Sono arrivati insieme Robert Rodriguez e Frank Miller, e tutto in loro faceva pensare a una strana coppia. Tanto robusto e sfacciatamente americano l'uno - Rodriguez - quanto singolare e inquietante l'altro - Miller. Li abbiamo incontrati nel corso di un evento speciale romano in cui, in seguito alla proiezione in anteprima di Sin City - Una donna per cui uccidere i due registi hanno risposto alle domande dei giornalisti e di cento studenti dello IED (Istituto Europeo del Design) ritirando infine il premio Romics d'oro conferito dall'organizzazione della fiera del fumetto capitolina, che quest'anno si svolgerà presso la Fiera di Roma dal 2 al 5 ottobre; nel corso del Romics 2014 si terrà inoltre, giovedì 2 ottobre, una proiezione speciale riservata a 250 spettatori di Sin City preceduta da un videomessaggio di Miller e Rodriguez.
Ci spiace confermare le cattive condizioni di salute di Miller, che per quanto ancora in grado di camminare, è ricorso all'aiuto di una sedia a rotelle per gli spostamenti. Nonostante questo la stanchezza non trapelava dalle sue parole, Miller ha risposto a tono a ogni domande rivoltagli dal pubblico. La discussione si è aperta con un discorso sulle sfide tecniche comportate dalla realizzazione di un film come Sin City. Girato quasi interamente con il green screen, Una donna per cui uccidere, a differenza del primo film del franchise, si avvale anche del 3D, ma l'esperienza è stata fondamentale: se ai tempi del primo Sin City nessuno del cast e della crew aveva dimestichezza con il green screen, in questo caso ognuno aveva un'idea precisa di quello che sarebbe stato il risultato finale, lavorando con più sicurezza e più determinazione. M&R hanno voluto mettere in chiaro durante la conferenza stampa che la scelta di avvalersi di tecniche così specifiche per girare Sin City non è stata solo una sfida ma una necessità artistica: tutto ciò che è stato inserito nel taglio finale del film è funzionale alla storia, ivi comprese le scene di nudo e di violenza che sono state lasciate per non modificare il significato e l'intento originario della romanzo grafico da cui Una donna per cui uccidere è tratto, A Dame to Kill for.
L'uso del bianco e del nero con sprazzi di colore isolati è un elemento che avvicina il cinema al fumetto, alla graphic novel in particolare. Miller ha rivelato di aver scritto e disegnato Sin City - e non solo - in un certo modo perché voleva che le sue opere fossero inadattabili per il cinema. E' poi stato Rodriguez a convincerlo del contrario, dimostrandogli che era possibile riprodurre sullo schermo una certa estetica ricercata che era tipica dei lavori di Miller. Da qui è nata la collaborazione tra i due, che sono riusciti a dar vita a un funzionale duo artistico dividendosi i compiti di regia, non senza far alzare qualche sopracciglio oltreoceano: creditare due nomi come regista di un film andrebbe infatti contro le regole della director's guild americana, ma Rodriguez era contrario a togliere il nome di Miller come regista, preferendo uscire dalla guild. Tra i due si è creato un rapporto simbiotico basato sulla messa in comune delle idee per creare un risultato finale godibile per lo spettatore che sommasse la creatività dei due co-registi. Miller e Rodriguez compaiono inoltre in un cameo nel film: tra i due avviene un dialogo metanarrativo all'interno di un apparecchio televisivo, a cui noi spettatori assistiamo insieme ai personaggi della vicenda. Il contributo di Miller infatti è stato fondamentale secondo Rodriguez, che ha affermato che proprio nel suo contributo sta la differenza tra Sin City e altri Cinecomic targati Marvel o DC: in altro prodotti dello stesso genere infatti la visione del disegnatore viene sempre cambiata dalla visione del regista, mentre in questo caso essendo il disegnatore allo stesso tempo regista il problema non si pone. Il film, inoltre, non è stato girato a Hollywood (definita un "tritacarne" da M&R), ma a Houston. Ma una volta che un prodotto come Sin City è stato portato al cinema è possibile fare un passo indietro e tornare al cartaceo? Miller ha ammesso di non conoscere la risposta a questa domanda: ormai, quando si siede alla scrivania e inizia a pensare a Marv è impossibile per lui non pensare a Mickey Rourke che lo ha interpretato nella versione cinematografica. Al momento non sta lavorando ad altri progetti grafici ambientati a Sin City, ma non esclude di tornarci in futuro.
Infine, Rodriguez e Miller hanno parlato del cast di Sin City, affermando di essere riusciti ad avere il miglior cast possibile. In particolare, si sono soffermati sulle più attese new entry di Una donna per cui uccidere, il Dwight di Josh Brolin - ruolo che nel primo film fu di Clive Owen - e la Ava di Eva Green. Inizialmente Owen sarebbe dovuto ricomparire nel film: avrebbero dovuto attendere circa sei mesi perché si liberasse da altri impegni lavorativi. Quando si è aggiunto al cast Josh Brolin è stata fatta girare anche a lui la scena in cui Owen sarebbe dovuto comparire - una scena in cui il volto del personaggio subisce dei cambiamenti giustificati dalla storyline - ma alla fine è stato deciso di tenere la scena con Brolin perché la sua performance era piaciuta. Per quanto invece riguarda la Ava di Eva Green, Miller ha ammesso di aver volutamente dato vita a un personaggio donna fatale, una predatrice spietata a cui Eva Green ha saputo dar vita senza tirarsi indietro.
L'incontro con i due registi è stato preceduto dalla proiezione stampa del film, di cui vi presentiamo una doppia recensione in anteprima, a cura della sottoscritta (che ha visto il film a Roma) e di Emanuele Manco, che invece ha partecipato alla proiezione milanese. Il film sarà in tutti i cinema da giovedì 2 ottobre 2014.
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