Senza troppo clamore arriva nelle sale cinematografiche italiane The Zero Theorem, film fantascientifico del regista statunitense ma britannico d'adozione Terry Gilliam (Brazil, Parnassus – L'uomo che voleva ingannare il diavolo, I fratelli Grimm e l'incantevole strega).
Il film, presentato alla 70ª edizione del Festival di Venezia il 2 settembre 2013 dove ha ricevuto un premio speciale, arriva in Italia dopo più due anni dalla sua fallimentare uscita in Gran Bretagna e in altri mercati internazionali, nei quali ha raccolto poco la modesta cifra di 770.706$ (Fonte BoxOfficeMojo).
Risultato modesto, nonostante il cast composto da Christoph Waltz, David Thewlis, Ben Whishaw, Tilda Swinton e la partecipazione di Matt Damon.
Il film, candidato al premio per miglior film ai Saturn Awards nel 2015, si presenta come una miscela di temi cyberpunk, di hard science fiction, uniti all'esplorazione dell'inner space ballardiano.
Gilliam è al momento impegnato nella produzione del suo progetto incompiuto, The Man Who Killed Don Quixote.
La sinossi
In un mondo futuristico e orwelliano in cui l'umanità è controllata dal potere delle corporazioni e da "uomini videocamera" che rispondono alla losca figura nota solo con il nome di Management, il genio informatico Qohen Leth (Christoph Waltz) vive recluso all'interno di una ex cappella distrutta dalle fiamme. Eccentrico, solitario e afflitto da angoscia esistenziale, Qohen da tempo lavora su un misterioso progetto – il Teorema Zero – volto a scoprire lo scopo della vita, qualora ne esista uno. Il suo lavoro e il suo isolamento sono a volte interrotti dalle visite della sensuale e vistosa Bainsley (Mélanie Thierry) e dell'adolescente prodigio Bob (Lucas Hedges). Sarà grazie a una delle invenzioni di quest'ultimo che Qohen affronterà un viaggio all'interno delle dimensioni nascoste della sua anima, dove si nascondono le risposte che sia lui che Management stanno ricercando per provare o confutare il Teorema Zero.
La recensione
The Zero Theorem - Tutto è vanità
Cyberpunk, hard sf e inner space mescolati con la lucida follia di Terry Gilliam.
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