Cinque ragazzi, per circostanze più o meno fortuite, si ritrovano prigionieri in una grotta sotterranea.

Al buio, freddo, patendo la fame e la sete, durante le loro esplorazioni per trovare l'uscita, incontrano una buffa creatura somigliante a una stalagmite, dotata del potere di guarire al tocco, ma che si esprime solo per versi gutturali.

Nel trovare la via d'uscita i cinque ragazzi impareranno a conoscersi, a fidarsi l'un l'altro. Segreti e sentimenti nascosti verranno allo scoperto, in un percorso che non lascerà i personaggi per come li abbiamo trovati.

Grotto
Grotto

Questa è la sintesi di Grotto, film di Micol Pallucca che mediante l'aggiunta dell'elemento fantastico in realtà racconta una storia ben posata per terra, nel quale scopriremo quanto complesso sia il mondo interiore dei protagonisti, sotto le apparenze iniziali. Un film che tratta i pre-adolescenti per quello che sono, degli individui con sentimenti, convinzioni, pulsioni, che tentano di trovare una via di mezzo tra quello che sono, quello che mostrano al mondo, e quello che vorrebbero essere. 

Se lo scenario naturale delle Grotte di Frasassi offre una scenografia suggestiva, convincente è anche la creatura digitale del film. Non ci sono i soldi dei blockbuster, ma poco importa. Grotto, così i bambini chiameranno il loro amico, non deve compiere gesti mirabolanti o salvare il mondo come un supereroe. 

Grotto
Grotto

Grotto è un catalizzatore, osservatore muto delle dinamiche interpersonali dei piccoli protagonisti, con i quali imparare a comunicare diventa fondamentale per la loro sopravvivenza. Solo Grotto forse sa come uscire dalla trappola, ma come riuscire a spezzare la barriera linguistica. Solo imparando l'empatia il co-protagonista digitale riuscirà ad aiutare i piccoli amici, compiendo anche lui un percorso di crescita.

In questo il film richiama, e non credo sia casuale, un po' E.T. di Steven Spielberg, e un po' I Goonies, film che affrontavano queste tematiche, anche con l'uso della "creatura", con l'enfasi e la spettacolarità del linguaggio e del budget del film hollywoodiano.

Grotto
Grotto

Micol Pallucca trova una sua via nel moderno cinema digitale in 3D, a basso costo, con la forza della storia e con la ricercata scelta delle immagini. Non ho visto la versione tridimensionale, ma si nota che i piani di ripresa e alcuni momenti sono concepiti per l'immersione dello spettatore nell'ambiente. L'impresa narrativa visiva riesce quindi anche in 2D per fortuna.

Un film per ragazzi, misurato, garbato e ben diretto, da vedere con tutta la famiglia.

Spoiler sul finale dopo l'immagine

Grotto
Grotto

Ho una personale obiezione sul finale che sembra (o forse no) rivelare una natura onirica nell'avventura vissuta dai protagonisti. Come se fosse un sogno premonitore, o anticipatore di una realtà probabile ma non certa, dell'unica ragazza del gruppo. Lasciato così riporta il film in un territorio ambiguo, tra realismo e fantastico, mentre dal mio punto di vista avrei apprezzato di più una totale scelta di campo nel fantastico, che non avrebbe fatto perdere al film la sua valenza e il suo significato.