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Difficoltà
Lo stomaco ha ricominciato a darci dentro con foga e passione. Speravo che il rollio del treno mi aiutasse a dormire, ma non c’è speranza. Come si può appisolarsi con un ferro rovente piantato nella pancia?
La bottega del Carminati è già venduta, addirittura pochi giorni dopo la sua morte, ma è rimasta chiusa. Finestre sbarrate. Porta inchiodata da assi. L’ha comperata una società fittizia collegata a una certa Pandora inc. Avere conoscenze alla facoltà di economia si è, alla fine, rivelato utile. Sembra che questi tizi abbiano mani in pasta in numerose attività, dalle telecomunicazioni, alla ristorazione, passando per videogiochi, autonoleggi, terreni e industrie di ogni tipo. Cosa accidenti se ne fanno di una bottega in un paesello sperduto della Pianura Padana? Lo stomaco spruzza ancora dolore acido. Il saporaccio mi arriva fino in gola. Ho un’idea precisa del discorso che mi rovescerà addosso mia madre. Parole mirate a centrare punti deboli, sensi di colpa e nervi scoperti. Ha ventisei anni di esperienza che l’hanno aiutata a costruire una mappa precisa della mia mente e del mio cuore.
Quando l’università è diventata un bagaglio troppo ingombrante da portarmi appresso, ho dovuto cedere all’evidenza. I voti hanno subito una decrescita costante, mentre la fatica per assimilare i concetti dell’economia e del commercio s’innalzava fino a vette inarrivabili.
─ Ti sei ingozzato dei miei sacrifici e ora mi ripaghi in questo modo?
Le sue prime parole, peggio che scudisciate. Poi le ho detto che intendevo continuare l’attività del signor Carminati.
─ Un figlio idiota! Ecco chi ho cresciuto, un idiota ingrato!
Non mi parla da quattro mesi, sbatte padelle, trascina i piedi e borbotta tutto il giorno. È riuscita a farmi sentire un ingrato, su questo ha avuto gioco facile, ora che torno da Milano con le pive nel sacco ci sta bene pure l’idiota. Non so che cavilli ci siano in ballo, sta di fatto che al paese non posso neppure aprire l’attività. Alla camera di commercio l’impiegato ha appena scosso il capo, parlando di prescrizioni, piano regolatore e sovrapposizione di attività. In un paese di undicimila anime? Il ventre esplode di nuovo dolore. Forse dovrei cercarmi un lavoro e chiuderla qui, mettermi in fila come tutti i giovani della mia età grati per qualche ora a un call center o dietro il bancone di un fast food.
Alla stazione devo farmi violenza per scendere, inforcare la bici e pedalare per i quattro chilometri che mi separano da casa mia. Se non altro il movimento diluisce un po’ la tensione.
─ Mamma sembra che non possa aprire l’attività qui.
Vedo già la sua faccia delusa, l’incurvarsi della schiena. Forse meglio star zitto, ma alle parole non dette crescono punte e spine. Le parole non dette rimangono a rigirarsi dentro l’organismo ospite. So bene io.
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