Hardcore! di Ilya Naishuller racconta una storia molto esile.
Il protagonista, Henry, del quale non vediamo mai il volto perché tutto il film è girato dalla sua visione soggettiva, si risveglia in un laboratorio dove una donna che non conosce, che si presenta a lui come sua moglie Estelle (Haley Bennett), gli sta impiantando degli arti bionici e altre tecnologie che non solo lo terranno in vita, ma lo faranno diventare una sorta di super cyborg. Ma senza avere il tempo di rendersi conto di cosa sta accadendo il laboratorio subisce l'assalto delle milizie del cattivo della storia, Akan (Danila Kozlovsky). La storia diventerà per Henry sia una corsa per la sopravvivenza che per la salvezza della moglie, rapita dal losco figuro. Suo insperato alleato sarà Jimmy (Sharlto Copley) un personaggio che sembrerà avere mille risorse e poteri.
Hardcore! è una rocambolesca sequenza di eventi, di trappole mortali, di agguati sempre più densi di nemici che non danno tregua non solo al protagonista, ma anche allo spettatore.
Scopo del film non è quello di raccontare una storia originale, ma di sperimentare la soggettiva, espandendo i concetti visivi già espressi dal regista nel suo video musicale Bad Motherf*cker.
Per farlo si è avvalso delle videocamere GoPro, che sono diventate gli occhi del protagonista e, di conseguenza, dello spettatore.
Come l'io narrante della letteratura, la soggettiva nel cinema limita la visione del mondo a quella del protagonista. Ma paradossalmente, invece di farci immedesimare, rischia di farci allontanare perché trovandoci in realtà un passo indietro rispetto a lui, potremmo sentirci trascinati in modo passivo.
La passività è maggiore se si associa questa visione soggettiva a quella dei videogiochi di cui Doom è il più famoso esponente. Il video FPS (First Person Shooter) tradotto come sparatutto in prima persona, aggiunge immedesimazione perché necessita della nostra attenzione, in quanto interattivo. Quando nel gioco appare un personaggio saremo noi a decidere se è amico o nemico, e la nostra azione influenzerà i passaggi successivi.
Al cinema manca l'elemento interattivo del gioco. Ci ritroviamo quindi a vedere azioni decise dal regista e dallo sceneggiatore, in un mondo che non conosciamo. Se le mappe e gli head up display nel videogioco hanno il preciso scopo di collocare il giocatore nel mondo narrativo, dal quale altrimenti si sentirebbe escluso, nel cinema questo scopo si ottiene con i controcampo o gli allargamenti di campo, che consentono di comprendere il mondo che circonda il protagonista.
Naishuller riesce nello scopo di non farci sentire fuori dall'azione con un ritmo serratissimo, con una estrema fisicità delle azioni del protagonista, che non si limita a sparare o guidare mezzi, ma il più delle volte interagisce fisicamente con il mondo che lo circonda, carezzando la moglie, prendendo a pugni gli avversari, salendo e scendendo da pericolose altezze. Un grande riconoscimento quindi agli stunt-man che hanno reso possibili le scene, che appaiono girate in ambienti reali e non sugli sfondi artificiali dei green screen. Quindi vere scene di parkour, come arrampicate su palazzi, ponti, elicotteri e tetti dei palazzi di Mosca, città che diventa quindi co-protagonista della storia.
Altro divertimento è poi aggiunto con le miriade di citazioni del mondo videoludico che lascio il piacere di scoprire agli appassionati, per un film che è da vedere al cinema, con l'avviso che potrebbe essere una esperienza stancante, poco adatta a chi per esempio soffre di vertigini e mal gradisce l'ottovolante o attrazioni simili.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID