Il papà di Veronica Mars torna in televisione con la serie I Zombie, tratta dall'omonimo fumetto edito da Vertigo (la linea "adulta" della DC Comics), una storia che mixa elegantemente il teen drama e gli zombie in maniera più oculata e meno melensa dell'intollerabile Warm Bodies.
Protagonista della serie appena sbarcata in Italia (negli USA siamo già alla seconda stagione) è Olivia "Liv" Moore, aspirante chirurgo e ragazza modello della middle class americana risvegliatasi Zombie dopo una festa movimentata da Alcool, droga e bevande energetiche.
Diventata, per facilitare il reperimento di cibo, assistente coroner della polizia di Seattle, utilizza le proprie abilità Zombie per aiutare il detective Babineaux a risolvere numerosi casi di omicidio.
La cosa interessante è il sunto che questo show fa della cultura zombie riunendo varie versioni del morto rianimato senza davvero escluderne nessuna a partire dall'origine virale/chimica o infettiva molto in voga negli ultimi anni senza tralasciare il mistero sciamanico e l'origine mistica derivante dal Voodoo.
Di questi zombie sappiamo poco: la loro natura è infettiva (e contagiosa tramite unghie, morsi o fluidi corporei come in 28 giorni dopo) derivante dall'interazione di una bevanda energetica con una partita della droga chiamata Utopium tagliata con una sostanza rimasta ancora misteriosa.Alcuni indizi e misteri sorgono con la scoperta che l'ingrediente segreto della bevanda energetica…sia estratto proprio dagli zombie creando un circolo vizioso ed un enigma ancora da rivelare.
Quanto alla componente esoterica, il sostrato mistico viene lasciato in secondo piano e viene mantenuto attraverso richiami simbolici come il ruolo dello stesso detective Babineuax, uno dei nomignoli affibbiati al Baron Samedí, Loa (o spirito) guardiano dei cimiteri e pastore di Zombie del folklore haitiano.
Oltre ad essere un compendio di Zombie culture, la serie si differenzia da altri prodotti di genere non solo per l'ottica non mostruosa della protagonista, che riesce a restare quasi normale mangiando regolarmente cervelli umani, ma per il recupero del valore sociologico del morto vivente andato perduto dopo l'opera di George Romero.
Già il nome della protagonista ci da qualche indizio "Liv Moore", "vivi di più" o "più viva" stuzzica l'occhio di chi guarda lo show sperimentando la nuova vita della nostra eroina, più viva ed attiva che mai proprio nella morte.
Morte fisica contro morte cerebrale, su questo filo si muove la serie grazie alla capacità di Olivia nell'assumere, insieme ai pasti, i tratti caratteriali delle persone di cui si nutre ottenendo un punto di vista diverso sul mondo episodio dopo episodio.
Consapevolezza di essere morti come schiavi della società, morti dentro e morti cerebralmente oppressi dalla televisione, dal denaro e dal consumismo, in pratica l'intere "poetica" Romeriana riportata al 2015 con tutte le sue ipocrisie e follie.
La serie strutturalmente è un "supernatural procedural" di nuova generazione che ibrida superpoteri/magia con il procedurale (erede del poliziesco e padre del Crime) dando nuova vita al secondo genere le cui stelle, Castle e Bones, stanno ormai per eclissarsi.
Non mancano gli ormai consueti riferimenti alla cultura pop e hai fumetti con particolare attenzione nell'usarli per stemperare le situazioni più scabrose visto che Thomas non si lascia scappare momenti quasi splatter e sequenze che omaggiano i capisaldi del genere.
Difficile non apprezzare su tutti la performance di Rose McIver (già Trilly di Once Upon a Time) che episodio dopo episodio, carattere dopo carattere, da prova si una schizofrenica capacità camaleontica di mutare non solo la propria recitazione, ma anche e soprattutto la mimica corporea adattandola ai diversi "cervelli" mangiato dal proprio personaggio.
Una serie interessante che si pone come nuova visione e compendio sugli zombie, un prodotto interessante ed innovativo da parte della CW sempre più attenta alla produzione di show rivolti ad un pubblico adolescenziale sempre più esigente.
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