Perché voleva portare al cinema questa storia?
Gli antichi romani sono stati in Cina ed è un evento cruciale per quanto riguarda la dinastia Han. Per chi, come me, ama realizzare film storici, era impossibile non essere interessati. Per sette o otto anni, ho cercato informazioni su questa storia, tentando di farla diventare un trattamento cinematografico. Nella zona nordoccidentale della Cina sono rimasti dei reperti storici e alcune persone ritengono che a Zhangye ci siano delle rovine romane. Le persone che vivono nei dintorni non sembrano Han cinesi e test genetici hanno dimostrato che loro erano discendenti degli antichi romani. Nella dinastia Han, c’erano 36 nazioni in quella regione, le persone andavano e venivano, quindi non è strano che i romani avessero dei discendenti lì. Dal punto di vista di uno sceneggiatore, mi sono chiesto: cosa sarebbe successo se i romani fossero arrivati veramente in Cina?
Esiste veramente una leggenda su una legione romana scomparsa in zona?
Sì, è proprio così. È stata l’idea fondamentale alla base della sceneggiatura. È affascinante: delle truppe scompaiono nel loro viaggio verso est. Mi sono ispirato a un incidente storico sulla legione di Crasso dispersa a est e l’ho trasformato in un personaggio nella storia, rivelando un complotto all’interno della sua famiglia. Alla fine, sono stati i cinesi che lo hanno aiutato a risolvere la situazione.
Il personaggio di Huo An è molto simile a Jackie Chan, non è vero?
Sì, assolutamente. Quando realizzo un film, soprattutto con Jackie, ho la responsabilità di tirar fuori il meglio da un attore e utilizzarlo nel film. Il talento maggiore di Jackie non è legato alla sua interpretazione o alle sue doti di arti marziali, ma al fatto di mettere la sua visione delle cose in ogni film. Fin da bambino, ho seguito la sua carriera e, ancora oggi, sono un suo grande fan.
Quale pensa sia la qualità migliore del film?
Ritengo che sia unico. È un caso raro nella storia del cinema cinese. Non dico che sia stato il film più complesso di sempre, ma è stato sicuramente un caso raro. Con tanti attori da gestire, era difficile portare sullo schermo l’immagine di Jackie Chan che ho sempre avuto in mente. Tuttavia, penso proprio che lui sia riuscito a dimostrare che noi asiatici possiamo fare un film sugli antichi romani. È una grande opportunità avere Jackie come coreografo delle scene d’azione di un mio film e lui ha dato il massimo. Lo stesso hanno fatto gli investitori, che hanno messo assieme una grande quantità di denaro. Anche se io ero molto attento, è evidente che si tratta di un film costoso. Insomma, abbiamo ottenuto dei grandi risultati e realizzato un film unico.
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