«Difficile distinguere la saggezza dalla vigliaccheria» ribatté seccamente Skara.
La ministrante serrò la mascella. «Sono certa di averti insegnato maniere più consone che insultare un ospite. La nobiltà non si mostra col rispetto ricevuto dall’alto, ma col rispetto accordato a chi sta in basso. Le parole sono armi. Andrebbero maneggiate con la cura che meritano.»
Jenner scacciò gentilmente via qualsiasi accenno di offesa. «La principessa Skara ha senz’altro ragione. Ho conosciuto molti uomini più coraggiosi di me.» sorrise triste, sfoggiando un contorto assortimento di denti con parecchi vuoti. «e ne ho visti seppellire la maggior parte, uno dopo l’altro.»
«Coraggio e lunga vita difficilmente vanno bene a letto» disse il re, svuotando ancora la coppa.
«Un re e la birra non sono una coppia migliore» aggiunse Skara.
«Non mi è rimasto altro che birra, nipote. I miei guerrieri mi hanno abbandonato. i miei alleati hanno disertato. Hanno fatto giuramenti quando era bel tempo, giuramenti saldi come querce finché brillava Madre sole, ma pronti ad avvizzire quando le nubi si addensano.»
Non era un segreto. giorno dopo giorno, Skara aveva osservato il molo, impaziente di vedere quante navi avrebbe portato re Uthil del Gettland, quanti guerrieri avrebbero accompagnato il celebre Grom-gil-Gorm del Vansterland. giorno dopo giorno, mentre spuntavano le foglie che poi gettarono ombre maculate, e infine imbrunirono e cadde- ro. non arrivarono mai.
«La lealtà è comune nei cani ma rara negli uomini» osservò Madre Kyre. «Un piano basato sulla lealtà è peggio che non averlo affatto.»
«E allora cosa?» chiese Skara. «Un piano basato sulla codardia?»
vecchio, ecco l’aspetto di suo nonno mentre le si rivol- geva con occhi annebbiati e l’alito che sapeva di birra. Vecchio e sconfitto. «sei sempre stata coraggiosa, Skara. Più coraggiosa di me. Non c’è dubbio che il sangue di Bail scorra nelle tue vene.»
«È anche il tuo sangue, mio re! Mi hai sempre detto che solo mezza guerra si combatte con le spade. l’altra metà si combatte qui.» E Skara si premette la punta di un dito sulla tempia, così forte da farsi male.
«Sei sempre stata astuta, Skara. Più astuta di me. Gli dèi sanno che potresti dire agli uccelli di scendere giù dal cielo quando ti aggrada. Combatti quella metà della guerra, dunque. Donami l’astuzia profonda che faccia tornare indietro gli eserciti del Gran Re e salvi la nostra terra e il nostro popolo dalla spada di Yilling lo splendente. Che possa risparmiarmi l’infamia dei termini stabiliti da gran Madre Wexen.»
Skara abbassò lo sguardo al pavimento coperto di paglia, il viso in fiamme. «Vorrei poterlo fare.»
Ma era una ragazza di diciassette inverni e, sangue di Bail o no, la sua testa non aveva risposte da eroina. «Mi dispiace, nonno.»
«Anche a me, bambina.» re Fynn si lasciò ricadere all’indietro e chiese altra birra. «Anche a me.»
«Skara.» Fu strappata da sogni inquieti, ritrovandosi al buio, col viso spettrale di Madre Kyre illuminato da un’unica candela tremolante.
«Skara, alzati.»
Lei scostò le pellicce, ancora impacciata dal sonno. Dall’esterno provenivano strani rumori. Grida e risate.
Si stropicciò gli occhi. «Che succede?»
«Devi andare con Jenner il gramo.» A quel punto Skara notò il mercante, appostato sulla soglia della camera da letto. una sagoma scura, la zucca ispida, lo sguardo a terra.
«Cosa?» Madre Kyre la tirò per le braccia. «Devi andare ora!» Skara stava per mettersi a discutere. Come sempre. Poi
vide l’espressione della ministrante e ciò la indusse a obbedire senza fiatare. Prima di allora non aveva mai visto Madre Kyre spaventata.
Fuori non sembravano più risate. erano pianti. voci selvagge. «Che sta succedendo?» riuscì a gracchiare.
«Ho commesso un terribile errore.» gli occhi di Madre Kyre saettavano avanti e indietro dalla porta. «mi sono fi- data di gran Madre Wexen.» strappò il bracciale dorato al braccio di Skara. Quello che Bail il Costruttore aveva indossato in battaglia; alla luce della candela, il rubino brillava scuro come sangue appena versato. «Questo è per te.» lo porse a Jenner il gramo. «se giuri di portarla a Thorlby sana e salva.»
gli occhi del razziatore ebbero un guizzo colpevole men- tre lo prendeva. «lo giuro. un giuramento per il sole e per la luna.»
Madre Kyre strinse dolorosamente forte le mani di Skara.
«Qualunque cosa accada, tu devi vivere. È questo il tuo compito adesso. Devi vivere, devi essere una guida. Devi combattere per il Throvenland. Devi rappresentare il suo popolo come se... non ci fosse nessun altro.»
Skara aveva la gola così serrata dalla paura che riuscì appena a parlare. «Combattere? ma...»
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