Se dovessimo chiedere ai bambini di parlarci delle sirene probabilmente la descrizione che verrebbe fuori più spesso sarebbe quella del cartone animato La Sirenetta. L’immagine della bella, dolce e coraggiosa Ariel deriva, pur attraverso i consueti enormi cambiamenti apportati dagli studi Disney alla fonte originale, dall’omonima fiaba di Hans Christian Andersen. Esiste però tutta un’altra tradizione, molto più vicina a noi, che parla delle sirene come di creature pericolosissime, capaci d’incantare i marinai con il loro canto e di condurli alla morte. Quanto alla coda di pesce, si tratta di un dettaglio definito molto tempo dopo la prima comparsa delle sirene nelle nostre storie, ma esistono narrazioni che parlano di un corpo mostruoso notevolmente diverso.
L’archeologa Helga Di Giuseppe, curatrice della collana Monstra per la casa editrice Scienze e Lettere, ha deciso di riproporre ai giovani lettori gli antichi miti rifacendosi alle fonti classiche ma mostrando come queste storie parlino di sentimenti umani e possano essere importanti anche oggi. La sua attenzione si è focalizzata sui mostri intesi in senso antico come creature grandi, strane, esagerate. Il mostro era qualcosa di incontrollabile ma anche l’antagonista naturale dell’eroe, che ne aveva bisogno per affermarsi. Nella maggior parte dei casi i mostri dell’antichità erano personificazioni della natura, come il fiume Acheloo, fanciulli o fanciulle particolarmente belli e abili in qualche arte, come Medusa e Aracne, o ancora esseri socialmente pericolosi perché rifiutavano le regole correnti, come le Sirene protagoniste del secondo volume della collana, colpevoli di non volersi sposare. Le loro anomalie suscitavano l'odio e l’invidia degli dèi che li trasformavano in qualcos’altro per fermarli e mortificarli nella loro bellezza e bravura.
L’idea alla base di questo progetto è il riscatto. I mostri si presentano in prima persona raccontando la storia che li vede protagonisti senza filtri e mediazioni e spiegando il processo che li ha portati a diventare quegli esseri strani che sono. Attraverso le loro parole vediamo le loro peculiarità, la loro bellezza e la loro arte fino a capire che forse i veri mostri non sono loro ma chi ha manipolato la loro esistenza, credendosi in diritto di farlo grazie a sentimenti ancora attuali come presunzione, arroganza e invidia. Il percorso proposto mira ad aiutare lo sviluppo emotivo del bambino sviscerando il terribile mondo delle punizioni e delle ingiustizie.
Sirene è stato scritto da Helga Di Giuseppe e Felice Senatore e illustrato da Martina Vanda.
Dall’introduzione
Le Sirene nella mitologia classica appartengono alla categoria degli ibridi, per metà animali e per metà esseri umani: degli uccelli avevano zampe e lunghe ali, delle donne il volto incorniciato da lunghi capelli e il busto e le braccia, con cui reggevano strumenti musicali. Solo a partire dall’epoca alto-medievale (VII-VIII sec. a.C.) vengono trasformate in quegli esseri marini per metà donne e per metà pesce che ben conosciamo. Molto rappresentate fin dall’età arcaica nella pittura vascolare, sono protagoniste di un noto episodio del XII libro dell’Odissea, ma Omero non le descrive. Sono inquietanti presenze anche nella saga degli Argonauti, dove si confrontano con l’abilità del musico Orfeo, e in numerose altre opere della letteratura antica, come le Metamorfosi di Ovidio. Non è chiaro quale fosse la loro origine e la loro prima sede, ma certamente uno dei luoghi in cui fu individuata la loro dimora in Occidente è la Penisola Sorrentina. Le Sirene, che in Omero erano due, divennero tre, perché tre erano le isole chiamate Seirenoussai (odierni Li Galli), e il loro mito si evolse e si estese ad altre località del Mar Tirreno comprese tra il golfo di Napoli e la Calabria, località che, secondo la tradizione, accolsero i loro corpi trasportati dalle onde dopo il suicidio. Gli abitanti edificarono sepolcri e istituirono il culto della Sirena morta che li aveva raggiunti: Partenope, nel territorio che poi sarà Napoli, Leucosia a Poseidonia/Paestum e Ligeia a Terina, in Calabria. La mitografia estremamente complessa che le riguarda ha tra le poche certezze il fatto che il dio-fiume Acheloo, a cui abbiamo dedicato il primo numero della collana Monstra, fosse loro padre. Loro madre era forse Gea (la dea Terra), forse una delle Muse (Tersicore, Melpomene o Calliope) e per questo anche le Sirene erano versatili nelle arti del canto e della musica. Infatti, loro peculiarità era quella di sedurre con la forza della voce e della musica. In particolare, vengono raffigurate mentre suonano strumenti a corda, a fiato e a percussione, come la lira, la cetra, il doppio flauto, il tamburello e le nacchere. L’oggetto del loro canto, per quello che ci dice Omero, è la promessa di conoscenza, ma incantano anche con la lode delle imprese compiute dagli eroi naviganti, come Ulisse, che le incontrano durante il loro viaggio e ne restano perdutamente e rovinosamente ammaliati, fino a dimenticare tutto, la famiglia, la patria e persino se stessi. In questo racconto, è la sirena Partenope a presentarsi al giovane lettore nella veste di fanciulla birichina, dal bel canto, portatrice di tremendi guai per chiunque la incontri ….salvo che per uno che scoprirete.
Gli autori
Helga Di Giuseppe è archeologa, esperta di cultura materiale di periodo repubblicano, imperiale e tardo-antico. I suoi interessi scientifici spaziano dall’archeologia della produzione ceramica e tessile, all’archeologia del sacro, alla storia dell’insediamento urbano e territoriale, nonché all’economia delle ville romane. Da anni, fortunatamente approdata nella ‘Terra delle Sirene’, ne segue le appassionanti e ‘incantevoli’ vicende e, presa dal «rovinoso incanto» che l’accomuna a Felice Senatore, è qui per restituire ancora una volta con fantasia e conoscenza.
Felice Senatore, storico, è direttore della rivista Oebalus. Studi sulla Campania nell’Antichità. Si è occupato della storia e delle istituzioni delle popolazioni dell’Italia antica all’epoca della Roma repubblicana, ma da sempre il «rovinoso incanto» del Golfo di Napoli, da Pithekoussai a Capri, passando per Pompei e la Valle del Sarno, lo tiene prigioniero con i suoi miti e le sue storie.
L’illustratrice
Martina Vanda (Roma 1978) è autrice e illustratrice di picture books, designer e ceramista. I suoi libri illustrati sono pubblicati in Italia e all’estero da Lirabelle éditions (Francia), Fineo editorial (Spagna/Messico), Orietal Babies & Kids Co. (Cina), Tajamar (Chile); sono inoltre tradotti e distribuiti in vari paesi d’Europa e America. Dal 2012 dirige le autoproduzioni TunnellingP. Sirene è il primo libro illustrato che realizza per Scienze e Lettere. Suoi clienti sono anche Feltrinelli editore, Il Nuovo Rinascimento e La Vanguardia. Martina ha all’attivo premi e riconoscimenti internazionali tra cui la selezione alla Mostra Illustratori di Bologna (2012 e 2015), alla Biennale di Bratislava (2012), CJBook Award Korea (2010), Premio Qwerty (2010). Il suo libro illustrato ¡Estela Grita muy fuerte! ha venduto oltre centomila copie. Realizza esposizioni con illustrazioni e ceramiche d’autore in Italia e all’estero.
Helga Di Giuseppe e Felice Senatore, Sirene
illustrazioni di Martina Vanda
Scienze e Lettere – collana Monstra – 52 pag. – 13,00 €
9788866870746
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