Da oggi 16 dicembre 2015 Star Wars: il risveglio della Forza è nelle sale cinematografiche italiane.
L'articolo che state leggendo nasce dalla considerazione che, forse, il giorno in cui vidi Guerre Stellari per la prima volta, fu anche quello in cui decisi che nella vita mi sarei dedicato al mondo della fantasia.
Insomma ritengo sia "colpa" di George Lucas e della sua saga, insieme forse ai supereroi Marvel se state leggendo dal 2008 articoli scritti dal sottoscritto sul mondo del fantastico, se sono nate le storie che ho raccontato come scrittore.
I film della saga sono gli unici di cui ricordi esattamente il cinema in cui li ho visti, nello specifico del primo, il Golden di Palermo, ora teatro per quanto ne so. Nello stesso cinema vidi quello che, abbastanza comunemente, considero il film migliore dell'intera saga: L'Impero colpisce ancora. Ricordo ancora il senso di impaziente attesa con cui uscii dal cinema, parzialmente deluso dal suo cliffhanger finale, ma allo stesso tempo emozionato per un film che univa alla spettacolarità e allo spensierato gusto dell'avventura del primo episodio, grandi temi da dramma epico, grazie alla perfetta sceneggiatura di Lawrence Kasdan e Leigh Brackett, grande scrittrice per il cinema (basti citare Il Grande Sonno, tra gli altri) e di fantascienza, che morì prima di vedere al cinema la concretizzazione di una delle sue ultime opere.
Io sono quello che sono grazie a Star Wars
. È la prima considerazione che mi viene in mente quando penso a quale ruolo abbia avuto Star Wars nella mia vita.
Ma io ho 47 anni, e ho avuto l'occasione di vederlo al cinema, di ricordare (a malapena) come fossero il mondo della fantasia e l'industria cinematografica dell'intrattenimento prima, e vivere dal 1977 a oggi il mondo che l'arrivo di Star Wars ha creato.
Mi è venuto spontaneo chiedere a chi collabora con me in questa rivista quale fosse invece il ruolo di questa saga. La redazione è composta infatti non solo da miei quasi coetanei, ma anche da ragazze e ragazzi di generazioni successive.
Ecco di seguito le considerazioni su Star Wars dei redattori di FantasyMagazine che hanno risposto al mio appello, in rigoroso ordine alfabetico per cognome.
Bruno Bacelli
Sono uno dei pochi che, pur non avendo niente contro l'universo di Star Wars, non ci trova nulla di speciale. Ho l'età per ricordare l'incredibile impatto del primo film, le code al cinema, l'entusiasmo.
Non era un periodo in cui frequentassi molto il cinema, per cui mio padre ci andò e ne parlò bene, ma non ci andai io. Qualche anno dopo, quando il film arrivò in televisione, ebbi una sensazione di leggera delusione. Tutte queste scene di "GUERRE" stellari non c'erano, era una storia piena di avventura vecchio stile con un classico impero cattivo ed elementi di misticismo un po' ingenuo, un insieme che allora non sapevo si definisse "space opera" ma che non mi convinceva particolarmente – e a quei tempi non avevo letto ancora un libro fantasy – mentre tranne la famosa scena finale, peraltro assai avanzata per i tempi, le battaglie tanto promesse latitavano. Non metto in dubbio la spettacolarità. La prima trilogia ha ovviamente fatto epoca, la successiva ha alcune scene veramente eccezionali, posso dire che ho visto tutti i film con piacere ma non è scattata la molla dell'entusiasmo. Confesso di aver sempre tifato per l'impero, pur sapendo che avrebbe perso.
Simone Bonaccorso
Nel 1999, quando arrivò nei cinema il primo film della seconda trilogia, avevo 6 anni e probabilmente ero troppo preso dalle carte dei Pokemon per interessarmi alle astronavi e alle spade laser. E quando arrivò in televisione (insieme alla prima trilogia), non riuscii mai a vedere un episodio fino in fondo: mi addormentavo sempre prima del finale. Dovetti aspettare il secondo episodio, L'attacco dei cloni, per andare al cinema con tutta la famiglia e, finalmente, appassionarmi alla saga, restando a bocca aperta dall'inizio alla fine, rapito da quel ragazzo sfrontato che poteva fare quasi tutto. È una cosa da jedi
ripetei per ore uscito dalla sala. Per questo, nonostante la prima trilogia meriti molto più della seconda (parere personale ovviamente!), il secondo episodio resta il mio preferito e Anakin, anche nella veste di Darth Vader, il personaggio per cui ho sempre tifato.
Maria Cristina Calabrese
No! Provare no! Fare, o non fare! Non c'è provare!
Questa è stata, da sempre, la mia citazione prediletta dall'universo di Star Wars, e ovviamente, il personaggio a me più caro è lui, Yoda.
Ho sempre preferito i primi tre film (in ordine di uscita) per questioni affettive, e per l'ammirazione che hanno suscitato in me, piccola e inesperta conoscitrice di fantastico, per rappresentare con mezzi totalmente rudimentali rispetto a oggi, ma non per questo meno capaci di emozionare. Non ricordo quando li vidi per la prima volta completi, prima si sono susseguiti una serie infinita di tentativi frammentari.
Non mi reputo un'esperta, e nemmeno una fan sfegatata, ma è una di quelle saghe che vorrei cercare di riguardare almeno quel paio di volte a lustro (la somministrazione annuale è, probabilmente, per gli appassionati seri).
Che la forza sia con voi, anche stavolta!
Pia Ferrara
Sono cresciuta con Guerre Stellari. Quando i film venivano trasmessi in TV si guardavano dall'inizio alla fine, in religioso silenzio, come fosse la prima volta. Mio padre ne è appassionatissimo e credo di aver ereditato questo entusiasmo da lui.
Da bambina amavo particolarmente C-3PO, ridevo a crepapelle appena apriva bocca. Adesso "tifo" per il Jedi più potente di tutti, il maestro Yoda. Se avessi una spada laser la vorrei verde. A casa ho ancora i film in VHS.
Martina Frammartino
Io ho "scoperto" la saga di Star Wars piuttosto tardi, quando la prima trilogia aveva già fatto diversi passaggi televisivi. Il fatto di sapere in anticipo che si trattava di un'opera importante per il genere era un elemento presente nella mia testa ma non fondamentale, la curiosità era rivolta soprattutto all'interpretazione di Harrison Ford di cui ero diventata una fan qualche tempo prima. Mi sono innamorata all'istante di quel film che poi sarebbe stato chiamato Una nuova speranza, e ho amato quasi altrettanto i due seguiti. Ci sono piccoli passaggi nella trama o elementi che non mi convincono del tutto, ma visto che questa è una fiaba – usano spade laser e astronavi, ma è pur sempre una fiaba con la sua ambientazione tanto tempo fa in una galassia lontana lontana – non è fondamentale che ogni passaggio sia logico o che la tecnologia sia la migliore possibile. Conta l'atmosfera, e quella è resa magnificamente.
In seguito ho visto al cinema La minaccia fantasma, film che non mi è piaciuto, perciò ho ignorato ogni altra produzione legata al mondo di Star Wars.
Qualche tempo fa, stufa di cartoni animati per bambini, ho deciso di far vedere alle mie bimbe di nove e sei anni alcuni film che piacciono anche a me, in modo da apprezzare anch'io la visione insieme. Una delle prime opere che ho mostrato loro è stata Una nuova speranza. Ora abbiamo la casa piena di gadget legati a Star Wars, con R2-D2 (chiamiamo sempre i personaggi con i nomi originali indipendentemente dalle traduzioni italiane) che ha le attenzioni maggiori.
Irene Grazzini
Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…
Ero in un piccolo paesino sperduto nelle Alpi, a Moena. Agosto torrido. Un mortorio per una bambina di 4 anni. Mentre cercavo di giocare a biliardo con dei ragazzi più grandi (che mi snobbavano apertamente), mi accorsi che alla TV stava passando un film strano: una specie di deserto, con un mostro simile a una grossa rana, qualcuno imprigionato nella grafite e un tizio che combatteva con una spada laser… mi sono messa a sedere a gambe incrociate sul pavimento (con grande gioia degli altri bambini a cui non rompevo più le scatole), fin quando non sono arrivati i miei genitori a trascinarmi a pranzo. E addio alla mia possibilità di vedere come andava a finire la storia.
Finita la vacanza, raccontai a mio zio di quel film e lui, da bravo nerd, si illuminò:
Ah, il terzo di Guerre Stellari!
, sancì.
Eh sì, perché a quel tempo si parlava di Guerre Stellari, non di Star Wars, e c’erano solo tre film. Poco importava che nel titolo comparisse a caratteri cubitali “episodio IV, V e VI”, nell’immaginario collettivo si parlava di “film 1, 2 e 3”. E io, guarda caso, avevo cominciato dalla fine, con Il ritorno dello Jedi. Per questo fra i tre è il film che mi è rimasto più impresso e a cui sono più affezionata. Ho adorato lo scontro con il Rancor sotto il trono di Jabba (e uno dei miei personaggi di D&D si è trovato in una situazione molto simile circa 2 mesi fa in un’avventura dell’Adventurers’ League di Montreal. Però il master non mi ha fatto infilare nel pertugio sotto il muro, purtroppo… Fra parentesi, ho scoperto che i versi del Rancor venivano da un barboncino che apparteneva al vicino di casa di George Lucas: il cane gli abbaiava sempre e lui ha registrato i versi e li ha modificati per farne suoni mostruosi!), i piccoli orsacchiotti della luna boschiva e la scena culmine tra la principessa Leila e il comandante Han Solo. Insomma, chi non ha mai voluto dire: Ti amo
a un tipo come Harrison Ford? E lui che risponde da macho: Lo so.
Però, se lo facesse il mio fidanzato, sono sicura che sarebbe meno romantico…
Detto questo, non vedo l’ora che esca il nuovo film e allo stesso tempo ne sono terrorizzata, perché ho paura di veder sgonfiare un mito della mia infanzia. Mancano pochi giorni… comunque sia, sarà un bel regalo di Natale farmi portare al cinema a vederlo.
Marco Guadalupi
Da bambino era molto impegnato a intrufolarmi in templi maledetti e a recuperare artefatti per aiutare anche i Jedi e percorrere le vie della Forza. Ho visto Star Wars superata la soglia dei venti anni, ma non per questo mi sento meno fan di altri.
Il mio preferito è Episodio IV, proprio perché ha dato il via al mito cinematografico. In generale, sono "affezionato" alla vecchia trilogia per motivi prettamente tecnici: adoro le vecchie animazioni, i fondali dipinti e i modellini.
Andrea Massacesi
Prima ancora di riuscire a vedere i film di Star Wars, ciò che sferzò la mia immaginazione di bambino spingendola al galoppo più sfrenato furono i giocattoli della Kenner che i miei cugini possedevano. Quelle action figures, quei veicoli e quegli scenari possedevano un fascino ibrido tra l'antico e il tecnologicamente avanzato che non poteva lasciare indifferenti. Si trattava di un universo fantastico che chi era nato come me a metà degli anni Settanta non aveva mai visto realizzarsi in modo così pervasivo.
Guardare i film fu poi una gioia assoluta per gli occhi accompagnata una tensione continua nello svoltare ogni angolo di quell'universo così 'altro' e così incredibilmente ricco, che poteva riservare meraviglie e far accapponare la pelle un attimo dopo. E la sensazione fu quella che decine, centinaia, migliaia di altre storie, in quello stesso universo, potessero essere raccontate. Perfino su un pianeta apparentemente privo di vita come Hoth, quello della sequenza iniziale de L'Impero Colpisce Ancora, secondo atto della prima trilogia a essere realizzata e quello che ho sempre preferito: da bambino, per quella strepitosa battaglia tra i ghiacci che faceva trattenere il respiro; da adulto, perché è forse il momento più cupo e tragicamente epico dell'intera epopea.
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