Nella nuova edizione illustrata de Harry Potter e la Pietra Filosofale, pubblicata da Salani in contemporanea con l'uscita inglese, le illustrazioni di Jim Kay danno alla saga di Harry Potter ciò che le era sempre mancato: un immaginario visivo all'altezza del racconto. Kay, che già si era fatto notare in passato per il suo lavoro in libri come Sette Minuti dopo la Mezzanotte, di Patrick Ness, si è rivelato la scelta perfetta per dare nuova linfa alla saga di J. K. Rowling con immagini di grandissima raffinatezza, conturbarti, misteriose. Soprattutto, immagini in piena sintonia con tutti gli elementi del libro, dai più divertenti e leggeri – e qui le illustrazioni sono sature, con colori solari – ai più cupi e inquietanti – in cui l'immagine si fa tonale, chiaroscurata, i bordi si sfaldano e la lettura dell'illustrazione è meno immediata, lasciando al singolo lettore la possibilità di interpretarla come crede. Nessun altro illustratore era riuscito a cogliere l'intera ampiezza dello spettro narrativo della saga della Rowling. Al meglio erano riusciti a coglierne gli aspetti più sognanti e magici, editando accuratamente gli elementi al confine con l'horror e il gusto tipicamente inglese per l'inquietitudine. Con la parziale eccezione delle opere di Alvaro Tapia per l'edizione svedese, si era preferito, in generale, dare alle illustrazioni potteriane la chiave di lettura più infantile tra quelle possibili.
Jim Kay, che non ha fatto mistero di essere un fan del lavoro di Alan Lee e John Howe, concept artist delle due trilogie di Peter Jackson, ha raccontato in una recente intervista di aver avuto la necessità di approcciare questo lavoro pensandolo "in tre dimensioni", proprio come la scenografia di un film; costruendo modelli di Hogwarts, studiando mappe di Diagon Alley, cercando tre bambini che dessero i volti giusti ai suoi Harry, Ron e Hermione. Questa attenzione al dettaglio e solidità di basi si percepiscono chiaramente nel lavoro finale, ricchissimo non solo di riferimenti visivi, ma soprattutto culturali. Un esempio? La forma che l'illustratore ha scelto di dare ai pezzi degli scacchi citati nel racconto. Gli scacchi disegnati da Kay sono palesemente ispirati a quelli più famosi del Regno Unito, gli antichi, grotteschi e misteriosi scacchi ritrovati sull'isola di Lewis e ora conservati al British Museum; sconosciuti a un giovane lettore italiano, potrebbero essere molto più familiari a un inglese perché al British Museum sono osservati ogni anno da migliaia di classi in gita scolastica. Se questo è un esempio dell'approccio di Jim Kay al mondo di Harry Potter, sarà interessante tenere gli occhi bene aperti per i prossimi volumi della saga.
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