Non molto tempo fa abbiamo segnalato la nascita di Acheron Books, nuova casa editrice digitale, e parlato degli autori che hanno inaugurato le sue pubblicazioni. Questa volta desideriamo rivolgere qualche domanda al suo direttore editoriale, Adriano Barone.
La Acheron Books pubblica narrativa fantastica italiana (fantasy, fantascienza e horror) direttamente in lingua inglese, distribuendola in tutto il mondo in formato e-book.
Le pubblicazioni sono ovviamente disponibili anche in italiano.
Ciao Adriano, e grazie della disponibilità. Tu hai pubblicato un romanzo, Il ghigno di Arlecchino, scritto i testi di un fumetto illustrato da Fabio Babich (e non è l’unico), adesso sei direttore editoriale di Acheron Books, e di sicuro ho dimenticato qualcosa. Cosa ti ha spinto in questa nuova avventura?
Ci si lamenta sempre dello stato dell’editoria italiana, del fatto che la speculative fiction in Italia non abbia mercato. Semplicemente ho pensato che se avessi rinunciato a questa opportunità e la possibilità di cambiare anche minimamente la situazione che questa opportunità offriva non avrei più avuto nemmeno il diritto di lamentarmi.
Uno dei tratti distintivi di Acheron è la pubblicazione in inglese fatta da madrelingua, come affermate nel vostro comunicato: ritieni che questa operazione possa rivelarsi economicamente sostenibile?
Sì, o Acheron non esisterebbe.
Gli autori contribuiscono alla traduzione con la loro conoscenza della lingua o in altro modo?
Diciamo che un contatto diretto con lo scrittore è utile da parte del traduttore, in quanto in presenza di passaggi particolarmente difficili uno scambio di informazioni tramite e-mail o telefono aiuta a chiarire eventuali dubbi con velocità. Devo dire che tutti gli autori sono molto rapidi nel dare un feedback al proprio traduttore.
Perché puntare su “un’ambientazione italiana, un’ispirazione alla nostra tradizione storica e folkloristica”?
L’Italia è ancora fonte di fascinazione per tutto il mondo per la sua storia, per l’arte, la cucina, le sue bellezze naturali. Abbiamo pensato di riportare questa fascinazione nella narrativa fantastica, che – con le dovute eccezioni – tende a ricalcare alcuni schemi ben precisi, in cui la mediterraneità e l’italianità in particolare sono assenti. Quindi con i romanzi Acheron vogliamo andare a coprire quell'esigenza di diversità che secondo noi esiste nel pubblico internazionale di lettori di speculative fiction.
Tra le vostre prime pubblicazioni abbiamo Luca Tarenzi con un urban, Davide Mana con un fantasy storico orientale, Samuel Marolla con un noir sovrannaturale, Alessio Lanterna con un technofantasy. Poi pubblicherete Livio Gambarini con un romanzo storico, se non sbaglio. In pratica, che parametri deve avere un autore per essere pubblicato da voi, oltre al setting italico?
Il setting italico, e possibilmente una trama che si riconnetta in qualche modo alla storia, all'arte, al folklore italiano. E inoltre cerchiamo idee originali e il meno possibile derivative. Ci interessano romanzi autoconclusivi e non saghe interminabili.
Pensi di pubblicare qualcosa di tuo con questa casa editrice o ti manterrai “super partes”?
Non scriverò nulla. Trovo che l’idea di pubblicare per la medesima casa editrice nella quale si ha un ruolo editoriale non sia proprio il massimo. Quindi svolgerò rigorosamente un’attività editoriale e basta.
Veniamo a qualche dettaglio tecnico: modalità d’invio, lunghezza preferibile? Nel vostro progetto c’è spazio per le raccolte di racconti?
Le nostre linee guida sono riportate sul nostro sito www.acheronbooks.com
Richiediamo di mandare una breve proposta, 10 righe che spieghino la trama e una logline che ci faccia capire che abbiamo a che fare con un high concept.
Se ci sembra interessante, chiediamo una trama più dettagliata e parte del manoscritto per valutare la qualità della prosa.
Se si supera anche questo secondo passaggio, si può cominciare a ragionare sulla pubblicazione.
Al momento le raccolte di racconti non rientrano nei nostri piani editoriali.
Nel vostro cammino, avete raccolto qualche aneddoto meritevole di essere raccontato in questa sede?
Niente di particolare, se non qualche autore a cui è stato chiesto di leggere le nostre submission guidelines prima di inviare la propria proposta e che hanno inviato la medesima pochi secondi dopo. Chiaramente queste proposte non rientravano nelle nostre linee guida editoriali, che evidentemente non erano state lette.
Quali sono le difficoltà più frequenti in cui vi imbattete quotidianamente?
Semplicemente ci sono molteplici attività da seguire contemporaneamente, e a volte non è facile dare priorità ai diversi lavori: in certi momenti sembra che ogni singola attività sia urgente e importante.
Nel vostro mondo ideale, che volto avrebbe l'editoria?
Nel mio mondo ideale la gente leggerebbe più libri, e senza particolari fossilizzazioni su un genere solo, ma con una curiosità e un’apertura mentale che spingano a sperimentare un po’ di tutto. Insomma, vorrei non dover sentire più frasi come: “L’horror/la fantascienza non mi piacciono”, o “Il fantasy è roba per bambini.” O il terribile: “Non leggo fumetti.”
Due consigli agli scrittori: cosa fare e cosa non fare assolutamente quando si rivolgono a voi?
Ho già risposto parzialmente in precedenza. Per sintetizzare…
Cosa fare: è sufficiente seguire le nostre submission guidelines di cui ho riportato il link prima.
Cosa non fare: non cerchiamo fantasy classico, young adults e paranormal romance, quindi non inviateci materiale di questo tipo. Non cerchiamo saghe di centinaia di volumi, quindi pensate a un buon romanzo autoconclusivo. Non inviare ripetutamente richieste relative alla lettura del manoscritto: leggiamo e diamo una risposta a tutti, ma vi chiediamo gentilmente di avere pazienza.
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