Autore: Kazuhiro Fujita (storia e disegni)
Titolo: Ushio e Tora
Titolo Originale: Ushio to Tora
Anno pubblicazione (JAP): 1990
Editore (JAP): Shogakukan
Anno pubblicazione (ITA): 1995
Editore (ITA): Granata Press – Star Comics
Volumi: 33 + speciali
Genere: shonen manga, azione, fantasy, horror
La trama in breve
Il protagonista del manga è un ragazzo, Ushio Aotsuki, orfano di madre, che vive con il padre Shigure, monaco kouhamei (una confessione buddista di monaci-guerrieri), in una casa adiacente ad un piccolo tempio.
Un giorno, per caso o per destino, Ushio inciampa in una botola che cela una stanza sotterranea, posta proprio al disotto del magazzino del tempio. Nella stanza, inchiodato al muro da una lancia magica, c’è un demone feroce e potentissimo: il Tora del titolo, ovviamente.
Tora si trova lì inchiodato da oltre 500 anni, in attesa di essere liberato da qualcuno che possa estrarre la Lancia della Bestia, magico artefatto costruito per combattere i demoni. Ushio, che è un po’ tonto ma mica del tutto stupido, non lo libera e decide di andarsene. A quel punto però, scopre con terrore che l’aura di potere sprigionata da Tora, una volta uscita dalla stanza, ha richiamato intorno al tempio molti demoni minori, che ora minacciano la sicurezza di due amiche del cuore di Ushio. In un classico “patto col diavolo”; Ushio accetta di liberare Tora in cambio della distruzione dei demoni.
Tora però, una volta libero, tenta comunque di mangiare Ushio e di andarsene: è a quel punto che il potere della Lancia della Bestia si rivela. Ushio, prescelto dalla Lancia, si trasforma in un guerriero abilissimo e dalle fattezze inquietanti: occhi spiritati, capelli lunghi, forza e agilità incredibili. Lui e Tora si liberano facilmente dei demoni minori e, alla fine, comprendono di essere fatalmente legati l’uno all’altro: Tora ha scelto Ushio come suo nutrimento, ma non può sconfiggerlo a causa del potere della lancia. Ushio, a sua volta, non ha intenzione di lasciare che un demone feroce come Tora vaghi libero per il mondo.
In viaggio per il Giappone tra demoni, mostri e leggende
Ushio e Tora è uno di quei manga che, per mille motivi, non andrebbero mai dimenticati.
Un manga che meriterebbe almeno un paio di ristampe, magari una in edizione deluxe. Esatto, tipo Berserk, oppure Bleach, Naruto, Death Note… Tutti manga ottimi, certamente (alcuni più, altri meno…), ma di cui forse non si sentiva la necessità di ventordici ristampe nel giro di un anno. Ushio e Tora, invece, non è mai stato ristampato. Addirittura alla Star Comics, quando prese in mano il titolo dopo il fallimento della compianta Granata Press, decisero di cominciare la serie dove la Granata l’aveva interrotta, cioè dal numero 14. Poi i fan devono avergli fatto notare che la mossa era stata un tantino scortese, visto che i volumi Granata erano introvabili, e il fumetto faticava moltissimo a trovare nuovi lettori, dato che la storia era iniziata un po’ troppo in medias res. Quindi, bontà loro, sulla collana Turn Over fecero uscire Ushio e Tora – Le Origini, ovvero i quattordici volumi Granata ristampati (meglio, c’è da dirlo) in 7 tankobon formato Star Comics “ciccione”.
Dopodiché, stampati quelli, stampati i 33 volumi della serie, diedero alle stampe quel piccolo gioiellino che è Le Origini di Tora… E fine.
Mai più ristampe.
Perché?
Qualcuno che leggesse adesso Ushio e Tora, con un po’ di occhio critico, e con uno sguardo approfondito al panorama manga odierno, se ne accorgerebbe immediatamente.
Disegni
I disegni di Ushio e Tora sono particolarissimi, perché Fujita ha proprio… la mano pesante. Tavole strapiene di inchiostro, horror vacui che di più non si può, un tratto deciso, violento, con le proporzioni sballate e modificate a seconda dell’effetto che il disegno deve dare in relazione alla storia in quel preciso momento. Certe tavole, più che un manga, sembrano un quadro di un pittore dei fauves. Inutile dire come in questo periodo in cui il disegno pulito, quasi asettico, fa furore (qualcuno ha detto gli sfondi quasi totalmente bianchi di Tite Kubo?!), i disegni di Fujita non andrebbero certo per la maggiore.
Eppure si tratta di disegni magnifici, che assecondano la storia, la valorizzano, ne trasportano situazioni ed emozioni trasformandoli in figura. Proprio quello che dovrebbe essere il disegno in un fumetto, secondo me. I tratti bestiali di Tora (e di altri demoni) sono resi in modo eccellente dalle proporzioni assurde, quasi sbagliate, che Fujita riesce a dare. E in certe scene la Maschera Bianca è quasi un capolavoro di espressionismo.
Storia e struttura
Ushio e Tora non è uno shonen classico.
Sì, insomma, ha gli elementi chiave che caratterizzano il genere: protagonista maschile, molti combattimenti, tante piccole storie/scontri che nascondono una minaccia più grande, magia, un pizzico di horror che non guasta mai… C’è tutto.
Tuttavia, gli manca (per fortuna, aggiungo io!) la struttura che da anni caratterizza la moltitudine di shonen che ha invaso gli scaffali delle fumetterie del nostro Paese:
1) Il protagonista (d’ora in poi P) scopre un segreto che lo riguarda
2) incontro con l’antagonista (d’ora in poi A1)
3) P e A1 combattono
4) P perde, ma sopravvive
5) P incontra il suo Mentore (M)
6) P è allenato da M
7) P e A1 combattono
8) P vince
9) Tornare al punto 2 e proseguire fino al termine della serie.
Sarebbe sciocco e inutile negarlo, del resto lo diceva anche Propp che le storie (le fiabe, nel caso) hanno una struttura e degli elementi comuni. Il fatto è che, oggigiorno, gli elementi comuni vengono riproposti sempre secondo la stessa struttura. E’ un dolore, da lettore di manga, ammetterlo, ma è così.
In Ushio e Tora, invece, le carte sono ben mescolate.
Ushio e Tora viaggiano, insieme, attraverso tutto il Giappone, e combattono, certo, e incontrano persone che saranno loro alleati, o loro nemici. Eppure, leggendo questo manga, non si ha mai la sensazione di essere in un videogioco, uno di quelli dove sconfitto un “boss” ne esce fuori uno più difficile, così da costringere il protagonista a fare “level up”. Ushio e Tora incontrano creature del folklore giapponese, mostri, demoni, animali parlanti, kappa e tante altre stranezze… Alcuni incontri non servono “a mandare avanti la trama”, semplicemente avvengono perché… Perché sembra naturale che avvengano. Perché è importante per la crescita di Ushio, e di Tora, e del lettore. Ecco, se dovessi dire, Ushio e Tora è più simile ad un romanzo di formazione che non a uno shonen.
Per questo sarebbe una lettura complicata, per il lettore di manga medio di oggi.
No fanservice, please
Cantava Mina: So quel che sempre piacerà al gran pubblico maschile? Che cosa?
Le tette.
Sì, dai, non neghiamolo, le tette piacciono.
Per questo gli shonen ne sono pieni.
Fateci caso, osservate gli shonen di successo, e cercate di individuarne qualcuno senza una bella e prosperosa ragazza che, a un certo punto, finisce per mostrare (più o meno esplicitamente) le sue grazie.
Naruto? Tsunade.
Bleach? Orihime, Yoruichi, Neliel… E così via.
One Piece? Nami, Nico Robin, Albida (trasformata, ovvio!: D)…
Si sa, capita. Attira.
Si chiama fanservice. Ai fan piacerebbe vedere una certa scena… e gliela si da. Perché il cliente ha sempre ragione.
Alcuni autori sono abbastanza bravi da regalare poco fan service, e nei momenti giusti, in modo da non sembrare “artefatto”. In altri manga il fan service è più “spudorato”, facendo risultare il prodotto di una qualità non eccellente (qualcuno ha detto Fairy Tail?!). Esistono anche tipi diversi di fan service: scene di combattimento “epiche” però inutili ai fini della storia, oppure siparietti comici tra personaggi solitamente seri: certi film della Marvel dovrebbero venirvi in mente, a questo punto.
In Ushio e Tora il fanservice è praticamente pari a zero.
C’è tutto quello che serve a far funzionare la storia, a parlare dei personaggi, a comunicare emozioni. Niente di più. Del resto non serve niente di più.
In conclusione
Ushio e Tora andrebbe letto da chi ama i combattimenti, perché cavolo se si danno belle mazzate.
Ushio e Tora andrebbe letto da chi ama le emozioni forti, perché ho pianto più per questo finale che per quello di Video Girl Ai, e ho detto tutto.
Ushio e Tora andrebbe letto dai fanatici del Giappone, perché Fujita ne fa un ritratto rurale meraviglioso e poetico, oltre a raccontare il folklore come nessun altro.
Ushio e Tora andrebbe letto da quelli che “Io, gli shonen? Ma sono da ragazzini!”, perché giuro che vi ricrederete.
Ushio e Tora andrebbe letto da quelli che “Io leggo solo shonen!”, perché ogni tanto cambiare sapori fa bene al gusto.
Ushio e Tora andrebbe letto, ma prima, visto che è difficile da trovare, andrebbe ristampato.
2 commenti
Aggiungi un commentoPure avendo amato Ushio e Tora posso solo notare che in italia lo stile di Fujita non piace come confermano le scarse vendite delle sue altre opere
Pienamente daccordo con te e complimenti per la recensione!
Adoro Ushio e Tora e ho pianto e riso e mi sono emozionato leggendolo molto più che con altri manga o con altre storie (vuoi di fumetti film o qualunque altra cosa).
Dici bene.
Ushio e Tora è più un romanzo di formazione che un manga ed è proprio questo che lo rende unico e da leggere ad ogni costo.
Di un paio di volumi ho anche la doppia copia, perchè ho letteralmente consumato la prima a furia di leggerla.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID