Mavis e Johnny si preparano a coronare il loro sogno d’amore con un matrimonio in grande stile all’hotel Transylvania. Ormai anche Dracula ha dato il suo benestare, convinto che avere come genero umano non è la cosa peggiore che gli potesse capitare. Quando poi i due piccioncini gli annunciano che presto diventerà nonno, il conte è più che felice di accogliere nel suo hotel la famigliola in dolce attesa. Peccato però che quando il piccolo viene al mondo, non è per niente chiaro se svilupperà le proprie qualità da vampiro e, quasi varcata la soglia dei cinque anni, tempo oltre al quale i canini non scendono più, Mavis progetta di trasferirsi a vivere tra gli umani. Dracula però è deciso a rendere il nipotino un vero vampiro e insieme agli amici Frank, Murray, Wayne e Griffin, porta il piccolo a intraprendere quella dovrebbe essere una spaventosa avventura per trasformarlo in un mostro a tutti gli effetti.
A fronte di un budget di 85 milioni di dollari, il primo Hotel Transylvania incassò solo al box-office statunitense 148.300.000 dollari e in tutto il mondo 358.300.000 dollari. Con queste cifre non stupisce allora che la Columbia abbia provato a replicare il successo con questo secondo capitolo, non cambiando i membri di una squadra vincente. A dirigere c’è ancora Genndy Tartakovsky, con la stessa verve manierista del primo film e, insieme a lui nel soggetto e nella sceneggiatura, Adam Sandler e Robert Smigel, quest'ultimo noto per aver scritto alcuni episodi del Saturday Night Live.
Ritmo incalzante, personaggi chiassosi e simpatici, gag divertenti stanno alla base del successo del franchise, dichiaratamente più interessato alla forma che alla sostanza. Se nel primo capitolo il tema era quello dell’adolescenza e di come i genitori debbano lasciare i figli prendere la propria strada, nel secondo è l’accettazione di chi sia ama, comunque esso sia. Una moralina semplice semplice, diretta ai bambini che l’afferreranno senza problemi, aiutati anche dall’umorismo dark che ha nella Famiglia Addams il suo capostipite più illustre.
Fortunatamente, però, Hotel Transylvania 2, riesce a fare delle gag ben costruite, dell’assurdità di alcuni personaggi (la new entry Blob) e della trovata di far interagire mostri con la tecnologia moderna, vedi chiamate con Skype, l’uso dello smartphone e il filmati su Youtube, i sui punti di forza, riuscendo a divertire anche chi di battute sui mostri ne ha già viste un bel po’. Non tutto il film regge e ci sono dei cali di ritmo, soprattutto quando la storia si sposta in California e mostra il confronto tra Mavis e mondo degli umani, ma sono comunque ben controbilanciate da altre davvero ben riuscite, come l’"addestramento” del piccolo Dennis. Certo, nessuno si aspetti filosofia e introspezione alla Inside Out ma spesso si ride di gusto, il che non è poco.
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