Non è un progetto che ho nell'immediato, ma è una possibilità più che concreta… ci vorrà solo un po' di tempo. E non posso dire di più, per ora.
Sei molto attiva sul tuo blog e sui social network. Ci parli del rapporto con i tuoi lettori?
Sono fantastici, che posso dire di più? Mi hanno sommerso di affetto, disegni, perfino cosplay… Un po' sul blog, un po' sul Facebook nella pagina pubblica o in quella privata, un po' su altri siti, non passa giorno senza che abbia l'occasione di interagire con loro. Si sono affezionati ai personaggi, hanno le loro «ship», mi scrivono nell'attesa del secondo volume… Ho sempre sperato di poter trasmettere con le mie storie le emozioni che i bei libri trasmettono a me quando li leggo, e quando parlo con i miei lettori mi fanno sentire come se ci fossi riuscita. E mi aiutano a superare i momenti difficili, le paure, i giorni in cui le parole non vengono o non sembrano bastare.
Tra tutti, ci tengo a ringraziare Nicoletta, che ha creato il profilo Facebook di Haniel e lo ha addirittura portato al Romics come cosplay, con l'aiuto di Marika Michelazzi che ha creato un'illustrazione perfetta come «presentazione» del personaggio.
Hai un tuo metodo di lavoro o un mantra che ti ripeti mentre progetti e scrivi una storia?
Musica accesa. Sempre. Quale musica, be', questo varia a seconda della storia e delle sue atmosfere, del mio umore, del momento. Poi, per me è importantissimo l'aiuto dei selezionati «betamartiri», i miei betalettori: con alcuni mi confronto già in fase di stesura e per tutta la durata del lavoro, dall'idea alla fine della fase di scrittura e revisione, con altri una volta che il romanzo è concluso. E poi, mi ripeto una frase di John Gardner che sta scritta su un post it vicino al mio computer: The true novelist is the one who doesn't quit.
Sembri molto a tuo agio a scrivere urban fantasy. Ti è capitato di cimentarti con altri generi come autrice?
All'inizio scrivevo fantasy classico sull'onda della lettura di Tolkien, come credo sia quasi inevitabile quando si incontra Il signore degli anelli a una certa età… ma ero giovane e inesperta e anche se si è trattato di un'utile palestra, che ha fatto emergere alcuni temi che poi ho approfondito e ancora mi interessano, non sono storie che ora mi rispecchino come autrice. Ho provato qualcosina di realistico, ma non posso farci nulla, il soprannaturale, in una forma o nell'altra, alla fine emerge sempre, come quando ho partecipato a Youcrime, dove si chiedevano gialli, thriller o noir, inviando un racconto che partiva sì dal thriller ma alla fine aveva una svolta fantastica. L'urban fantasy è il genere che in assoluto sento più «giusto» per me, per la mescolanza di fantastico e ambientazione e personaggi realistici, che potrebbero essere i vicini di casa di ciascuno di noi. Mi permette di giocare con lo stupore dei personaggi, di declinare le situazioni con sfumature horror piuttosto che ironiche, d'azione o surreali, a seconda del caso.
Quali sono a tuo parere i libri che ogni aspirante scrittore, in particolare di genere fantasy, non può non leggere?
Oh dèi, ce ne sarebbero così tanti che verrebbe davvero un elenco infinito! Posso dire che, a parte i classici ultranoti come il già citato Signore degli anelli, e qualcosa di Stephen King, come It e L'ombra dello scorpione, Gaiman, Pratchett, Bradbury, Matheson, Michael Ende… è bene anche pescare tra i romanzi che non sono giunti nel nostro Paese, e quindi allenarsi con l'inglese, per scoprire una quantità di storie meravigliose che magari qui hanno meno mercato e vengono trascurate.
Un libro che avresti voluto scrivere tu?
World war Z di Max Brooks, mille volte meglio del film omonimo, con il quale non ha praticamente nulla a che fare. Oppure L'ombra dello scorpione di King, un mio must.
Angelize e Angelize II sono pubblicati da Fabbri. Come è avvenuto l’incontro con l’editore? Proporre un romanzo di genere ti ha aiutata o penalizzata nella ricerca di una casa editrice?
Più che il fatto di proporre un romanzo di genere, il difficile è stato proporre un urban fantasy con una certa dose di ironia, anziché i classici paranormal romance o fantasy pseudomedievali. La ricerca di una casa editrice è stata lunga e complicata, ed è passata attraverso tutti i punti che qualsiasi aspirante esordiente conosce: mail che non ottengono risposta, infinite attese… Avevo a un certo punto trovato una casa editrice di media grandezza interessata, che però all'ultimo momento mi ha proposto un contratto inaccettabile: non a pagamento, sia chiaro, ma comunque con delle condizioni terribili per qualsiasi autore. Ormai vicina al termine ultimo per firmare o rifiutare, quasi senza speranza, mandai una mail a Fabbri… Pochi giorni dopo, mentre rientravo a casa una sera, mi chiamarono: avevano letto tutto l'altro romanzo che avevo spedito e quasi tutto Angelize ed erano interessati per la loro nuova collana fantasy, che ancora ai tempi non aveva esordito. Due giorni dopo li incontrai e fu fatta.
E lo so, se lo scrivessi in un romanzo i lettori mi direbbero che è un colpo di scena inverosimile.
Futuri romanzi nel cassetto?
Ce n'è uno che è già fuori dal cassetto e nelle mani di Fabbri, il primo di una… trilogia atipica, nel senso che si tratta di romanzi con in comune l'ambientazione e alcuni personaggi, ma protagonisti diversi e temi fantastici differenti, che quindi potranno essere letti come stand-alone oppure in sequenza indifferentemente; il secondo di questa trilogia l'ho concluso e consegnato al mio agente, il terzo è in stesura. Poi… ho un paio di idee in mente per romanzi piuttosto diversi, sempre di genere fantastico ma non più urban fantasy, bensì ambientati nel passato. Spero di cominciare il primo di questi, per il quale ho già personaggi e trama abbastanza definiti, per l'inizio del 2015. E poi ho altri progetti ancora… ma è ancora troppo presto per parlarne.
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