Diamond Santoro (Robertino Granados) ha conosciuto tempi migliori. Quelli in cui con il fratello Nicky (Manuel Fanego) aveva dato vita a un gruppo rock che in breve tempo era diventato una leggenda in Argentina.
Ma adesso, chiamato in Perù dall'ex amante di Nicky, Pierina (Camila Perissé) si trova invischiato in una tela di ricordi, che lo portano a ripercorrere lo stesso viaggio che il fratello, prematuramente scomparso, non aveva potuto compiere.
Un viaggio alla ricerca della magica Ayahuasca, la ‘buona medicina’ nascosta nel cuore della Foresta Amazzonica, che si rivelerà essere un viaggio tra i suoi ricordi, alla riscoperta di se stesso e della musica che sembrava essersi spenta.
Toxic Jungle (in originale Planta Madre) si muove su diversi piani narrativi. Il presente di un vecchio e disfatto Diamond, che rievoca in vari flashback i conflitti con il fratello che portarono rapidamente alla crisi di una band che aveva avuto successo troppo in fretta. Diamond si trova ad affrontare se stesso da giovane (Emiliano Carrazone) come se fosse un demone impertinente, con conseguenze pericolose, su piani di percezione che confondono presente e passato.
Sorretto da un buon cast, da paesaggi amazzonici al di fuori delle iconografie da racconto di avventura, Toxic Jungle mescola, senza che se ne comprenda bene, anche elementi del noir. Fili narrativi che pur non restando sospesi non sembrano legarsi al resto con omogeneità.
Di contro è più interessante la svolta introspettiva che giunge al momento dell'arrivo a destinazione, che entra nei territori di un convincente realismo magico.
Il racconto della parabola ascendente e discendente di un gruppo rock è stato narrato diverse volte, ma c'era comunque il bisogno di uno sguardo da un punto di vista così poco conosciuto
Se il progetto è imperfetto, al film diretto da Gianfranco Quattrini va dato il merito di avere dato vita a rievocazione dell'epoca del sesso, droga e rock'n'roll da un punto di vista culturale diverso da quello anglosassone, descrivendo una gioventù sudamericana degli anni '60 che sognava come meta del viaggio iniziatico alla Foresta Amazzonica allo stesso modo in cui quella europea sognava quello in India.
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