Il tema di Good Kill di Andrew Niccol fino a qualche anno fa sarebbe stato di pura fantascienza.
Ethan Hawke, già protagonista del celebre Gattaca di Niccol, è qui Tommy Egan, un Maggiore dell'Aeronautica degli Stati Uniti che è passato dal pilotare i caccia in zona di operazioni agli APR (Aeromobili a Pilotaggio Remoto), volgarmente detti Droni.
La sua base è nel deserto del Nevada, vicino a Las Vegas, ben lontana dai teatri delle operazioni in Medio Oriente.
Ma le conseguenze delle azioni, se non fisiche, ci sono tutte e non da sottovalutare. La guerra con i "droni" è tutt'altro che un videogame, come insegna a tutte le nuove reclute il superiore di Tommy, il Tenente Colonnello Johns (Bruce Greenwood). Le persone che vengono uccise da remoto sono vere, non pixel.
E Tommy, posto sia davanti alle conseguenze dell'evoluzione tecnologica che alla valutazione che non tutte le azioni che gli ordinano di compiere siano giuste e moralmente inattaccabili, avrà una vera e propria sindrome traumatica da stress, che lo porterà sulla soglia dell'alcolismo e a rischiare di perdere la bella moglie Molly (January Jones).
Tentato anche dalla bella collega Vera Suarez (Zoë Kravitz), con la quale condivide quello stato di complicità portato dal dover tenere il segreto sugli eventi estremi vissuti, Tommy dovrà capire come risolvere i suoi conflitti interiori per non soccombere.
Niccol tenta con questo film di raccontare almeno due importanti temi: il primo è che non è più necessario, non sempre, raccontare lo spaesamento e le conseguenze sulla nostra vita dell'evoluzione tecnologica usando la fantascienza. Se in altre opere spingeva alle estreme conseguenze i temi, in questo caso non ne ha bisogno. In questo caso la realtà ha superato, anche nel peggio e forse soprattutto, la fantasia.
Il secondo tema è quello della guerra giusta, dell'esportazione della democrazia con le bombe, che porterà anche a conflitti espliciti il protagonista con colleghi e superiori.
La messa in scena purtroppo non è all'altezza degli scopi. La tensione si sublima senza mai veramente arrivare a fare sussultare lo spettatore. Anche momenti che dovrebbero essere di altissima suspense scivolano via molto in fretta.
È un peccato, la carne al fuoco era tanta, e i temi del film meritano attenzione per la loro estrema attualità.
Niccol ha comunque il merito di provarci sempre, anche sbagliando, come tutti i buoni autori, non cedendo al facile linguaggio del blockbuster.
Comunque un film da vedere, per riflettere.
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