Se gli universi distopici hanno un merito, è quello di trasporre una serie di tematiche molto attuali legate alla politica, alle condizioni sociali o economiche sottoforma di storie, per lo più di formazione, con sullo sfondo il nostro mondo che si è evoluto o involuto in varie forme.
In questo caso, nato dalla fantasia di Pierce Brown, il genere umano che ormai ha raggiunto livelli di tecnologia sorprendenti, è arrivato a vivere su Marte, dopo aver abitato sulla Luna ma, same old story, i popoli sono divisi in gruppi, a seconda del colore di pelle e capelli, che ne identificano le caste.
Ovviamente il protagonista è nella casta dei reietti, ovvero i Rossi. Sono la forza lavoro, ma sono pieni dignità e fierezza, anche se bistrattati dalle altre caste perché beoni, rumorosi e poveri, molto poveri. Li chiamano Subinferi.
Darrow è uno di loro. Ha sedici anni ed è (già) sposato con la bella Eo; la considera tutta la propria vita, e arriverebbe anche a perderla per lei.
La giovane rossa, invece, lo esorta a vivere per qualcosa di più, ma il ragazzo non capisce le parole della bella moglie che, di lì a poco, sarà uccisa sul patibolo in diretta streaming: ha osato cantare i versi proibiti, una canzone che incita all’amore, alla libertà, in qualche modo alla ribellione. Dalla morte di Eo, nonostante Darrow pensi che sia arrivata anche la propria fine, inizia tutto: il giovane è un prescelto, e probabilmente destinato a cambiare le sorti del suo mondo.
Come lo farà? Chi lo aiuterà? Non vi dirò di più se non di leggerlo, perché, credetemi, saranno soldi e soprattutto tempo ben spesi.
Avete presente la mietitura degli Hunger Games (Suzanne Collins) e la battaglia con cui poi ne dovrebbe restare solo uno? Avete presente le Case di appartenenza, ognuna con le proprie caratteristiche, di Harry Potter (J.K. Rowling) o le cinque fazioni in cui gli uomini sono distinti in Divergent (Veronica Roth)? Ricordate il terribile labirinto di Maze Runner (James Dashner), studiato apposta per mettere alla prova i giovani buttati al suo interno? Ricordate la cerimonia con cui giovanissime generazioni di uomini e donne vengono destinate a una professione per tutta la vita (e controllate) in The Giver – Il mondo di Jonas (Lois Lowry)? Ricordate gli dei romani e le loro caratteristiche?
Ora provate a pensare a una storia che racchiuda tutte queste caratteristiche ma, a pensarci bene, il solo consiglio da darvi è di leggerlo e basta, Red Rising – Il canto proibito; perché usare il termine “somiglianza” o dire che abbia questi elementi in comune con le saghe sopracitate non gli rende affatto giustizia.
Nell’immaginario delle storie di formazione e negli universi distopici mancava un libro come questo, come mancava un autore con lo stile dello statunitense Pierce Brown, classe 1988 e una sapienza creativa (e forse un po’ di sano cinismo) come non se ne vedevano da un po’. Almeno, questo è il giudizio al termine della vorace lettura del primo libro della sua trilogia (Golden Son e Morning Star non sono ancora arrivati in Italia, ma speriamo di saperne di più a breve).
Seppure il mio giudizio sia molto positivo non ha tenuto conto dalle entusiastiche recensioni oltreoceano, tantomeno dai rumors che lo darebbero già pronto per una trasposizione cinematografica firmata, tra l'altro, da un grande regista come Marc Forster, che di film con interessanti risvolti psicologici e complessità se ne intende abbastanza (Neverland – Un sogno per la vita, Stay – Nel labirinto della mente, Vero come la finzione, World War Z), pertanto ecco gli aspetti che trovo utile sottolineare: l’introduzione di elementi mitologici e a tratti fantastici in un romanzo distopico tendenzialmente fantascientifico, danno un valore molto interessante all’intera storia, permettendo di ricostruire il carattere dei personaggi, magistralmente descritti e ben congeniati, e che bene si inseriscono nella trama. Quest’ultima, probabilmente prevedibile come lo sono tutte le storie di formazione, in questo primo capitolo ha presentato una valida quanto solida struttura, in cui bene sono stati inseriti colpi di scena e strutturato il susseguirsi delle vicende, con un certo gusto perverso per il rischio da parte di Brown, che però vi renderà impazienti di procedere con la lettura del secondo episodio, per capire non solo a che gioco stia giocando e dove andrà a parare lui stesso, ma anche il suo Darrow.
La scorrevolezza della storia è sicuramente uno dei punti a favore di questo primo libro. Brown non si trastulla in informazioni o dettagli inutili, tutto succede con il giusto ritmo, con la giusta attesa, con i giusti tempi. Niente è lasciato al caso, ve ne accorgerete, e niente è risolto in modo semplicistico. Questo aspetto è indubbiamente aiutato da un interessante verve stilistica. Il giovane autore scrive bene, e bene ha tradotto Edoardo Rialti. Non sarete disturbati neanche dall’uso delle parolacce, parimenti calibrate.
Ogni personaggio, da Darrow che incontriamo dalla prima (la storia è narrata, infatti, in prima persona) fino all’ultimo dell’ultima pagina (che per ovvie ragioni non citerò, onde evitare spoiler) è stato finora ben descritto, senza troppe parole superflue ma, ulteriormente, con un sapiente dosaggio di dialoghi e flussi di coscienza del protagonista.
Brown è in grado di farvi respirare la storia minuto per minuto. Sarete lì con lui mentre vi racconta dell'amore totalizzante di Darrow per Eo, le storie della loro famiglia di scavatori, percepirete il dolore fisico e la fatica nelle miniere su Marte. Condividerete i suoi patimenti nel corpo e nella mente e sarete con lui mentre muove i primi passi all’interno della società che formerà i nuovi governatori del Mondo.
Le abilità autoriali di Brown sono inoltre valorizzate dall’aver saputo inserire numerose tematiche tipiche di questo che ormai è in tutto e per tutto un nuovo genere letterario: il valore delle regole, l’importanza della strategia, il rispetto, il codice d’onore che prescinde da ogni presunzione sociale, ma anche la tenerezza, il senso di solitudine, la lealtà, la passione.
Se riuscirete a entrare nella storia e credetemi, Brown ve lo renderà facile, diventerete impazienti di poter riprendere in mano il libro per proseguire con la lettura, a costo di fare nottata.
Se il secondo capitolo sarà all’altezza del primo ve lo racconteremo non appena possibile. Al momento, il giudizio su Red Rising – Il canto proibito, è positivo ed entusiastico. Non sottovalutatelo, leggete per credere.
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