Come nella seconda puntata di un serial, tornano al cinema Ed e Lorraine Warren, ancora interpretati da Patrick Wilson e Vera Farmiga.
Questa volta sono in trasferta in un sobborgo di Londra, Enfield, dove una famiglia formata da una madre single e divorziata con i suoi quattro figli, due femmine e due maschi più piccoli, è perseguitata dallo spirito di un anziano morto nella casa. In particolare a essere presa di mira è la secondogenita, Janet (Madison Wolfe).
Come inviati per conto della Chiesa, i coniugi Warren hanno il dovere di essere scettici, specialmente per il circo mediatico che si è generato intorno alle presunte manifestazioni paranormali avvenute nella casa.
Quale mistero si celi dietro gli eventi lo scoprirete al cinema, in un film che ha tutti gli elementi canonici, quando non gli stereotipi dell'horror paranormale. Poco sangue, tanto buio e tanta paura. Da più moderne coniugazioni del tema questo sottogenere ha poi appreso la lezione che il mostro si può anche far vedere, senza troppo pudore.
Insomma è tutto lì dove dovrebbe essere, senza troppe sorprese. La musica annuncia con solennità che tra poco arriverà il momento in cui spaventarci, e faremo più o meno finta di esserlo.
Quello che manca a The Conjuring – Il caso Enfield è la capacità che l'horror può avere di andare sotto la superficie, con una valenza simbolica e metaforica.
Siamo davanti a un film che riduce tematiche potenzialmente pregnanti, come il rapporto tra pensiero scientifico e fede, a meri accenni, buttati lì quasi per caso.
Al di là della sontuosa messa in scena, delle ottime tecniche di ripresa di James Wan e del buon lavoro di casting in tutti i ruoli, anche dei comprimari, il film rimane sostanzialmente banale e prevedibile.
Basta saperlo insomma, se cercate un horror per trascorrere con disimpegno una serata estiva il film non vi deluderà.
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