Oltre un milione e seicentomila euro per il primo week-end di Neverland - un sogno per la vita, il nuovo film di Marc Forster appena arrivato in Italia a bordo della gratificante pubblicità portata da ben sette candidature ai prossimi Oscar. La critica è concorde sull'assoluta qualità del lungometraggio, come potete leggere nella rassegna a fine articolo, così come applaude le interpretazioni di Johnny Depp e Kate Winslet, entrambi candidati per la statuetta più ambita di Hollywood.
Superato nella classifica settimanale addirittura quel The aviator di Martin Scorsese che prenota un'incetta di premi il prossimo 27 febbraio, e che deve accontentarsi del secondo posto con "appena" 1.185.000 euro.
Da sottolineare un ottimo quinto posto per Elektra, lo spin-off del non troppo apprezzato Daredevil. Ottimo non tanto per il risultato in sé, quanto per aver dimostrato di potersi scrollare di dosso lo scomodo fardello della sua non felice origine. Il film, che vede protagonista una bravissima Jennifer Garner, sembra infatti superare in qualità quello del Diavolo rosso, interpretato da Ben Affleck nel 2003, dove proprio il personaggio di Elektra fece la sua prima apparizione. L'incasso di oltre mezzo milione di euro è un chiaro sintomo che la moda della trasposizione dei supereroi è ancora lontana dal suo tramonto (con buona gioia dei produttori dei prossimi Fantastici Quattro, Wonder Woman, Green Lantern, Ghost Raider, Flash e chi più ne ha più ne metta).
Nella top-ten resiste anche La foresta dei pugnali volanti che, alla sua terza settimana di proiezione, supera i due milioni di incasso.
Ecco la classifica dei primi dieci:
1 Neverland - Un sogno per la vita 1.636.812 €
2 The aviator 1.184.859 €
3 Ma quando arrivano le ragazze? 631.357 €
4 Squadra 49 568.926 €
5 Elektra 520.182 €
6 Alexander 358.702 €
7 Saw - L'enigmista 341.592 €
8 Il giro del mondo in 80 giorni 327.438 €
9 Che pasticcio Bridget Jones! 273.891 €
10 La Foresta dei Pugnali Volanti 222.278 €
Breve rassegna della critica:
La nostra recensione: http://www.fantasymagazine.it/cinema/66
Stefano Solinas - Il giornale
Evitando la favola edificante o la rilettura dissacratoria e pruriginosa Finding Neverland ci racconta il meccanismo creativo di chi cattura nell’infanzia quelle energie vitali che ti potranno soccorrere solo se ti ricorderai di averle possedute, il piccolo principe che dorme in ciascuno dl noi, le uniche che da grande ti permetteranno di dare un senso a quella cosa misteriosa, etErnera e unica che si chiama vita.
Tullio Kezich - Il corriere della sera
(...) bisogna riconoscere che Johnny Depp, l'attore prediletto da Marlon Brando, riesce a far intravedere l'anima del personaggio. Purtroppo un'anima inventata. (...) bisogna riconoscere che dal contesto manieristico emerge una vivacissima evocazione dell' ambiente teatrale, rinforzata da un certo sostegno della forza di Dustin Hoffman che impersona il produttore. Negli altri ruoli brillano di luce propria Julie Christie (la madre malmostosa di Sylvia) e la giovane Radha Mitchell (l'allarmata moglie di Barrie), qui perfino più brava che in Melinda e Melinda. Insomma di fronte a Neverland chi si contenta di una bella favola, gode; e chi preferisce saperne di più, può cercare i fatti autentici in vari libri come il godibilissimo The Peter Pan Chronicles di Bruce K. Hanson. Per concludere che nelle innumerevoli trasformazioni del «ragazzo che non voleva crescere» vince sempre l' immaginazione al potere.
Mariarosa Mancuso - Il Foglio
(...) Per quale mistero sia stato candidato a ben sette Oscar, sfugge a noi e agli altri spettatori che hanno visto il film da svegli. Passi per Johnny Depp, bravo e assai più leggiadro di James M. Barrie, seppur privo del sollievo che la nicotina forniva alle sue emicranie. Con la bandana in testa, oppure i vellutini da Conte Dracula appena un po’ ripulito, fa sempre una splendida figura. Guastata soltanto dal moccioso, e relativi fratellini, con cui gioca alla guerra, fa naso contro naso, costruisce tende e capanne con i plaid, organizza picnic nel parco di Kensington, proprio dove Peter Pan avrà la sua statua commemorativa. Le altre sei nomination sono il frutto di lunghe dormite, nel caso migliore. Nel caso peggiore, di gusti perversi che vedono talento laddove spadroneggiano il costumista e lo scenografo (...)
Leonardo Jattarelli - Il Messaggero
Benvenuti nella favola di Mr. J.M.Barrie, che inizia il suo lungo, meraviglioso, immaginifico, scoppiettante, commovente, antropologico viaggio tra terra e cielo, ragione e desiderio, dolore e follia sulle ali del sogno. 'Finding Neverland' di Marc Forster, gioiello di narrazione e invenzione cinematografica prende quota da subito, senza avvertire che quel Mr. J.M. Barrie è nientemeno che il papà di Peter Pan, lo scrittore eterno bambino come l'eroe dell'Isola che non c'è. E che quei ragazzi della famiglia Llewelyn Davies diventeranno i suoi figli, leggeri viaggiatori diretti alla seconda stella a destra, magari tra le pagine di un libro o dentro un teatro, il sontuoso Duke of York's. L'importante e crederci.
Maurizio Turrioni - Famiglia Cristiana
(...) poetico e intenso al punto da conquistare anche i critici più smaliziati (...). Un’originale, commovente storia d’amore sullo sfondo di un calibrato affresco d’epoca, vivacizzato dalle interpretazioni di Kate Winslet (la vedova), Julie Christie (sua madre), Dustin Hoffman (l’impresario teatrale) e un Johnny Depp ispirato protagonista.
Alessandra Levantesi - La Stampa
(...) Inutile dire che Depp è perfetto come uomo che le traversie e i dolori inducono a trovar rifugio in una dimensione fantastica e innocente. E la regia di Foster (lo svizzero tedesco di Monster's Ball), nonostante una struttura prevedibile e non sempre ben calibrata, trova momenti assai felici, tanto che mezza sala ha pianto nel finale tutte le sue lacrime.
Marco Spagnoli - Il Corriere della Fantascienza
Un film da non perdere per la sua capacità di sorprendere e di seguire un doppio piano visivo in grado di commuoverci profondamente e – al tempo stesso – di darci fiducia.
Fino a quando sapremo – anche noi – credere nelle fate, o in qualsiasi cosa esse rappresentino, allora, qualche brandello dell'innocenza del nostro essere bambini sarà rimasto ancora integro. Una forza da tenere dentro di noi e da difendere strenuamente come ha fatto Barrie alla ricerca di una verità personale fuori dagli schemi e lontana dalla prevedibilità. Un capolavoro perfetto per un'epoca come la nostra in cui i sognatori sono ancora guardati con un certo sospetto...
Antonello Rodio - Castlerock.it
Marc Forster, in una prova certamente più riuscita del pur discreto Monster's Ball - L'ombra della vita, è riuscito invece a trovare un magico equilibrio, non debordando mai (se non per brevi tratti) nella lacrima facile.
Una fiaba toccante, che riesce a commuovere con molto garbo. E grazie alla quale il triste rito marzulliano “I sogni aiutano a vivere meglio” acquista tutto un altro spessore.
Giorgio Nerone - 35mm.it
Ha coraggio, Forster, nel trasformare la genesi di un capolavoro dell'infanzia in uno studio sul dolore, con mezzi esattamente opposti a quelli di "Monster's Ball". Lì calcava la mano sulle tragedie personali dettate da un destino annichilente e da un ambiente familiare condizionante. Qui ci parla, con leggerezza e sobrietà sempre evidenti, di come reagire: giocando alla finzione, senza mentire, come solo i bambini possono.
Andrea Francesco Berni - Badtaste
Al di là del significato intrinseco di Neverland, la difficoltà principale sta nel ritmo forzato di alcune scene, come quando il gioco dell'aquilone viene utilizzato per presentare i caratteri dei personaggi e l'impostazione educativa della madre - soluzione piuttosto banale. Scontata anche la regia di Marc Foster (tedesco al suo esordio americano con Loungers, seguito da due nomination all'Oscar per Monster's Ball, di cui una trasformatasi in statuetta per Halle Barry), che per mostrare la fusione tra immaginario e reale accosta riprese quasi oniriche (e in definitiva spesso grottesche) agli eventi reali.
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