantasticamente le paure e i desideri più trasgressivi. Un’osservazione: in una sua antologia Calvino asseriva che la letteratura italiana è sempre stata restia a questo genere e povera di testi. E’ talmente vero che, invece di inserire esempi mediocri (e ce ne sono) abbiamo scelto un curioso Arrigo Boito e documentato in appendice il fantastico realistico-orrorifico di un capolavoro quasi regionale dell’infanzia, unico sconfinamento nella fiaba che ci siamo permessi. Come in tutte le antologie, presenze e assenze rischiano l’arbitrario, se lo spazio non giustificasse la necessità di una scelta. A cui un’altra potrà aggiungersi in futuro; forse, un serial antologico.
I racconti del mistero a cura di Piero Gelli (Baldini Castaldi Dalai editore, pag. 950 - Euro 23,60)
ISBN 88-8490-579-6
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