Seppur breve, la vita del matematico inglese Alan Turing (1913 - 1954) è stata densissima.
Il film comincia a raccontarla partendo da un episodio che poi ha determinato la catena di eventi che ha portato alla sua morte per suicidio: un apparentemente banale furto in casa. L'indagine sul furto sarà l'occasione per narrare in flashback il vero cuore del film, ossia il racconto del periodo in cui Turing ha contribuito a realizzare la macchina che ha decrittato il codice della macchina Enigma, con la quale i tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale criptavano tutte le loro comunicazioni.
Il film accenna appena al contributo di Turing (interpretato da Benedict Cumberbatch) allo sviluppo della matematica, inserendo solo alcune frasi durante il primo colloquio tra il matematico e il Comandante Denniston (Charles Dance), che dirigeva il centro segreto di Bletchley Park.
Altro elemento della narrazione sono gli ulteriori flashback sull'adolescenza e la formazione sentimentale di Turing.
I tre piani temporali si mescolano, con un montaggio non cronologico, volto a fare emergere al momento giusto quegli episodi che hanno contribuito a rendere Turing ciò che è nel 1952. Un racconto che alla fine non è affatto disordinato, ma risponde alla precisa intenzione di suscitare forti emozioni nello spettatore.
Se al contributo di Turing allo sviluppo della matematica e dell'informatica alla fine il film concede meno di quanto ci si aspetti, impostando nelle sequenze di Bletchley Park una tensione narrativa da autentica spy story, il film omaggia con il titolo l'altro importante ambito concettuale che lo ha visto all'opera: l'intelligenza artificiale, summa di tutta la sua ricerca precedente.
Con un dialogo, tra Turing e il poliziotto che indaga sul furto viene accennato il concetto di "gioco dell'imitazione", che nell'articolo “Computing Machinery and Intelligence”, è la sintesi con cui viene riassunta l'idea che ha portato a formulare quello che viene chiamato tutt'oggi il Test di Turing, ossia, detto in modo molto semplificato, un metodo per stabilire, interrogando due soggetti la cui natura è celata, se uno di essi sia una intelligenza artificiale.
Al di là delle considerazioni su cosa sia stato trascurato dalla fonte originale, la monumentale biografia di Andrew Hodges, Alan Turing. Storia di un enigma, il film diretto da Morten Tyldum è un prodotto confezionato con mestiere, con un cast in cui spicca ovviamente il protagonista Benedict Cumberbatch, attore che ormai sembra specializzato in ruoli dalla natura complessa. Il cast è formato poi da buoni attori inglesi, da Charles Dance (Game of Thrones) e Rory Kinnear, forse gli unici a riuscire a contendere la scena al protagonista (anche se il ruolo di Dance viene a un certo punto dimenticato dalla sceneggiatura), a Matthew Goode (Watchmen) ad Allen Leech (Downton Abbey) fino a Keira Knightley (Espiazione, Pirati dei Caraibi) nel fondamentale ruolo di Joan Clarke e a Mark Strong (Sherlock Holmes) in un ruolo enigmatico e ambiguo.
La ricostruzione d'ambiente appare accurata, con qualche momento di ricostruzione di eventi di guerra che concedono il giusto tributo allo spettacolo.
Il film è da prendere come uno spunto. Assolve allo scopo in modo quasi didattico. Si percepisce che c'è di più, ma i riferimenti sono tali da offrire spunti di approfondimento. La citata biografia di Hodges è, seppur ponderosa, di lettura agevole e completa il quadro storico, biografico e scientifico in modo accurato.
Se si vuole avere un quadro generale prima di tuffarsi nel complesso mondo di Turing il film è una partenza accettabile, ma è necessario andare oltre, per amore di completezza, per rendere pienamente giustizia a un delle menti più brillanti non solo del XX secolo, ma dell'intera storia dell'umanità.
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