Nel mese di agosto la casa editrice Castelvecchi ha pubblicato un romanzo famoso e letto in tutto il mondo: si tratta de Il serpente Ouroboros (The Worm Ouroboros, 1922) di E. R. Eddison, un autore che J.R.R. Tolkien considerava come “il più grande e convincente scrittore di mondi immaginari che avesse mai letto” e leggendo il romanzo ora in libreria non gli si può dare torto.
Non si tratta di una assoluta novità in quanto il romanzo fu pubblicato dalla Fanucci Editore nel lontano 1992, ma è ormai una edizione ormai quasi introvabile e per molti lettori sarà quindi una vera e propria novità.
Il Serpente Ouroboros è un simbolo antichissimo che rappresenta un serpente che si morde la coda ricreandosi continuamente e formando un cerchio, rappresentando così la natura ciclica delle cose, la teoria dell’eterno ritorno, quella dell’Uno-Tutto. Insomma tutto quello che è rappresentabile attraverso un ciclo che ricomincia dopo aver raggiunto la propria fine.
L’autore del romanzo è stato un alto funzionario governativo ma era anche uno studioso delle antiche lingue nordiche, in particolare delle saghe islandesi e il presente romanzo viene considerato un precursore del famoso romanzo di J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli.
Il protagonista iniziale del romanzo è un terrestre di nome Lessingham che si trova ad attraversare un portale che lo proietta su di un mondo alternativo conosciuto come Mercurio (che però non è il pianeta del nostro sistema solare)
Su questo pianeta due nazioni sono in lotta, sono Demonland e Witchland.
La prima nazione, Demonland è guidata dal guerriero Lord Juss e dai suoi fratelli, mentre Witchland è dominata dal re-negromante Gorice XII, aiutato dal machiavellico Lord Gro.
Nella narrazione il lettore seguirà le varie vicende dei protagonisti delle due nazioni (il protagonista terrestre Lessingham, non appare più nelle varie avventure), le forze che si contrappongono sono enormi, uno scontro tra guerrieri e stregoni, tra onore e perfidia; con un viaggio che ha per meta una montagna incantata dove sarà possibile trovare la salvezza o la distruzione.
Un romanzo che avvince il lettore e lo tiene “attaccato” al volume sino all’ultima pagina.
L’autore
Eric Rocker Eddison (Leeds, 1882-1945)
Studioso delle leggende nordiche, dopo Il serpente Ouroboros, suo esordio nella narrativa, ha scritto il ciclo noto come «Trilogia di Zimiamvia», poesie e riscritture di saghe nordiche, già apprezzato dai suoi contemporanei J.R.R. Tolkien, C.S. Lewis e James Stephens, è oggi riconosciuto come uno dei padri dell'epic fantasy, irrinunciabile punto di riferimento per generazioni di autori, da Ursula K. Le Guin a Clive Barker, fino a Michael Moorcock.
La quarta di copertina
Come in un sogno, Il serpente Ouroboros ci trasporta in una terra lontana governata dalle leggi della magia, dove due regni sono in lotta per la gloria o la distruzione totale. Il duello mortale tra Gorice, il Re stregone di Witchland, e Goldry, Signore di Demonland, segna l'inizio di una guerra che coinvolgerà eroi, mostri, incantatori e principesse, trascinati nel vortice delle armi fino all'inaspettato finale. Pubblicalo nel 1922, il romanzo fonde in una nuova forma letteraria elementi dell'epica classica, delle saghe nordiche, dei poemi cavallereschi e del romanzo gotico: è l'atto di nascita del fantasy, molti anni prima che Tolkien, amico e attento lettore di Eddison, creasse la Terra di Mezzo. L'ipnotico stile dell'autore evoca la presenza del soprannaturale e le passioni barbariche rimanendo fedele allo spirito delle antiche leggende. «Questa non è né un'allegoria né una favola», scrive, «ma una storia da leggere per il proprio piacere». Narrativa pura, dunque, sorretta da una prosa ricchissima e dalla fantasia di un vero creatore di mondi.
E. R, Eddison, Il serpente Ouroboros (The Worm Ouroboros, 1922)
Traduzione Bernardo Cicchetti
Castelvecchi - Collana Narrativa - Pag. 418 - 22,00€
ISBN 9788869442346
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