Tutti vogliono qualcosa di Richard Linklater è ben più di un film che racconta i primi anni '80.
È in realtà la prosecuzione ideale di un percorso che racconta la gioventù statunitense di quel decennio, di cui uno dei massimi esponente fu senz'altro John Hughes, regista di Una pazza giornata di vacanza, Breakfast Club e La donna esplosiva.
Il punto di vista è quello del giovane Jake Bradford (Blake Jenner) neo diplomato che arriva all'università grazie a una borsa di studio sportiva, per militare nella squadra di baseball.
Il film è il racconto del week end che precede l'inizio delle lezioni, durante il quale Jake viene "accolto" dai futuri compagni di squadra con tutta la goliardia possibile all'università nei confronti di una matricola. Una goliardia che da un lato nasconde l'incertezza nei confronti di un nuovo arrivato in una realtà competitiva, ma descritta come tutt'altro che vessatoria, viene vista come un rito di passaggio, come spiegato in una battuta da uno dei veterani, Finn (Glen Powell): Tocca a tutti fare l'idiota di turno. Devi accettarlo e poi la posizione da idiota passa al prossimo.
Tutt'altro che accogliente sembra anche Gleen McRaynolds (Tyler Hoechlin), il quale da battitore esprime subito a Jake tutto il suo disprezzo per il suo ruolo in campo, il lanciatore.
Il punto centrale del film è la fotografia di un momento di passaggio fondamentale: quello in cui tutte le certezze dell'età della scuola superiore, tutto le autocentralità che si sono costruite in quel periodo, crollano, vengono messe in discussione. Si diventa ancora, per l'ennesima volta, novellini, imparando a proprie spese che gli esami non finiscono mai e intuendo, forse, che non finiranno per tutta la vita.
I tre giorni, i momenti di socialità sfrenata, alla ricerca di alcool, sesso e droga sono quindi una sorta di grand tour concentrato di esperienze umane.
Jake scoprirà un riflesso di se stesso, delle sue paure e titubanze, in Beverly (Zoey Deutch), una matricola dei corsi di teatro che si trova ad affrontare i suoi stessi problemi in altri ambiti, venendo a confronto con ex "numeri uno", prime scelte al liceo che adesso sono sottoposti a provino come tutti per un ruolo da generico.
Non manca, in un film che parla di sportivi, il momento sul campo, il primo allenamento facoltativo, ma obbligatorio perché se non ci siete significa che non ve ne frega nulla della squadra
, importante per iniziare a forgiare lo spirito di squadra.
Il film di Linklater è supportato da un cast semplicemente perfetto, con attori giovani che si muovono con la sicurezza delle future star.
Non scrivevo di cinema da adolescente quando ho visto i già citati film di Hughes o Il Grande Freddo di Lawrence Kasdan, film dal quale ha preso il via la carriera di tanti grandi attori.
Ho la netta impressione che la carriera di alcuni di questi ragazzi stia per decollare, sono lieto di esserne stato testimone.
Il viaggio iniziatico del gruppo dei ragazzi viene compiuto anche con la musica. In tre giorni i ragazzi andranno in un locale disco, ballando al ritmo del funk e del rock fm, in un locale country e persino a un concerto punk, per arrivare persino a una colta festa in maschera, scoprendo di non essere diversi, anche se atleti, dai loro coetanei più "colti". Senza dimenticare la musica ascoltata in stanza, con LP consumati dai vecchi giradischi.
Lo stesso titolo del film, Everybody Wants Some!! è una canzone dei Van Halen, che vuole simboleggiare l'età in cui, presi e compresi da se stessi, ciascuno di noi voleva tutto e subito, sentendosi avvolto in un'aura di immortalità e invulnerabilità. Ma le prove della vita, quella vera, sono dietro l'angolo.
Un film da vedere e rivedere.
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