L'antologia I Racconti del whisky è la prima raccolta di racconti di Jean Ray maestro del sovrannaturale nato a Ghent (Fiandre) nel 1887. Pubblicata in origine nel 1925 è la seconda che la casa edtrice Hypnos dedica all'autore fiammingo che gli estimatori conoscono non solo per la sterminata produzione di racconti, ma anche per il romanzo Malpertuis, del 1943, nel quale era preponderante il tema della persistenza degli antichi miti nel mondo moderno.
Questo volume, curato e introdotto da Francesco Lato, autore anche della traduzione di parte dei 27 racconti che lo compongono, presenta storie brevi con un filo conduttore: il whisky.
Non perché la bevanda alcolica sia l'argomento, bensì presentando personaggi che sorseggiando un bicchiere di whisky raccontano ai loro interlocutori delle storie inquietanti, riportate o vissute. Storie ambientate con grande fantasia nei luoghi più disparati. Non solo le Fiandre dell'immaginazione di Jean Ray, ma anche l'Inghilterra, con una Londra degna della migliore tradizione sia gotica che dickensiana, l'Olanda e luoghi senza nome, ma non per questo meno inquietanti.
Ventisette storie brevi, quando non brevissime, rette il più delle volte dal sospiro di un'idea, da un lampo di genio che, come un sorso di whisky, colpisce con durezza, evaporando poco dopo, non lasciandoci però senza conseguenze.
I protagonisti sono una umanità al limite della sopravvivenza, composta da avventurieri disposti a tutto, straccioni, marinai e delinquenti, ma anche di distinti borghesi, di arricchiti e di prostitute. E le storie che vivono, o raccontano di aver vissuto, non sono dovute ai fumi dell'alcool.
In ventisette racconti ognuno sicuramente troverà il suo preferito, con una gamma di situazioni che parte da eventi inspiegabili e inspiegati, continua con omaggi weird e disorientanti al gotico britannico, alla ghost story, al racconto marinaresco, a Dickens, senza dimenticare talvolta toni onirici e poetici, la commedia nera e il puro horror.
C'è forse in più di una occasione la volontà di sbeffeggiare la società borghese, mostrandoci delinquenti dal cuore d'oro in contrasto con onestuomini che cadono vittime della cupidigia più sfrenata.
Tra i miei racconti preferiti cito L’ultimo canto di Madame Butterfly, che pur esplorando la vita dell'umanità dei bassifondi ha una sua cristallina poetica, e Joshua Güllick, prestatore su pegno, che su una struttura dickensiana innesta la più sfrenata immaginazione weird.
Un'antologia di un autore ormai misconosciuto del passato non sarebbe completa senza un minimo di apparato critico. Il corredo in questo caso è formato da due ottimi articoli: la prefazione di Francesco Lato e una postfazione di Danilo Arona, riedizione riveduta e aggiornata di un precedente articolo pubblicato su Carmilla.
Di seguito l'elenco dei racconti pubblicati nell'antologia, dei quali all'interno troverete dove e quando sono stati pubblicati per la prima volta.
Irish whisky
A mezzanotte
Il nome della barca
Un racconto di fate a Whitechapel
La fortuna di Herbert
Nelle paludi del Fenn
La notte di Camberwell
L’ultimo canto di Madame Butterfly
Il salmone di Poppelreiter
Tra un bicchiere e l’altro
Joshua Güllick, prestatore su pegno
La vendetta
Il mio amico, il morto
Il coccodrillo
Una mano
L’ultimo sorso
La scimmia
La finestra dei mostri
Mezzanotte e venti
La bestia bianca
Il guardiano del cimitero
La buona azione
Il quadro
L’osservatorio
Gli strani studi del Dr. Paukenschlager
Il debito di Gumpelmeyer
Herr Hubich nella notte
Un volume imperdibile nella biblioteca di un amante del fantastico e della buona letteratura in generale.
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