Siamo al capolinea. La storia di una ragazza che per salvare sua sorella ha scatenato una rivolta è giunta al suo capitolo finale.
Se ci pensiamo un attimo, molti grandi cambiamenti non sono dovuti a grandi visioni, ma a intenzioni e obiettivi del tutto personali.
Katniss Everdeen, sempre interpretata ovviamente da Jennifer Lawrence, nel primo Hunger Games non voleva altro che salvare la sorella Prim (Willow Shields) da un destino crudele, ritrovandosi a dover salvare se stessa e il suo compagno d'avventure Peeta (Josh Hutcherson).
Si è dovuta lasciare tutto alle spalle, l'amato Gale (Liam Hemsworth) in primis.
Tutta la saga è alla fine la storia di una ragazza che vorrebbe essere lasciata in pace. Salvata la sua vita, si trova a essere un simbolo. Se all'inizio l'avversario, il grande burattinaio sembrava essere il Presidente Snow (Donald Sutherland), la Presidente Coin (Julianne Moore) del Distretto 13 non sembra essere immune a usare ogni intrigo possibile per vincere la sua battaglia. Katniss, da involontaria pedina in mano a menti raffinate, fra tutti lo stratega Plutarch Heavensbe, il compianto Philip Seymour Hoffman, crescerà nella consapevolezza di sè, diventando finalmente padrona del suo destino?
È quello che scopriremo in quest'ultimo capitolo. Nel quale nodi, intenzioni, archi narrativi e intrecci di vicende personali e collettive arriveranno alla loro risoluzione.
Qualcuno vivrà, qualcuno morirà in modo epico. Lo scontro finale si rivela essere una sorta di ultima e decisiva edizione degli Hunger Games, ambientata a Capitol City. In tutte le sue dinamiche: sia come lotta contro elementi ostili e trappole messe ad arte, sia come scontro con compagni di squadra che hanno intenzioni differenti. Di chi si potrà fidare Katniss nella Squadra 451?
Hunger Games: il canto della rivolta – Parte 2 è un film che tutti gli appassionati di Hunger Games si berranno d'un fiato, nonostante i 136 minuti, forse non sempre tutti necessari.
Sarà molto facile per loro collegare i pezzi, ricostruire gli elementi che la riduzione cinematografica accenna e decostruisce.
Riguardo all'allestimento cinematografico, i set reali, pescati in varie località europee per restituire una Capitol City che è un misto di imponenza, di storia ma anche di mollezza e decadenza, sono la migliore intuizione visiva del film.
Altresì, sul fronte della fantasia pura il film osa poco e perde alcune occasioni per stupire. LA lucertole mutanti che Suzanne Collins descrive come un mix tra lucertola, uomo e chissà cos'altro
per esempio, sono figure abbozzate e poco immaginifiche tanto quanto lo erano gli zombie-vampiri di un film precedente di Francis Lawrence, Io sono leggenda.
In ogni caso la scena nelle fogne darà alle fan le emozioni che si aspettano, nel bene e nel male. E altro non posso dire.
A chi non conosce i libri, ma ha seguito le vicende cinematografiche con interesse, sarà dato comunque un finale forse leggermente inferiore alle aspettative, ma facendo la media con l'intero ciclo il bilancio rimane positivo. Siamo davanti a una saga d'intrattenimento complessivamente ben fatta che rimarrà nel cuore del pubblico per molto tempo.
Oggi gustiamocene il finale, domani cominceremo a scoprire se Hollywood mollerà la presa o sono già all'orizzonte prequel o sequel.
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