Coprodotta da Marvel Studios e Sony Pictures, Spiderman: Homecoming, la sesta pellicola dedicata all’Uomo Ragno è uno dei cinecomics più attesi della prossima stagione, fortemente voluto dalla Casa delle Idee, il film porterà nel Marvel Cinematic Universe l’arrampicamuri adolescente già interpretato, brevemente, da Tom Holland in Captain America: Civil War.
Se il giovane Holland ha convinto nei panni attillati di Spider-man, la presenza di una zia May più giovane rispetto al fumetto, interpretata da Marisa Tomei, dopo lo stupore iniziale ha accolto il plauso del pubblico vista la forte alchimia sullo schermo con Robert Downey Jr, il cui ritorno in Spiderman: Homecoming è già stato confermato.
Ben diversa è stata la reazione alla scelta della star Disney Zendaya Coleman come nuova Mary Jane, personaggio recentemente portato sul grande schermo da una scialba Kristen Dunst, contro cui gli utenti della rete si sono scagliati con violenza portando James Gunn, regista de I Guardiani della Galassia, a prendere, in rete, una posizione dura, ampiamente condivisa da molti addetti ai lavori del settore fumettistico, in difesa della scelta di Zendaya come interprete della rossa MJ.
Gunn si esprime chiaramente bollando come razziste e antiquate le polemiche sulla scelta di una attrice non caucasica per il ruolo, parlando senza mezzi termini di chiusura mentale da parte del pubblico nei confronti di un’attrice, cantante e modella i cui lavori per Disney Channel l’hanno già resa una star apprezzata dal pubblico dei più giovani, target cui la pellicola fa riferimento.
Il regista di Guardiani della Galassia dalla sua pagina Facebook esprime un concetto con il quale ci troviamo concordi: dai fumetti Marvel vengono tratte le storie e i personaggi riportati sul grande schermo, ma non bisogna dimenticare, pur nel rispetto dell’opera originale, questi albi siano stati scritti e pubblicati negli sessanta e sono quindi popolati da eroi e comprimari principalmente bianchi, pensati l’America di quel periodo e dei successivi vent’anni; una società USA, teoricamente, diversa da quella attuale, più stratificata e multietnica.
In maniera chiara e lineare, il regista avalla quindi i cambi dei personaggi visti molte volte sul grande schermo vedendoli in chiave di modernizzazione del fumetto stesso, un procedimento che la Marvel sta adottando anche nei suoi Comic Book con l’introduzione o il maggiore spazio dato ad eroine come Capitan Marvel, la nuova Thor Donna o She Hulk, personaggi afroamericani come il nuovo Sam Wilson/Captain America e lo storico Luke Cage, o di religione mussulmana come l’acclamata e pluripremiata Ms. Marvel.
Non smetteremo mai di ripetere quanto l’arte sequenziale, in quanto media d’intrattenimento popolare, sia uno specchio dei tempi in cui viviamo, in particolare i supereroi sono una cartina tornasole utile per leggere i cambiamenti della società americana attraverso i decenni fino ad oggi, per questo è importante riuscire a guardare oltre le polemiche. Per il lettore come per spettatore è importante capire cosa sta leggendo riuscendo ad estrapolare il contenuto di un comic book o di una graphic novel per meglio comprenderne il valore.
James Gunn ha ragione nel condannare come razziste le proteste sulla scelta di Zendaya come Mary Jane? Noi ci sentiamo di condividere tali affermazioni soffermandoci ad esporne le motivazioni con poche righe sul personaggio interpretato dalla Coleman.
Mary Jane Watson appare per la prima volta in The Amazing Spider-Man n°42, del novembre 1965 (in Italia su “L’uomo Ragno” n°20 nel 1971), ideata da Stan Lee e John Romita. Inizialmente è la vicina di casa del giovane Peter, un’adolescente picchiata da un padre alcolista e violento, che si trasferisce a vivere presso la Zia Anna, amica di May Parker, la zia di Peter.
È una delle famose “rosse” originali della Marvel, insieme alla X-woman Jean Grey e Medusa degli Inumani, creata da una Casa delle Idee che vedeva e vendeva, negli sessanta, la ragazza caucasica dai lunghi capelli rossi come simbolo di bellezza assoluta in contrapposizione con le tante bionde e more della Distinta Concorrenza come Wonder Woman o Liberty Belle e Black Canary.
Compagna di scuola di Peter e successivamente fidanzata dell’amico Harry Osborn, non è il primo grande amore del nostro eroe, come erroneamente descritto nei film di Sam Raimi, ma ne diventerà il principale interesse in seguito alla dipartita di Gwen Stacy, arrivando ad essere per un lungo periodo la signora Parker, rivelandogli di conoscere da sempre (mediante una operazione di Retcon) la sua identità segreta.
Negli anni MJ si è rivelata ben più di una semplice comprimaria: è sempre stata descritta come una ragazza dinamica e indipendente, capace di realizzare autonomamente i propri sogni nel cassetto diventando una famosa attrice e modella, arrivando ad essere una delle donne più corteggiate dell’universo Marvel e centro di gravità per la vita di uno Spiderman sempre più preso dalle proprie responsabilità di eroe.
Come sostenuto da James e Gunn, così come ieri la Mary Jane Watson rispecchiava il canone di bellezza di un preciso periodo storico, oggi Zendaya Coleman rappresenta lo stesso concetto portato al nuovo millennio, in un’America, tecnicamente, multietnica e multirazziale, dove le donne più belle del mondo sono, sempre più spesso, di origine indiana o sudamericana.
Come sarebbe erroneamente portati a credere, il nocciolo della questione non risiede nell’aspetto fisico di Mary Jane, ma nel suo passare (o crescere) da ragazza spaventata in fuga in cerca di una figura maschile contrapposta a quella del padre, a donna forte ed indipendente, dotata di una grinta illimitata, trasmessa anche a Peter nei momenti più difficili delle sua carriera come eroe.
MJ rappresentava, per l’arrampicamuri una sorta di riscatto morale dopo la tragica perdita di Gwen Stacy, un modello di rinascita e ripresa per uscire dall’oblio dell’autocommiserazione tanto cara all’Uomo Ragno degli anni ottanta. Mary Jane diviene quindi un’ancora, un personaggio dotato di una forza interiore ben più salda rispetto a quella del protagonista.
Ci troviamo quindi davanti ad una ragazza cresciuta in una situazione familiare ed economica difficile, dalla quale si è saputa elevare e riscattare, simbolo della condizione vissuta da molte famiglie della middle class americana negli anni sessanta, soprattutto discendenti da immigrati irlandesi ed italiani, oggi vissuta da molti afroamericani ed ispanici nelle periferie delle grandi città.
In definitiva, seguendo la falsa riga del pensiero di Gunn, oggi la scelta di Zendaya Coleman per il ruolo di Mary Jane Watson potrà fare storcere il naso ai puristi, ma rappresenta un esempio interessante del ragionato modello evolutivo voluto per la trasposizione dei personaggi Marvel sul grande schermo, affinché risultino maggiormente in linea con il mondo contemporaneo mantenendo quell’apparenza di realismo in cui la Casa delle Idee ha sempre voluto si muovessero i propri personaggi per dar loro quel tocco umano assente negli eroi mitologici della Distinta Concorrenza.
L’uscita nelle sale USA di Spiderman: Homecoming è prevista per il 7 Luglio 2017.
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