Adoulla Makhslood è un cacciatore di ghoul, per la precisione l’ultimo vero cacciatore di ghoul nella grande città di Dhamsawaat. Per questo, anche se il suo fisico è tutt’altro che atletico ed è un po’ avanti con gli anni, quando gli viene chiesto di scoprire i responsabili di un massacro appena compiuto nel deserto che circonda la sua città, lui non si tira indietro. Al suo fianco c’è Raseed, un giovane derviscio abilissimo con la spada ma un po’ troppo rigido nelle sue convinzioni morali.
Nel romanzo d’esordio lo scrittore americano Saladin Ahmed non dimentica le sue origini arabe e narra una storia capace di portare il lettore nel mondo magico delle Mille e una notte. Non che la trama di Il trono della luna crescente sia legata alla celebre raccolta di novelle, quello che le due opere hanno in comune è l’atmosfera torrida del deserto, la presenza di creature demoniache come i ghoul, il fascino di una metropoli orientale i cui abitanti pregano con regolarità il loro Dio ma al contempo si danno da fare per risolvere i problemi con le loro forze, la magia basata su invocazioni e preghiere così diversa dalle magie occidentali. Se per troppi anni il fantasy ha narrato, almeno nelle sue opere più note, storie che richiamano le atmosfere di un Medioevo europeo, Ahmed ha l’indubbio merito di portare al centro dell’attenzione un’ambientazione esotica troppo spesso trascurata.
Le vicende hanno per protagonisti di un piccolo gruppo di personaggi molto diversi fra loro. Adoulla, pur segnato dal trascorrere degli anni e dalle imprese già compiute in passato, non si tira indietro di fronte a una missione pericolosa. Raseed, puro nel suo zelo quanto implacabile con la spada, fronteggia situazioni capaci di mettere in dubbio le sue certezze. Zamia, ultima superstite della sua tribù, deve superare i sensi di colpa per aver fallito alla sua vocazione di protettrice e lo shock culturale legato al arrivo in città subito dopi aver incontrato Adoulla e Raseed. I coniugi Litaz e Dawoud, ciascuno con il proprio particolare talento, lottano al fianco degli amici per il successo di una missione nella quale rischiano di perdersi. E mentre loro devono capire chi è il nemico e come possano affrontarlo la città di Dhamsawaat è attraversata da una vena d’inquietudine legata alla sparizione di alcuni personaggi e allo scontento nei confronti di un Califfo crudele che trova il suo catalizzatore in un misterioso criminale noto come il Principe Falco.
Ahmed mescola insieme molti temi: l’avventura che si concretizza nella caccia ai ghoul, affrontati tanto con la magia quanto con la lama di una spada o con gli artigli di una fiera implacabile; la rivolta sociale non esente dal dubbio che il nuovo, agognato, sistema potrebbe non essere migliore di quello vecchio; la ricerca tramite manufatti potenti e una cultura non accessibile a tutti; la forza di un passato che pur non senza essere narrato nei dettagli continua a rivelare la sua forza nel presente; le leggende e le suggestioni di un mondo molto diverso da quello che siamo abituati a frequentare. Anche se in alcuni punti la trama appare lievemente forzata, il libro si rivela una piacevole lettura e fa ben sperare per i seguiti che l’autore sta ideando.
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